Nascere donna nel ‘500 non era poi una gran fortuna. Il valore “di mercato”di una figlia femmina era direttamente proporzionale al danno che la sua inoperosità provocava alla famiglia. E così i padri più lungimiranti decidevano per loro e sin da bambine le rinchiudevano in conventi dai quali non sarebbero più uscite.
Marta Cuscunà, giovane attrice e autrice friulana è entrata nell’animo di quelle donne, raccontando la vicenda di Angela vissuta nel monastero di Santa Chiara di Udine sin dall’età di 6 anni, con il linguaggio straordinario e coinvolgente dei suoi pupazzi e lo sguardo introspettivo e senza retorica del suo teatro.
Lo spettacolo “La semplicità ingannata” andato in scena mercoledì all’Auditorium, nell’ambito del progetto “Resistenze femminili”, inserito nella programmazione del Consorzio Teatri Uniti di Basilicata, della Regione Basilicata e del Mibact, ha offerto un racconto nel quale a un certo punto le suore segregate tra le mura del monastero diventano sei, ognuna con la propria personalità e con la voglia di non assogettarsi alle leggi del clero che le vuole obbedienti e senza opinioni. Cercheranno di far valere le proprie ragioni, di dar vita a un movimento di ribellione che però alla fine non raggiungerà l’obiettivo e le costringerà ad una vita ferma dietro le grate del monastero.
Il testo di Marta Cuscunà è liberamente ispirato alle opere letterarie di Arcangela Tarabotti e alla vicenda delle Clarisse di Udine e si muove su un canovaccio contemporaneo.
E’ la stessa Cuscunà a spiegare sul suo profilo ufficiale: “Oggi c’è estremo bisogno di parlare di Resistenze femminili perché nella nostra società la figura femminile è molto contraddittoria: da un lato abbiamo bisogno di garantire per legge la presenza minima delle donne in politica attraverso le quote rosa; dall’altro proprio le donne sono al centro della vita mediatica in quanto merce di scambio tra politici e imprenditori corrotti…La semplicità ingannata racconta da quali semi è nata la rivendicazione delle donne nel Cinquecento, nel tentativo di ridare slancio a una rivoluzione di cui non sentiamo più il bisogno, e forse non per un caso fortuito, ma per una precisa strategia che, anche se con modalità apparentemente diverse, ci schiaccia ancora sotto lo strapotere maschile”.
Venerdì 16 marzo 2018 alle 20,30 all’Auditorium Gervasio di Matera è in programma l’ultimo spettacolo del progetto “Resistenze femminili” di Marta Cuscunà dal titolo “Sorry boys”. Il testo prende spunto da una storia vera avvenuta nel 2008 quando in una scuola superiore di Gloucester negli Stati Uniti, 18 ragazze under 16 decidono di farsi mettere incinta contemporaneamente per far crescere, grazie a un patto segreto fra loro, i figli in una specie di comune femminile.