Gli strumenti tecnici di Agea per adempiere alla gestione delle domande connesse alla Pac sono scarsamente dinamici. Se a fronte di quasi 700 mila domande presentate, circa il 4 % non vanno a buon fine, siamo in presenza di un grande problema. Significa che circa 30 mila aziende non ricevono quanto determinato e questo genera difficoltà tali che in molti casi si traduce nell’insostenibilità economica di un’impresa. Queste le parole del presidente nazionale della Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino rivolte ai vertici di Agea, nel corso di un incontro tenutosi a Roma nella sede nazionale dell’organizzazione. Per la Cia lucana erano presenti Giannino Lorusso, Giuseppe Stasi, Mimmo Guaragna, produttori delle due province. Come è noto in Basilicata ancora tardano ad arrivare i pagamenti di Agea agli agricoltori sul Programma di sviluppo rurale 2014-2020.
Lo scorso 24 gennaio, l’assessore Braia aveva annunciato lo sblocco graduale entro fine marzo di pagamenti per circa 28,7 milioni di euro su varie misure del Psr Basilicata 2014-2018. In particolare di prossima scadenza: i pagamenti per il biologico (10 milioni di euro), gli incentivi per l’integrata e le risorse genetiche (5,5 milioni) e i premi per l’agricoltura conservativa 2017 (3 milioni di euro). Ma gli impegni di Agea non sono stati rispettati.
“Abbiamo scelto la strada del dialogo costruttivo -ha evidenziato Scanavino- con l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, piuttosto che una manifestazione di piazza, che avrebbe avuto comunque valide e giustificate motivazioni. La lista delle criticità è lunga, dalle campagne pregresse ancora non pagate, alla eccessiva complessità dei Psr, -ha proseguito Scanavino- non ultima questa vicenda legata alla richiesta dei certificati antimafia, che ha gettato i CAA (Centri di assistenza agricola) nella bufera. Addirittura è stato chiesto alle aziende agricole di produrre un antimafia per ogni singola domanda presentata”. Alle volte, ha continuato il presidente di Cia, “la burocrazia diviene una tortura per gli imprenditori agricoli, una deriva che non ha nulla a che vedere con lo spirito della Pac che nasce per favorire la collettività, su cibo, ambiente e innovazione. Il budget della Pac è uno strumento economico che ormai viene inglobato nel prezzo dei prodotti necessari alla produzione. Se un agricoltore non riceve il dovuto subisce un’ingiustizia, paga un costo che comprende un aiuto che non ha ricevuto, al pari di un consumatore che paga per la Pac e da questa non riceve alcun beneficio”.
Su questa criticità e su molte altre questione poste da Cia, è arrivata la risposta del direttore di Agea Gabriele Papa Pagliardini, che si è dichiarato riconoscente verso l’organizzazione agricola per aver promosso questo momento di confronto. “Un decreto di pagamento relativo al 2016 -ha annunciato il direttore di Agea- nei prossimi giorni conterrà 10 milioni di euro, per sistemare una parte delle posizioni sospese. Ovviamente si tratta di un primo passo. Entro giugno, contiamo di avvicinarci al 100% delle domande evase per l’ultima campagna, che ad oggi supera l’80% del totale. Inutile nascondere i problemi che ci sono e ci sono stati, alcuni dei quali non dipendenti dalla nostra volontà e sui quali non abbiamo competenze, come nel caso delle domande bloccate dagli organi di Polizia”, su cui Pagliardini si è impegnato a fornire alla Cia un elenco dettagliato di tutte le posizioni interessate, con l’informazione dello stato della domanda. “Il nostro impegno è assoluto per creare una sinergia vincente con gli agricoltori. Ho motivi per credere -ha concluso Pagliardini- che sulla questione dei certificati antimafia arriveremo a una razionalizzazione per giungere a un documento unico, valevole per più pratiche della medesima azienda”
Mar 16