Nel cinema comunale si è svolto il consiglio comunale di Matera dedicato alla giornata contro la violenza sulle donne. Riportiamo di seguito gli interventi di Nunzia Antezza, presidente commissione politiche sociali, della senatrice Maria Antezza, del presidente del consiglio comunale Brunella Massenzio e dei consiglieri comunali Antonella Paradiso e Bruna Rondinone.
“Abbiamo lavorato in Commissione Politiche Sociali per preparare i lavori di questo importante Consiglio anche in ossequio al solenne appello del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Appello che da questa sede rilanciamo nel suo alto contenuto, offrendo la nostra riflessione, alla comunità materana, alle sue associazioni, alle sue istituzioni per fare della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne non solo un momento di comune e concreta riflessione, ma, anche una linea di azione per la promozione della cultura, del rispetto, delle parità e dei diritti delle donne”. Lo ha detto Nunzia Antezza, presidente della commissione consiliare alle Politiche sociali, nel corso del suo intervento al Consiglio comunale di Matera dove stamane si è discusso l’unico punto all’ordine del giorno “Giornata contro la violenza sulle donne”.
“Parto dalla considerazione – ha continuato Antezza – che la violenza usata rappresenta l’aspetto più drammatico di una violazione dei diritti umani e di una riduzione dell’opportunità di vita delle donne. La donna che lavora deve garantire la “doppia presenza”. Questa doppia presenza la realizziamo a prezzo di enormi sacrifici. Noi donne dobbiamo acquisire la complessa e difficile capacità di abitare mondi molto diversi e logiche temporali assai differenti tra di loro. Questo transito è tanto più difficile al Sud Italia dove i servizi per la conciliazione, sono, dove più e dove meno, carenti.
Dico questo sapendo che la situazione sta migliorando. Resta presente il divario di genere nella rappresentanza politica che non tende affatto a diminuire, anzi. Così come nella conduzione delle imprese, anche, se la Basilicata ha numeri abbastanza buoni nello sviluppo dell’impresa donna. Come dice l’odg, prodotto per l’odierno consiglio, desideriamo sottolineare la necessità di tener alta l’attenzione sul tema della violenza di genere per promuovere una cultura del rispetto della dignità femminile. Desidero innanzitutto ricordare un po’ di storia.
Ricordare che, solo trent’anni fa, nel 1981, non vi erano gli strumenti giuridici di tutela che oggi abbiamo contro la violenza.
Oggi non è più così, grazie alla battaglia delle donne e dei progressisti che portò all’approvazione della legge 442 del 1981, legge che, dopo quella sul divorzio, sul nuovo diritto di famiglia e il referendum sull’aborto, cancellò l’articolo 584 del Codice Penale e, con lui, il cd «delitto d’onore». Ma il fenomeno della violenza di genere, superato in parte dal punto di vista legislativo, ancora oggi appare in tutta la sua drammaticità.
Le donne uccise in sei anni sono state 650. Negli ultimi due anni le donne uccise costituiscono l’82% delle persone uccise. Ricordo anche che nel 75% dei casi di omicidio ci sono state precedenti violenze dell’uomo sulla donna. Inoltre se si pensa che delle donne che subiscono maltrattamenti solo il 18,2% considera la violenza subita in famiglia un reato e il 45,2% di chi subisce violenza dal partner attuale non ne parla con nessuno.
Ciò è molto grave e fa emergere che il fenomeno della violenza è molto più diffuso di quanto si sappia, considerando anche che circa il 90% delle violenze causate da un partner non viene denunciato.
Di fronte a queste considerazioni è opportuno qualificare ulteriormente, anche, le iniziative dedicate all’ordine e alla sicurezza.
Perciò il Consiglio comunale ritiene indispensabile contrastare la violenza contro le donne assumendola come priorità culturale e richiama l’attenzione della città e delle sue istituzioni sulla necessità di:
fornire aiuti alle vittime a tutti i livelli (giuridico, sanitario, psicologico, professionale e finanziario);
creare sezioni specializzate presso i Tribunali ( con competenze civili e penali) dedicati alla lotta contro la violenza di genere;
implementare un sistema che consenta meccanismi facilitati per impedire la diffusione di pubblicità sessiste e discriminatorie;
progettare interventi formativi di sensibilizzazione all’uguaglianza e contro la violenza di genere e sostenere l’importanza dell’educazione all’affettività e alla relazione nei programmi scolastici e sui luoghi di lavoro pubblici e privati;
potenziare i centri antiviolenza che aiutano le donne in difficoltà, (anche utilizzando appositi bandi ministeriali o comunitari);
Penso che noi donne presenti nel consiglio, insieme ai colleghi, dobbiamo impegnarci perché il parlare di politica delle donne riguadagni il senso e la centralità che merita.
