Il professore universitario tedesco Ulrich Fuchs ha raggiunto in mattinata la città di Matera per incontrare i componenti della Fondazione Matera-Basilicata 2019 e per offrire al pubblico nel tardo pomeriggio all’interno di Casa Cava una lectio magistralis sulle “Capitali europee della cultura oggi”.
L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione Matera Basilicata 2019 a meno di un mese dall’incontro di monitoraggio finale con la Commissione Europea prevista il prossimo 18 aprile a Bruxelles, fondamentale per l’assegnazione del premio Melina Mercouri di 1500 euro.
A dare il benvenuto al prestigioso ospite, sono stati il Direttore della Fondazione Matera Basilicata 2019, Paolo Verri, e la Manager Culturale Ariane Bieou.
Docente presso diverse università europee, Fuchs ha una lunga e ampia esperienza nelle Capitali Europee della Cultura: project manager dal 2003 al 2005 del team che ha preparato la candidatura di Brema a Capitale Europea della Cultura nel 2010, è stato tra il 2005 e il 2010 direttore artistico di Linz Capitale Europea della Cultura 2009, poi vice direttore artistico e direttore di Marsiglia-Provenza 2013 fra il 2010 e il 2014. Dal 2014 è membro e presidente della Giuria di esperti della Commissione Europea per la selezione e il monitoraggio delle Capitali europee della cultura.
Nella sua lectio, Fuchs ha approfondito il tema della nuova identità delle Capitali Europee della Cultura e del rinnovato approccio adottato nella selezione da parte della Commissione Europea, soffermandosi poi sulla visione e la complessità operativa che caratterizza i progetti delle Ecoc. Un focus è stato dedicato ai rischi e le opportunità per le città connessi al conseguimento del titolo, con una testimonianza privilegiata sull’esperienza diretta di Fuchs a 10 anni di distanza da Linz 2009 e a 5 anni da Marsiglia 2013, anche per ciò che riguarda il lato umano di questa avventura.
Fuchs ha dichiarato: “Una capitale europea della cultura come Matera deve capire cosa può dare all’Europa e l’Europa deve capire cosa può dare a Matera. La città deve puntare sulla storia del proprio territorio per valorizzare anche gli aspetti negativi, che possono diventare un’opportunità. Linz è diventata capitale europea della cultura nel 2009. E’ la terza città austriaca, una città industriale, nota sopratutto per il nazismo e per Hitler. Anche una storia negativa come questa può diventare un’occasione per promuovere cultura. La cultura deve essere portata all’esterno, negli spazi pubblici e non può restare solo nei musei. Linz ha unito natura, cultura e industria. Ha stimolato creazioni artistiche all’interno dei centri commerciali coinvolgendo gli imprenditori, ha realizzato una mostra d’arte sotterranea nelle grotte che sono presenti in quella città, ha proposto una mostra di arte contemporanea sui tetti dei palazzi, ha creato aree di silenzio per realizzare dei rifugi acustici, in modo da allontanarsi dal rumore delle fabbriche. Marsiglia è diventata capitale europea della cultura nel 2013. In Europa era nota per una cattiva reputazione legata alla delinquenza e allo spaccio di droga. Ha creato un museo in un’area industriale, ha fatto investimenti in spazi pubblici da destinare ad eventi culturali, ha preparato i cittadini alla cerimonia inaugurale, ha portato in città 5 mila pecore grazie ad un’intesa tra Francia e Marocco per rievocare la transumanza. Con gli eventi ha portato a Marsiglia 11 milioni di persone, 6 milioni per le mostre, ha creato eventi con artisti dell’area del Mediterraneo, ha chiamato un artista palestinese per riprodurre con il sapone in una fabbrica di sapone la dichiarazione dei diritti dell’uomo. Ovviamente per una capitale europea della cultura come Matera è fondamentale pensare anche a quello che accadrà dopo il 2019. I flussi turistici ovviamente caleranno nel 2020 come è stato verificato anche nelle altre capitali europee ma bisogna subito mettersi al lavoro per ripartire e far si che il flusso possa progressivamente aumentare, trovando ovviamente anche una stabilizzazione”.
