Otto persone sono state arrestate e poste ai domiciliari dai Carabinieri del Nas nell’ambito dell’operazione sui “ripetuti e violenti” maltrattamenti su disabili commessi nella struttura riabilitativa dei “Padri Trinitari” di Venosa. Alle prime ore dell’alba sono state eseguite anche le misure cautelari di cinque divieti di dimora e di due interdizioni dalla professione medica. I particolari sono stati illustrati in una conferenza stampa negli uffici della Procura della Repubblica di Potenza alla quale hanno partecipato il Procuratore capo facente funzioni, Francesco Basentini, il pm Vincenzo Lanni, il comandante del Nas di Napoli, tenente colonnello Vincenzo Maresca, e il comandante del Nas di Potenza, capitano Carmelo Marra.
Nel corso degli anni i due medici Michele Germano, impegnato nel reparto di neuropsichiatra infantile e Francesco Mango, chirurgo specializzato in psicologia clinica, nell’Istituto dei Padri Trinitari di Venosa hanno “omesso di registrare l’invio al pronto soccorso di alcuni pazienti per ferite lacero-contuse varie e traumi cranici”. E’ quanto emerso da 22 cartelle cliniche e diari clinici sequestrati dai Carabinieri del Nas nell’ambito dell’operazione “Riabilitazione invisibile” coordinata dalla Procura della Repubblica di Potenza.
Nei confronti dei due medici, Michele Germano e Francesco Mango è stata emessa la misura cautelare della sospensione ed interdizione dalla professione medica.
Le otto persone arrestate e poste ai domiciliari sono gli assistenti ai disabili Giovanni Adorno, Bartolomeo Genosa, Salvatore Marilli, Michele Mollica e gli educatori Vincenzo Briscese, Filippo D’Argenzio, Sergio Di Tria e Rocco Divietri.
Il divieto di dimora nel comune di Venosa è stato disposto nei confronti di Gerardo Antonio Pepe, coordinatore degli educatori e degli assistenti disabili e degli educatori Sebastiano Paradiso, Michele Pugliese e Donato Santoliquido.
Per padre Angelo Cipollone il divieto di dimora invece riguarda Venosa e Bernalda, l’altro comune lucano dove i Padri Trinitari gestiscono un altro centro riabilitativo.
Di seguito alcuni particolari sull’inchiesta “Riabilitazione invisibile”.
Calci, pugni, schiaffi e “trascinamenti a terra” per essere trasferiti dal corridoio alle stanze: è “l’inaccettabile e penoso sistema di vita quotidiano” che hanno dovuto subire alcuni ospiti di una struttura riabilitativa di Venosa (Potenza), interrotto stamani dai Carabinieri del Nas. Maltrattamenti “ripetuti” e “violenti” sugli ospiti, tutte persone con disabilità, avvenivano all’interno di una struttura per la riabilitazione gestita dai Padri Trinitari.
Tra le persone coinvolte, a vario titolo, negli episodi accertati dagli investigatori ci sono dipendenti del centro riabilitativo, ma anche medici e un religioso.
Otto educatori ed assistenti ai disabili sono stati quindi arrestati e posti ai domiciliari nell’inchiesta “Riabilitazione invisibile” coordinata dalla Procura di Potenza. In tutto 15 le misure cautelari, compresi due provvedimenti di interdizione dalla professione per due medici e cinque divieti di dimora a Venosa, fra cui un religioso, responsabile legale di un istituto medico psico-socio pedagogico.
L’inchiesta verte su una struttura riabilitativa di Venosa, in provincia di Potenza, ed è partita dalla denuncia della madre di un paziente che più volte aveva notato sul corpo del figlio ematomi e graffi. Le indagini sono state condotte anche con intercettazioni audio-video e telefoniche nonché con attività tradizionali quali ispezioni, riscontri testimoniali ed acquisizione di documentazione sanitaria. I video hanno permesso di rilevare episodi di maltrattamenti come calci, pugni, schiaffi e trascinamenti a terra per spostare i pazienti dal corridoio alle stanze.
Per altri ricoverati viene contestata l’assenza di attività ludiche, ricreative e riabilitative, con completo disinteresse del personale dipendente. Inoltre dall’esame di 22 cartelle cliniche e diari medici, sottoposti a sequestro, si è riscontrato che gli unici due
medici presenti avevano omesso di registrare negli anni l’invio al pronto soccorso di alcuni pazienti per ferite lacero-contuse e traumi cranici. I reati contestati a vario titolo sono concorso in maltrattamenti e falsità ideologica ed omissione di atti d’ufficio.
Maltrattamenti su disabili nella struttura riabilitativa “Padri Trinitari” di Venosa, nota di SPP (Sindacato Polizia Penitenziaria) e del Movimento Una Nuova Italia Aldo Di Giacomo
I gravissimi fatti avvenuti nella struttura riabilitativa dei «Padri Trinitari» di Venosa, in attesa che l’inchiesta giudiziaria comunque accerti ogni responsabilità anche in materia di controlli e verifiche da parte di chi è preposto a questo tipo di controlli, per fare chiarezza su ogni aspetto, sono ancora più odiosi perchè hanno come vittime persone disabili. A sostenerlo è il segretario generale del SPP (Sindacato Polizia Penitenziaria) e del Movimento Una Nuova Italia Aldo Di Giacomo che nell’ambito della campagna denominata “vittime e carnefici” in svolgimento in tutto il Paese annuncia una serie di iniziative a tutela delle fasce più deboli che è da sempre uno dei compiti che le forze dell’ordine assolvono con particolare attenzione per la difesa delle vittime e la lotta, senza risparmio di energie, agli autori di tali reati.
