“La riforma dell’ordinamento penitenziario rischia di compromettere l’ordine pubblico e la sicurezza”. É quanto sostengono, in una nota, il segretario nazionale Giuseppe Moretti e il segretario regionale dell’Uspp Vito Messina, alla vigilia delle decisioni che domani potrebbe prendere il Consiglio dei Ministri in merito alla riforma dell’Ordinamento Penitenziario. “Tra le principali novità della riforma – proseguono i due sindacalisti – si segnala la modifica che prevede l’uscita dal carcere di detenuti pericolosi per l’abolizione di una serie di preclusioni all’ accesso alle misure alternative, come, ad esempio, la previsione della possibilità di accedere alle misure alternative o al lavoro all’ esterno o ai permessi premio persino per i detenuti per i quali il Procuratore Nazionale Antimafia abbia segnalato l’attualità dei collegamenti con la criminalità organizzata”. Secondo Moretti e Messina, “la riforma, inoltre, ha la finalità di garantire una vita detentiva quanto più vicina alla vita esterna. Viene però del tutto ignorato che, a seguito del regime detentivo aperto per cui i detenuti trascorrono la maggior parte del giorno fuori dalle celle, sono di gran lunga aumentate le aggressioni nei confronti del personale di polizia penitenziaria e che, per questo, la sicurezza nelle carceri è completamente al collasso”. Il Sindacato di Polizia Penitenziaria Uspp “vuol dare voce alle tensioni e al disagio che la Polizia Penitenziaria sta vivendo soprattutto negli ultimi anni a causa di una politica che proclamandosi garantista ha compromesso le regole fondamentali per una gestione sicura delle carceri, anche tenuto conto della scarsità di supporti tecnologici e di difesa passiva”.
Mar 16