Titta Mazzei, presidente Lega Consumatori Basilicata: “Il caso dei soci della Banca Popolare Pugliese e della Banca Popolare della Puglia e della Basilicata”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Milioni di titoli invenduti e decine di migliaia di azionisti in attesa di poter tornare in possesso del loro denaro.Non sono soltanto i 70mila soci della Banca Popolare di Bari ad avere problemi con le loro azioni.In Puglia ci sono altri due istituti che da tempo riscontrano grandi difficoltà con i titoli venduti ai loro soci. Si tratta della Banca Popolare Pugliese e della banca Popolare di Puglia e Basilicata.
Insieme raccolgono oltre 72mila azionisti, la maggior parte dei quali hanno acquistato le azioni nel corso degli ultimi anni pensando di ottenere indietro il denaro investito facendo una semplice richiesta all’istituto. Peccato però che per molti di loro quelle azioni si sono rivelate invendibili, o quasi. E’ quello che succede per esempio ai 33mila soci della Popolare Pugliese che possiedono in totale 62 milioni di azioni e che fino a giugno 2017 scambiavano difficilmente i loro titoli nel piccolo mercato interno alla banca.
Dopo giugno l’istituto ha deciso di quotarsi nel mercato secondario Hi-Mtf. Si tratta dello stesso mercato su cui è sbarcata la Popolare di Bari con l’obiettivo di far incontrare più facilmente domanda e offerta. Obiettivo finora fallito per entrambi gli istituti. Al momento ci sono in vendita 11,5 milioni di azioni della Bpb e pochissimi titoli acquistati. Stessa storia per la Popolare Pugliese, che registra 2,7 milioni di titoli in vendita (per un controvalore che sfiora i 12 milioni di euro) ma pochissime richiesta di acquisto.
Per questo motivo il titolo che a giugno era quotato con un prezzo minimo di €4,71 ad azione, è poi sceso a €4,15(così come previsto dalle regole del mercato secondario nel caso in cui non si verifichi un consistente flusso di compravendite).
Altra somiglianza con il caso della Popolare di Bari è la politica espansionista avviata dalla Popolare Pugliese negli ultimi anni: nei mesi scorsi ha deciso di investire nel Sannio, rilevando sette sportelli della Banca del Lavoro e del Piccolo Risparmio.Ma anche i 39mila azionisti della Banca Popolare di Puglia e Basilicata hanno gli stessi problemi. Qui un titolo vale 5 euro e 10 centesimi e gli scambi avvengono solo nel piccolo mercato interno, fra i vari azionisti dell’Istituto.Metodo che rende più difficoltoso avviare le compravendite.
Al momento la Bppb non ha ancora provato a sbarcare sul mercato secondario Hi-Mtf, “ma si quoterà a breve”, fanno sapere dall’Istituto che replica alle accuse di illiquidabilità: “Il sistema di negoziazione conto proprio nell’arco dell’ultimo anno ha registrato numerosi scambi, costituendo una prima risposta a una maggiore liquidabilità del titolo”.
I tre istituti, però, sono monitorati attentamente dalle associazioni dei consumatori. In un incontro tenutosi a Bernalda nella sede della Lega Consumatori Basilicata, l’avv. Maria Stella Anastasi, vice presidente nazionale della Lega Consumatori e responsabile nazionale del comparto bancario e finanziario della stessa associazione, ritiene che “vi sia un’arma in più per i soci che vogliono indietro i loro soldi”. Quest’arma è una pronuncia dell’Arbitro per le controversie finanziarie presso la Consob che negli ultimi mesi ha dato ragione a diversi risparmiatori sciogliendo i contratti di acquisto di azioni stipulati con le popolari venete (già andate in liquidazione coatta amministrativa) affermando che la mera messa a disposizione del cliente di un prospetto informativo non è sufficiente a soddisfare gli obblighi di informazione imposti all’intermediario. La banca deve servire al meglio l’interesse del singolo cliente”. Logicamente gli sportelli della Lega Consumatori di Puglia e Basilicata sono a disposizione per tutelare i diritti degli azionisti.