Tra le vittime a favore delle quali stiamo conducendo una battaglia fuori e dentro le carceri, i disabili – aggiunge – meritano maggiore attenzione. C’è innanzitutto un vuoto legislativo da colmare – sottolinea Di Giacomo – Ad esempio il costante aumento di maltrattamenti e violenze fisiche e psicologiche contro persone che si trovano in strutture di accoglienza socio-riabilitativa come purtroppo in case di riposo per anziani e la particolare aggressività verso le fasce più esposte, devono indurre a riflettere sulle legislazioni che altri Paesi Europei hanno adottato per cercare di contrastare questo fenomeno. Da noi invece, c’èil rischio di assuefazione rispetto ai numerosi “fattacci di cronaca” e di tempi lunghi delle inchieste giudiziarie.
Dunque servono pene più dure per gli autori di questo tio di reati a partire dal licenziamento immediato del personale che si macchia della colpa gravissima di maltrattamento fisico e psicologico senza alcuna attenuante possibile. Anche la mancanza di qualificazione professionale degli educatori richiede una maggiore attenzione per lo svolgimento delle attività di assistenza e riabilitazione richiamando Aziende Sanitarie e Regione a non limitarsi al solo finanziament delle attività.
Maltrattamenti su disabili nella struttura riabilitativa “Padri Trinitari” di Venosa, nota di Massimo Zullino. consigliere comunale di Venosa.
Dalla notizia appresa stamani sui presunti maltrattamenti ai danni di soggetti disabili ospiti del centro di riabilitazione della Città Oraziana, le indagini condotte dai Carabinieri del NAS delineano un quadro davvero sconcertante. È una brutta parentesi – dichiara Massimo Zullino Consigliere Comunale di Venosa- per la comunità venosina che mi onoro di rappresentare. Non più tardi di circa un anno fa la nostra Città è stata insignita del titolo di “Città dell’Accoglienza” ed il Sindaco e l’amministrazione tutta ne vantano il successo unitamente allo stesso Istituto Padri Trinitari. I fatti accaduti nella struttura diretta dal religioso “Padre Angelo Cipollone”, se confermati dalle autorità competenti, non fanno altro che danneggiare l’immagine della nostra amata Venosa che ha dato i natali a illustri nel mondo della cultura, dell’arte e per la sua storia in generale. Personalmente sono costretto a prenderele distanze da quanto accaduto e mi riservo di chiedere al Sindaco di assumere una posizione a tutela della comunità per l’eventuale danno all’immagine che la nostra città potrà subire nell’ipotesi in cui i fatti contestati dovessero risultare confermati in giudizio penale. Venosa non merita di finire in prima pagina e su tutte le reti nazionali a causa di una perpetrata,ma eventuale,“mala gestio” amministrativa che, negli anni, ha portato a questo triste epilogo. Non mi riferisco solo alle vicende di maltrattamento, che lascio giudicare alla magistratura, ma soprattutto a quanto emerso dalle indagini dei Carabinieri del NAS e pubblicate sui quotidiani regionali e reti nazionali, ovvero: scarsa preparazione professionale degli operatori, assenza di requisiti minimi di accesso alla professione, falsificazione delle cartelle cliniche degli ospiti ecc… Io credo che, oltre al comportamento dei singoli operatori, ancora da accertare in sede penale, ancor più grave sia il comportamento di chi avrebbe permesso che ciò accadesse. Trattare con persone che hanno delle disabilità, a volte anche gravi, non è semplice come qualcuno possa pensare. Si tratta di persone indifese, incapaci di esternare le loro difficoltà, costrette alla continua e pressante assistenza fisica e mentale da parte di chi è deputato a tale mansione. Non a caso la convenzione con la ASL locale, ben remunera mensilmente il lavoro svolto dall’istituto di riabilitazione, ma con quale professionalità? In qualità di consigliere sarà mia premura dare ascolto ai cittadini per capire se di tale comportamenti ve ne erano già a conoscenza. Francamente spero di non trovare alcun riscontro, altrimenti saremo costretti a prendere atto di un fatto ben più grave: l’omertà. Ma a quale prezzo? Spero venga fatta chiarezza al più presto. Ne vale dell’immagine e del futuro della stessa struttura e della nostra comunità. Mi sento, al contempo, di rassicurare tutti i Lucani sulla serietà e bontà del progetto istituzionale all’avanguardia nazionale. Venosa e la struttura non sono certamente come apparentemente dipinti dalla triste vicenda, da qui l’invito a visitare la nostra splendida città.
La fotogallery relativa ai maltrattamenti avvenuti nella struttura dei Padri Trinitari di Venosa