Potenziare, anche attraverso la leva della domanda pubblica di innovazione, l’investimento regionale in ricerca e innovazione, al fine di favorire la competitività del sistema economico-produttivo, la crescita del capitale umano, lo sviluppo sostenibile e di contribuire ad elevare il benessere sociale e la qualità dei servizi erogati ai cittadini e alle imprese.
E’ questo l’obiettivo della proposta di legge “Basilicata Research & Innovation”, di iniziativa dei consiglieri regionali Michele Napoli e Paolo Castelluccio, presentata oggi nel corso di una conferenza stampa.
“Se vogliamo un territorio che sia fortemente competitivo – ha detto Napoli – abbiamo la necessità di investire in ricerca ed innovazione altrimenti la Basilicata è destinata ad un ruolo marginale e ricerca significa tecnologia applicata al sistema produttivo perché solo in questa maniera il sistema produttivo può stare sui mercati. Per il raggiungimento di questo obiettivo proponiamo che la Regione integri le politiche in materia di ricerca, innovazione, trasferimento tecnologico e alta formazione, promuovendo, in sinergia con soggetti pubblici e privati e, in particolare, con Università, istituti di ricerca, parchi tecnologici, cluster, distretti, istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), istituti tecnici superiori e associazioni di rappresentanza delle imprese, la cultura della ricerca e dell’innovazione responsabile anche attraverso la diffusione della conoscenza nel tessuto produttivo lucano, la sperimentazione e la divulgazione di processi e metodi innovativi finalizzati a ottimizzare la capacità produttiva delle imprese operanti in settori tradizionali. E ancora il trasferimento tecnologico e di competenze dal mondo della ricerca al sistema delle imprese, anche attraverso la qualificazione del lavoro dei giovani ricercatori e la valorizzazione delle sturt up giovanili innovative, lo sviluppo della ricerca privata, anche in forma associata, e la sua integrazione con la ricerca pubblica attraverso la definizione di ambiti prioritari per l’industrializzazione dei risultati”.
“La Basilicata – ha aggiunto – in ricerca e sviluppo fa registrare lo 0,3 per cento rispetto al totale nazionale di spesa e basse, rispetto alle altre regioni, sono le percentuali di personale impiegato in questo settore così come pure quelle per gli investimenti, nonostante potrebbe, per importanti fondi destinati alla competitività, svolgere un ruolo diverso”.
Presenti alla conferenza stampa anche alcuni ricercatori del Cnr che, a detta dello stesso consigliere Napoli lo hanno portato a redigere la pdl “dopo un incontro avuto nella loro sede”.
La proposta di legge prevede una governance del sistema regionale della ricerca partecipativo, per la quale è prevista una cabina di regia interassessoriale presieduta dal Presidente della Regione o da un assessore delegato con funzioni di coordinamento strategico delle politiche regionali di sviluppo della ricerca e dell’innovazione e del trasferimento tecnologico.
La pdl si compone di sette articoli, al terzo è prevista la istituzione del Foro regionale per la ricerca e l’innovazione, che svolge funzioni consultive, propositive e informative e in particolare contribuisce ad alimentare il dibattito pubblico sull’impatto sul tessuto socio economico degli avanzamenti tecno-scientifici, attraverso il coinvolgimento della società civile, della comunità scientifica e degli attori del sistema regionale della ricerca e dell’innovazione, compresi i cluster, i parchi tecnologici e gli IRCCS, favorendo lo scambio di opinioni anche tra portatori di differenti interessi. Il Foro è un organismo indipendente composto da 6 membri nominati dal Consiglio regionale tra esperti altamente qualificati nell’ambito delle discipline scientifiche, sociali e umanistiche attraverso un procedimento selettivo di evidenza pubblica a carattere nazionale e dura in carica tre anni.
La cabina di regia predispone, con il supporto del Foro regionale per la ricerca e l’innovazione e il contributo dei soggetti pubblici e privati, il programma strategico triennale per la ricerca l’innovazione e il trasferimento tecnologico con particolare riguardo a investimenti nelle infrastrutture digitali e altri investimenti di rilevante interesse regionale, compresi gli investimenti per la valorizzazione del capitale umano impiegato nella ricerca, sostegno, anche nella forma di agevolazioni fiscali, alle imprese che sviluppano progetti di ricerca, incluse le imprese che si insediano nella regione Basilicata, finanziamento diretto di specifici progetti di ricerca e innovazione, sostegno per la realizzazione di percorsi di formazione e ricerca attivati su richiesta delle imprese o di enti pubblici, d’intesa con le università, per specifiche esigenze formative relative a studi mirati di fattibilità tecnologica.
“Per quanto riguarda la spesa – ha detto Napoli – la proposta di legge prevede che sia impegnato il 2 per cento del bilancio regionale alla ricerca per un totale di 60 milioni di euro annui ma anche l’utilizzo di fondi europei di investimento (Feis). Il Consiglio regionale valuta l’attuazione della presente legge e i risultati progressivamente ottenuti nel promuovere e sostenere lo sviluppo del sistema di ricerca e innovazione lucano e a questo scopo la Giunta regionale, entro il 30 settembre di ciascun anno, trasmette al Consiglio una relazione che descrive e documenta quanto realizzato. Prevista infine una giornata dedicata alla ricerca l’otto di giugno come vetrina delle attività svolte di ricerca e sviluppo da parte del sistema produttivo, della università e dell’intero sistema di ricerca”.
“La Regione Basilicata – ha detto Paolo Castelluccio – non ha una visione del futuro e stenta a decollare proprio nel settore della ricerca perché non c’è traccia di sensibilità verso questa terra. L’innovazione è strettamente legata alla istruzione e alla sanità e con questa proposta di legge auspichiamo che anche la Basilicata possa essere al passo con i tempi. La volontà di retrocedere è chiara anche per quanto riguarda il settore agricoltura per il quale non si è mai pensato alla energia verde”.