Vivo cordoglio ha suscitato a Pisticci la scomparsa di Domenico Bellini, Mingo per gli amici, avvenuta a Lodi domenica scorsa, all’età di novanta anni. I funerali si sono svolti ieri pomeriggio nella chiesa di Cristo Re officiati dal parroco don Leonardo Selvaggi. Con Bellini scompare uno tra gli ultimi e più attivi protagonisti della vita politica pisticcese del dopoguerra, per circa mezzo secolo amministratore solerte e oculato che ha sempre amato la sua terra e che da assessore ai Lavori Pubblici si è sempre impegnato per la salvaguardia della sua città. Nato il 15 dicembre 1921 è stato più volte consigliere e assessore comunale, vicesindaco e consigliere provinciale. Nel 1964 favorì la prima giunta DC-PSI. Tre i valori che hanno sempre ispirato la sua vita: la famiglia, il lavoro e la politica. Coerente con le sue idee, è rimasto sempre fedele alla causa della sinistra, anche in tempi difficili e per questo è stato sempre ammirato e stimato anche dagli avversali politici per la sua lealtà e passione. La politica non lo ha mai distolto dal lavoro, prima di maestro sartore, tra i più preparati della categoria, e poi di applicato di segreteria presso la scuola media di Pisticci. Attualmente era presidente dell’Associazione Invalidi di Guerra e membro dell’ANPPIA. Puntuali e precisi i suoi interventi durante la ricorrenza del 4 novembre, alla quale quest’anno per la prima volta non ha partecipato per motivi di salute. Il presidente dell’ANNPIA Domenico Giannace, che con Bellini è stato tra i protagonisti della politica del dopoguerra, ha espresso i più vivi sentimenti di profondo cordoglio per la scomparsa dell’amico Bellini. Erano conosciuti come i due “Mingo” della politica, sempre affiancati e in prima linea a difesa dei valori della libertà e della democrazia.
Giuseppe Coniglio
Riportiamo di seguito anche la lettera scritta al papà dopo la scomparsa dalla figlia Vittoria per condividere con tutti il ricordo di Domenico Bellini.
Sei entrato nella mia vita leggendomi favole.
Mi ricordo quando di sera , avevo quattro anni, mi leggevi tutte le favole del mondo, seduti al tavolo della cucina, ampia come si usava una volta, con la stufa a legna in un angolo. Poi mi hai iscritta ai piccoli pionieri e mi arrivava anche il giornalino: tu fiero comunista ed io piccola bambina curiosa, fiera del suo papà. Mi hai mandata all’asilo dalle suore e andavo anche a catechismo e così ho superato tutte le varie tappe: angioletto, aspirante, beniamina, effettiva ….e poi? Sì … mi ricordo che una volta, al catechismo avevano detto che i comunisti mangiavano i bambini ed io ero corsa a casa seria, seria, e ti guardavo preoccupata …. E alla fine te l’ho chiesto … sì ti ho chiesto se tu mangiavi i bambini …; mi ricordo quando a Pasqua passava il prete a benedire le case e noi bambini per strada dietro in corteo …. Ma a casa nostra non è mai venuto perché tu eri comunista … abbiamo dovuto aspettare il figlio prete del tuo amico, don Leonardo, per avere anche noi la benedizione… Mi ricordo quando si facevano i comizi per strada…. Nel paesello in ogni rione si preparava il palco e tutti gli uomini politici del momento parlavano… quante volte ti ho ascoltato parlare nel rione Matina …. Mi facevo piccola piccola … volevo ascoltarti di nascosto …. E ho ascoltato anche i tuoi avversari politici …. E mi arrabbiavo quando sparlavano di te …. Discorsi che ancor oggi ricordo benissimo. Grazie per avermi regalato all’età di otto, nove, dieci anni, tanti libri da leggere: il barone rampante, il barone dimezzato … la divina commedia per bambini … e poi …. mi facevano impazzire i miti greci …. Mi ricordo quando mi hai portata a vedere il film “il dottor Zivago”… avevo dieci anni e non l’ho mai dimenticato … negli anni della mia vita l’ho visto e rivisto tante volte …e ogni volta ho colto nuove sfumature, significati diversi … il senso di parole allora non dette … il messaggio silenzioso che il mio cuore ha conservato per sempre … Mi ricordo un comizio in piazza Plebiscito … era venuto un famoso uomo politico … Pietro Ingrao … ero con te, cosa insolita … perché non mi hai mai portato ai comizi in piazza … e mi ricordo una piazza piena e tutti contenti ed in fermento … ma non posso dimenticare le brioches che mi hanno regalato … sì erano il buon dì Motta , quello classico … che buono! Ancora oggi per me ha un sapore particolare … E poi sono cresciuta …! Sono andata al Liceo classico, come volevi tu e come piaceva a me … e all’università … e tu sei stato orgoglioso di me …
Ed ora che te ne sei andato …. ti ringrazio papà… per aver avuto un papà meraviglioso … ti ringrazio per la libertà che mi hai sempre dato… per aver accettato la mia lontananza … che ci ha reso tante volte addolorati e feriti…
Ti ringrazio per aver avuto fiducia in me…. per avermi insegnato a camminare a testa alta nella vita, per avermi insegnato a scegliere secondo coscienza, per avermi insegnato a riconoscere i valori della vita … l’onestà, la lealtà, la solidarietà, l’uguaglianza, il rispetto della diversità… ti ringrazio per la tua generosità … per il coraggio delle tue idee, per avermi insegnato la coerenza e il suo prezzo …. Per avermi insegnato la ricchezza e la forza delle idee … per avermi insegnato a credere nell’uomo e nella donna e nei loro valori universali …
Questa primavera, mentre cercavo su Google Heart il paese di Pisticci, via Ariosto , sono apparse delle foto … e ti ho riconosciuto … sì eri proprio tu mentre scendevi le scale per andare a casa, di spalle, col tuo bastone… un po’ curvo e attento a non cadere … ho avuto un colpo al cuore … un presagio … una paura … ? Non lo so … però adesso che te ne sei andato mi manchi … mi manchi da morire … è un pezzo della mia vita che non c’è più … Ti ringrazio, papà, perché alla fine hai scelto di venire da me e così non te ne sei andato in solitudine … e così la lontananza, questa volta non ci ha potuto ferire… è uno dei regali più belli che tu mi abbia potuto fare … Sarai sempre nel mio cuore e nella mia mente….
Vittoria Bellini