Sulle dimissioni di Adriana Poli Bortone si registra l’intervento dell’onorevole materano Vincenzo Viti.
“Dispiace molto che Adriana Poli Bortone, valorosa collega in tante legislature vissute in Parlamento e in Commissione Cultura della Camera, abbia deciso di dimettersi. Stava lavorando con lucidità e competenza in una condizione di estrema difficoltà che ha peraltro raccontato senza enfasi nella sua conferenza stampa.
Ora ai tratta di comprendere, dopo il rovinoso risultato elettorale di Matera ( condiviso in tutta la Regione pur se particolarmente incisivo e paradossale nella Città Capitale della Cultura) se si intenda riportare indietro le lancette dell’orologio (ignorando la lezione che il tempo ci ha tre anni fa consegnato) e ripetere pratiche che puntano a ripristinare protettorati e rendite giunti ormai al limite,ovvero non si intenda chiudere l’infelice capitolo di un’Amministrazione incompleta accompagnandola verso un approdo governato con intelligenza e perciò sottratto ad ogni disegno o pretesa di parte.
Ogni soluzione affidata al Risiko, a giochi di piccolo potere locale quindi ad avvicendamenti già immaginati, magari accompagnati da “campagne di rilancio del centro-sinistra (un fantasma che sorride di se stesso) non potrebbe che portare acqua al mulino di quella vasta e inestricabile opinione di dissenso che, non avendo natura puramente eversiva , andrebbe invece affrontata con argomenti, scelte e strategie di non si sono avvertiti finora né la utilità né la urgenza.
Il caso Poli Bortone si prospetta quindi non solo come l’esito della crisi di un progetto civico reattivo allo stato della politica cittadina che aveva perduto respiro e gambe,(analisi finora mancata e occorrebbe condurre) ma come prova ulteriore del deperimento politico e della povertà morale della politica materana e dei soggetti che ancora si illudono di rianimarla con iniziative patetiche e fuori di ogni radicale logica ricostruttiva.
Credo infine sia il caso che anche dal Pd regionale vengano lumi concreti e non tentativi di recupero di spazi ormai preclusi né soluzioni che aggraverebbero ulteriormente la credibilità di un partito ridotto ai decimali, dando piuttosto l’idea di un partito regionale, o di quel che sopravvive, capace di ripensare il suo ruolo, assumere scelte difficili perché radicali e farle condividere perché necessarie. . Andrebbero perciò evitate deleghe proconsolari e scongiurati sopratutto errori di gestione e di relazione con i territori, Matera in particolare, la cui effervescenza critica dovrebbe seriamente preoccupare anche in vista delle difficili prove iscritte nel calendario elettorale.”