Soprattutto per quanto riguarda la ricerca di momenti e di linguaggi comuni tra esperienze, generi e posizioni politiche diverse.
Che questo nuovo modo di essere in politica e nelle istituzioni anche a Matera rivitalizzi le associazioni femminili potendo contare sulle azioni che l’amministrazione intende avviare per dare valore e forza alle donne ed al loro contributo per lo sviluppo di questa nostra terra.
Un impegno di lavoro essenziale in un momento di così grande frammentazione sociale. Un impegno delle donne basato su una autonomia autentica, ma, non di autosufficienza, che rafforza la ricerca di trasversalità e sinergie attraverso il rispetto e l’ascolto reciproco.
Ripartire dal ricco e articolato mondo delle donne, capace di migliorare il dialogo tra i generi e quello tra le generazioni.
Invochiamo una gestione politica che sappia valorizzare le differenze in modo da unire la società materana e non dividerla.
Perciò dobbiamo saper parlare in modo nuovo di autodeterminazione, della condivisione dei lavori di cura e della gestione famigliare, del lavoro e della sua precarietà, della salute, della necessità di sviluppare i servizi e di renderli sostenibili.
Con e insieme agli uomini dobbiamo saper parlare di come ridurre la violenza presente nelle relazioni tra i generi prodotta, spesso, dal carico di negatività ancora presente nella cultura maschilista e veicolato dai mass-media più attenti all’immagine che al messaggio.
Concludo ringraziandovi dell’attenzione e con l’impegno a costruire in città una nuova fase nei rapporti di genere e di generazione, attraverso un piano di lavoro che possa essere pienamente condiviso e quindi realizzato, tutti insieme.
Nunzia Antezza, presidente Commissione politiche sociali
VIOLENZA DONNE, ANTEZZA(PD): “E’ EMERGENZA SOCIALE CHE SI COMBATTE PROMUOVENDO CULTURA DEL RISPETTO” “LA CULTURA DEL RISPETTO COME PRIORITA’ DELL’AGENDA POLITICA”
Dichiarazione della senatrice del Pd Maria Antezza in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne
“La violenza contro le donne si combatte principalmente promuovendo una cultura del rispetto della dignità femminile”. Lo afferma la senatrice del Pd Maria Antezza, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. “La lotta alla violenza contro le donne è un’emergenza sociale, nel nostro Paese e nel resto del mondo. Le cifre che emergono dal rapporto dell’Istat dimostrano, ad esempio, che in Italia oltre 14 milioni di donne sono state oggetto di violenza fisica o psicologica. I dati ci dicono anche che in tutto il mondo la violenza del partner è la prima causa di morte per le donne tra i 14 e i 44 anni. Si tratta di cifre impressionanti – ha sottolineato Antezza – che confermano quanto il problema sia attualissimo, una piaga della società purtroppo persistente. Per questo è necessario che vi sia un impegno collettivo, unitario, contro ogni forma di discriminazione e di sopruso per far trionfare la cultura del rispetto, della parità e dei diritti delle donne. E’ necessario che il governo metta tra le sue priorità l’attuazione di misure concrete sul fronte della prevenzione e dell’assistenza”. “L’augurio – ha concluso Antezza – è che giornate come quella di oggi aiutino a mantenere alta l’attenzione su un tema così importante, affinché le donne siano rispettate e valorizzate”
Maria Antezza, senatrice PD
Intervento del Presidente del Consiglio comunale Brunella Massenzio
Al Consiglio comunale del 25 novembre 2011 in occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. “Abbiamo voluto tenere un Consiglio comunale in occasione della giornata mondiale per l’eliminazione della violenza contro le donne, perchè la violenza contro le donne è un problema globale e come tale deve essere affrontato; è un problema degli uomini che agiscono con violenza e degli uomini che non sono violenti; delle donne vittime di violenza che con coraggio la denunciano, delle donne che non riescono a denunciarla, delle donne che non la conoscono o in tanti casi non la riconoscono”.Tanto ha affermato nel suo intervento il Presidente del Consiglio comunale