Inchiesta “Riabilitazione invisibile” per struttura “Padri Trinitari di Venosa”, Summa (segretario regionale Cgil): “Fatti gravi e vergognosi. Prioritario il tema dei livelli di controllo delle strutture sanitarie”
Quanto si è verificato all’interno della struttura di riabilitazione Padri Trinitari di Venosa non solo è inaccettabile e vergognoso. Si tratta di fatti gravissimi quelli oggetto dell’inchiesta giudiziaria, commessi proprio da parte di chi avrebbe dovuto assicurare assistenza e cura a soggetti deboli e indifesi. Fatti inaccettabili e verso i quali va la nostra ferma condanna. Faremo tutte le verifiche del caso e qualora risultassero coinvolti lavoratori iscritti alla Cgil provvederemo alla loro immediata espulsione.
Questa vicenda pone ancora una volta in evidenza la centralità del tema su come rafforzare i livelli di controllo nelle strutture sanitarie pubbliche e private della nostra regione attraverso autorizzazioni e accreditamenti che non siano limitati alla mera verifica formale di requisiti tecnici e organizzativi.
Il punto vero è l’individuazione di standard e indicatori di risultato che guardino alla salvaguardia dei diritti degli utenti. Non basta avere la porta antincendio e l’ascensore, non è questo che si intende quando si parla di standard.
È questa la vera ed impellente sfida per assicurare servizi e assistenza degni di un Paese che si riconosca civile guardando in primo luogo ai più deboli, a coloro che da soli non hanno voce alcuna.
Si, anche qui in Regione e a Matera, ricevuto l’accreditamento questo resta a vita, intoccabile, trasmesso agli eredi al pari di un titolo nobiliare, non sono noti ritiri di accreditamento da processi ispettivi e di verifica, e si crea anche un cartello atto a non fare entrare altri attori, per detenere il primato, limitare la libera scelta e avere l’utenza al giogo. Abbiamo un caso in cui addirittura non c’è concorrenza o alternativa, pur in presenza di una domanda sempre crescente. E chi dà fastidio o richiede maggiore impegno, il giusto impegno, resta a casa fra le mura domestiche. Come ha scritto ieri la sempre obiettiva Lucia Serino che ha colto ancora una volta l’esigenza e il sogno di pazienti e famiglie; “ un enorme investimento…. quasi un paese nel paese: case aperte all’accoglienza e alla cura di uomini e donne, giovani e anziani malati o diversamente abili, sottratti al buco nero dell’isolamento casalingo e consegnati a un programma di seconda possibilità non solo fisico-psicologico ma anche e innanzitutto esistenziale, di vita. …. Una preziosa certezza.” Non sono codeste violenze fisiche ma morali, e il dolore e l’indignazione è identica, se non maggiore. Che si sappia, nulla è per sempre, “nessun impero, anche se sembra eterno, può durare all’infinito.”