Gli eurodeputati del M5S Piernicola Pedicini e Rosa D’amato hanno presentato un’interrogazione alla Commissione Ue per chiedere di esprimersi sugli aspetti di sua competenza relativi alla vicenda della centrale termoelettrica Enel di Brindisi che è finita sott’inchiesta a settembre 2017 per aver venduto ceneri da combustione del carbone mischiate a ceneri da olio combustibile denso e gasolio ai cementifici di Cementir di Taranto, Colacem di Galatina e Italcementi di Matera.
Siccome, secondo l’inchiesta della Procura di Lecce, sarebbe emerso che tali ceneri siano state illegalmente classificate con codici dei rifiuti diversi da quelli che andavano indicati, considerato che le ceneri derivavano da combustione o incenerimento, contenenti nichel, vanadio e ammoniaca e che l’utilizzo delle suddette ceneri influirebbe sulla resistenza meccanica del cemento, Pedicini e D’Amato hanno posto alla Commissione Ue due precisi interrogativi: come intende evitare l’immissione sul mercato di ceneri che riducono la qualità del cemento e contenenti sostanze pericolose per l’ambiente e la salute pubblica, come il mercurio e quali sono i codici dei rifiuti da attribuire alle ceneri da combustione, sia nel caso di combustibili tradizionali, che nel caso di combustione di carbone e Css (combustibili solidi secondari).
Ricordiamo che l’inchiesta vede tuttora indagate, per il primo filone di indagine del 28 settembre scorso, 31 persone tra dirigenti di Enel Produzione e Cementir Italia spa, nonché ex titolari, ex e attuali commissari e direttori dell’Ilva di Taranto, ora in amministrazione straordinaria: l’accusa è di traffico illecito di rifiuti e attività di gestione dei rifiuti non autorizzata in relazione alla vendita di ceneri e loppa d’altoforno da parte di Enel e Ilva alla Cementir per produrre cemento.
Nello specifico, il 28 settembre scorso finirono sotto sequestro la centrale Enel di Cerano (Brindisi), la Cementir di Taranto e una piccola area dell’Ilva. Inoltre, nel primo provvedimento della magistratura, furono bloccati 523 milioni di euro ritenuti l’ingiusto profitto incassato dall’Enel che avrebbe venduto e non smaltito le ceneri.
Rispetto alle questioni tecniche, va evidenziato che la legge consente ai cementifici l’utilizzo delle ceneri provenienti dalla combustione del carbone ma non consente l’utilizzo anche di ceneri provenienti da olio combustibile denso e gasolio. Enel invece ha mescolato le tre tipologie di ceneri per evitare di smaltire le ultime due che avrebbero dovuto essere smaltite perché “contaminati da sostanze pericolose” come nichel, vanadio e ammoniaca. Questo ha effetti sulla qualità del cemento prodotto con quel tipo di ceneri e causa degrado e perdita di resistenza meccanica.