Nella sua lectio, di fronte a una Casa Cava affollata e attenta, Fuchs ha spiegato che ogni Capitale Europea della Cultura è unica e diversa dalle altre, e che per questo non ha senso copiare dei modelli. Obiettivo di questo intenso e affascinante percorso è trovare la propria specifica modalità per mostrare al pubblico europeo cosa si può imparare dalla città, dalla sua storia, e cosa la città e i suoi cittadini possono imparare dall’Europa, guardando oltre i propri confini. Altro tema centrale è quello della legacy, ossia di ciò che resta dopo l’anno da Capitale Europea della Cultura, un’eredità che non va valutata solo in termini quantitativi e statistici (numero di turisti, ristoranti, servizi, hotel, spazi pubblici), quanto piuttosto in termini qualitativi, utilizzando come indicatori l’accessibilità alla cultura, la valorizzazione dell’identità della città, l’orgoglio dei suoi cittadini, il livello internazionale dei progetti realizzati.
Per spiegare tutto ciò, Fuchs ha portato all’attenzione del pubblico i due esempi di Capitali Europee della Cultura di cui ha curato la direzione artistica. Per Linz 2009 l’obiettivo è stato quello di introdurre una nuova narrativa che cambiasse l’immagine della città da centro industriale a centro culturale, attraverso la triade natura/cultura/industria intesa anche come formazione e lavoro per i giovani. Nel caso di Marsiglia 2013 invece si è voluto ribaltare l’idea di una città spesso associata alla delinquenza, con un’operazione di ristrutturazione di alcune aree più disagiate, ma anche con il coinvolgimento dell’intero territorio regionale della Provenza, per attivare collaborazioni e superare divisioni, e con una grande apertura verso il Mediterraneo. In entrambe le città, centrali sono stati i progetti di valorizzazione della storia cittadina attraverso istallazioni di arte contemporanea nello spazio pubblico, un’operazione altamente democratica funzionale al coinvolgimento di quelle persone che solitamente restano distanti dai luoghi tradizionali della cultura. Altre leve fondamentali nella costruzione del palinsesto della manifestazione sono state inoltre l’autenticità e l’onesta, necessarie per costruire la fiducia della gente, e l’equilibrio fra la partecipazione della scena creativa locale e quella internazionale.
Sollecitato dalle domande del pubblico, Fuchs ha voluto sottolineare che il successo della manifestazione non dipende solo dal team di lavoro della Capitale Europea della Cultura ma da tutta una serie di stakeholder, dal vigile urbano all’albergatore, dagli autisti dei mezzi di trasporto alle Istituzioni, che devono lavorare di concerto affinché il visitatore si senta ben accolto e parte della città. Senza dimenticare che la cultura non può risolvere i problemi sociali, economici e politici di una città, cosa che invece compete a chi opera negli specifici settori.
In chiusura, Fuchs ha invitato a trasformare in programma artistico e culturale l’idea di cui il Sindaco di Matera, Raffaello De Ruggieri, si fa da lungo tempo ambasciatore, ossia di Matera come modello di riscatto sociale per l’Europa, città millenaria che ha saputo riscrivere la sua storia e che ora punta a valorizzare le sue risorse e tradizioni con l’ausilio della tecnologia.
“Dopo la fatica di questi anni – ha detto Fuchs – nel 2019 sarete davvero molto contenti dei risultati raggiunti”.
L’incontro ha concluso anche il percorso di build-up dei Makers & Linkers, ossia di potenziamento delle competenze, che ha coinvolto 40 profili tra senior e junior selezionati per diventare professionisti della gestione e produzione culturale (“Makers”) ed esperti di coinvolgimento del pubblico (“Linkers”) in vista di Matera 2019.
Michele Capolupo
La fotogallery dell’incontro con Ulrich Fuchs (foto www.SassiLive.it)