della Città di Matera Brunella Massenzio.Un intervento introduttivo dei lavori del Consiglio odierno nel corso del quale ha, altresì, ribadito: che per affrontare alla radice il problema è necessario che il tema della violenza di genere sia inserito nelle agende dei Governi, che ci sia un’assunzione di responsabilità da parte di tutte le Istituzioni. Perché quando una donna viene picchiata, strangolata, accoltellata, acidificata, bruciata è lo Stato, l’intera collettività ad essere colpevole.L’ordinamento italiano è ancora privo di una definizione normativa di violenza di genere. L’assenza di tale definizione riflette una inconsapevolezza generale, che si registra anche in capo alle Istituzioni, dell’origine comune di ogni forma di violenza commessa nei confronti delle donne in quanto donne, intesa come violazione dei diritti fondamentali delle donne a causa della loro appartenenza al genere femminile.Le raccomandazioni del Consiglio d’Europa hanno invitato gli Stati membri ad adottare misure per la tutela della salute e la sicurezza delle donne. Hanno ribadito il carattere diffuso della violenza domestica contro le donne, che ne subiscono conseguenze a tutti i livelli: casa, salute, comportamento, relazioni sociali, educazione, libertà di vivere la propria vita. Questo fenomeno endemico riguarda tutti i Paesi europei ed è presente in tutte le categorie e classi sociali. La violenza domestica può manifestarsi in diverse forme quali l’aggressione fisica, l’abuso, la violenza sessuale, le minacce, l’intimidazione e la violenza psicologica.L’Assemblea ha considerato gli atti di violenza domestica come atti criminali e ha invitato gli stati membri ad assumersi l’obbligo di prevenire, istruire e punire gli atti di violenza domestica, offrendo in tal modo una protezione alle vittime. Sono stati sollecitati i governi a mettere in atto politiche efficaci di sensibilizzazione e campagne di informazione per porre la popolazione nella condizione di conoscere ed essere educata sul tema.A conferma di ciò va ricordato quanto emerso nel corso della prima Conferenza Internazionale sulla violenza contro le donne nell’ambito della Presidenza Italiana del G8 nel 2009. In quella sede è stata affermata la necessità di educare tutte le società ai valori dell’uguaglianza senza distinzione di “sesso, religione, razza, lingua, opinioni politiche, condizioni personali e sociali e di creare una grande alleanza tra tutti i Governi e la società civile per porre fine a ogni forma di violenza contro le donne”.E’ stata riconosciuta la necessità e l’importanza dell’elaborazione di strategie di intervento collettivo a livello locale per prevenire il fenomeno e dare assistenza alle vittime, nonché è stato sollecitato il miglioramento delle statistiche sulla violenza domestica e l’ aumento delle risorse per sostenere i servizi sociali che trattano il problema della violenza domestica.Una recente indagine ISTAT, eseguita per via telefonica su tutto il territorio nazionale, ha raccolto i seguenti risultati, che parlano da soli, Le donne tra i 16 e i 70 anni che dichiarano di esser state vittime di violenza, almeno una volta nella vita sono il 78,7% della popolazione femminile; considerando il solo stupro, la percentuale è del 4,8% (oltre un milione di donne), il 2,3% delle donne afferma di essere stata violentata dal partner; il 91,6% degli stupri, in base a dati ISTAT, non è segnalata alle autorità. I’ 81,7% delle donne afferma di essere stata oggetto di ricatti sessuali sul luogo di lavoro; quasi nessuna denuncia; Il 93% delle violenze perpetrate dal coniuge non viene denunciata. Contrastare la violenza significa generare al contempo un cambiamento culturale e sociale, attivare necessarie azioni sinergiche: sensibilizzare e informare, promuovere attività di educazione, di prevenzione e di cura, attivare rapporti fecondi di collaborazione tra le strutture sul territorio. In questa ottica l’Amministrazione comunale di Matera si è mossa speditamente, continua Brunella Massenzio.Già lo scorso anno, con un ordine del giorno approvato all’unanimità, il