La stazione spaziale cinese Tiangong 1 è entrata in collisione con l’atmosfera terrestre alle 2,16 ora italiana di lunedì 2 aprile e quaranta minuti dopo i frammenti si sono dispersi nell’oceano Pacifico. La notizia è stata data dal Comando strategico degli Stati Uniti e dall’Ufficio spaziale cinese secondo il quale la sonda si è immediatamente incendiata e distrutta quanto ha impattato il primo strato della nostra atmosfera. I detriti, quindi, si sono dispersi nel Pacifico senza provocare danni.
Le previsioni fatte nei giorni scorsi avevano ipotizzato che anche l’Italia potesse essere interessata dalla caduta dei detriti. Con un rischio bassissimo fino a diventare quasi nullo allo scoccare della mezzanotte, tra domenica 1 e lunedì 2 aprile, con una finestra infinitesimale di probabilità per l’isola di Lampedusa. La Tiangong-1, ossia il ‘Palazzo celeste’, è stata la prima stazione spaziale cinese. Era una sorta di cilindro lungo 10,5 metri, con un diametro di circa tre metri e due pannelli solari delle dimensioni di sette metri per tre. Al momento del lancio pesava otto tonnellate e mezzo. Non era fra i veicoli spaziali più grandi, rispetto ad altri che in passato hanno subito lo stesso destino. La Tiangong-1 ha concluso così la sua storia, dopo avere trascorso in orbita 2.375 giorni e 21 ore.
Il monitoraggio della stazione spaziale cinese in caduta verso la Terra è stato effettuato in Italia anche con il contributo del Centro di Geodesia Spaziale di Matera.