Consiglio Comunale si è occupato della problematica e, in particolare, ha impegnato il Sindaco e la Giunta- ad istituire un centro d’ascolto contro la violenza sulle donne,- ad istituire una commissione permanente di monitoraggio e studio finalizzati alla elaborazione di una cultura liberatrice dalla prigione della subcultura sessista e maschilista, che trova nella rappresentazione mercificata della donna la legittimazione per comportamenti violenti e degradanti anche da parte delle nuove generazione;- ad investire risorse per l’elaborazione di progetti scolastici e in attività finalizzate allo studio e alla comprensione del fenomeno della violenza sulle donne.Sulla base degli indirizzi programmatici forniti dal Consiglio, l’Amministrazione ha posto in essere numerose azioni e in particolare ha avviato l’iter per l’istituzione del centro d’ascolto, già finanziato dalla regione Basilicata.Ha, inoltre, avviato un progetto per creare una rete interistituzionale, intercomunale e interprovinciale, pubblico-privato, che aderirà alla Rete Nazionale Antiviolenza. La rete mira a creare standard, procedure e metodologie condivise per garantire interventi tempestivi, coerenti e omogenei vista la complessa articolazione delle problematiche connesse al fenomeno, in relazione al territorio, alle fasce di età e alle condizioni bio-psico-sociali delle donne. Posso dunque affermare che l’impegno dell’Amministrazione in questo ambito è tangibile”.Ha concluso così il Presidente del Consiglio comunale Brunella Massenzio, non prima di ringraziare la D.ssa Celestina Gravina Procuratore presso il Tribunale di Matera, per la sua relazione introduttiva, la D.ssa Rotondaro , psicologa dei servizi sociali del Comune di Matera, ma soprattutto gli studenti di alcuni Istituti superiori della Città per il loro prezioso contributo offerto al dibattito.
Brunella Massenzio, Presidente Consiglio comunale di Matera
Intervento del consigliere comunale del PD Brunella Rondinone
“Impariamo a riconoscere la violenza che viene esercitata sulle donne a qualunque livello e soprattutto tra le mura domestiche , quella che viene percepita nello spirito , nella mente e sul corpo delle donne.
Ad esercitarla non è come spesso si pensa un soggetto affetto da disturbi psichici o del comporartamento, ma un uomo qualunque uno di noi che ce l’ha nel suo Dna, e che contestualmente colpisce non solo la donna, ma da atto ad una violenza assistita esercitata sui figli.
Sono daccordo con l’OMS quando definisce la la violenza sulle donne come un problema di sanità pubblica per le implicazioni strettamente mediche e di impatto sociale che questo fenomeno provoca, basti pensare alle implicazioni sulla salute mentale che spesso accompagnano chi subisce tali violenze. E’ compito di tutti noi far sì che vengano tutelati i diritti e rispettate le intelligenze delle donne a tutti i livelli”.
Consigliere comunale del PD Bruna Rondinone
PARADISO (CONSIGLIERE COMUNALE PD): “L’IMPORTANZA DELL’EDUCAZIONE NELLA NON VIOLENZA E DELLA DENUNCIA”
La difesa contro la violenza fisica e psicologica che la donna atavicamente subisce è una questione di natura culturale ed educativa. Culturale perché nella famiglia, nella comunità, nella scuola, nel posto di lavoro, resiste tuttora il retaggio di una pretesa superiorità maschilista. Educativa perché come effetto di questo retaggio si omette di intraprendere sul piano educativo una evoluzione radicale del rapporto uomo-donna. E’ preminentemente compito della donna in quanto moglie, madre, figlia, iniziare la riscossa operando direttamente nei propri ambiti in cui questa svolge la sua vita e la sua attività, lottando anche nell’ambito delle istituzioni pubbliche e private per un totale cambiamento di rotta. Antonella Paradiso ha posto l’accento anche sull’indispensabilità e urgenza che la donna denunci, senza remore e senza alcun senso di colpa i soprusi che subisce. La denuncia è l’arma deterrente contro gli autori e i fautori delle violenze.
Antonella Paradiso, Consigliere comunale PD e Vice Presidente del Consiglio Comunale di Matera