“Nella serata di venerdì 25 novembre da Palazzo Chigi, dalla segreteria del sottosegretario Catricalà, mi è stato confermato che l’ordinanza per le calamita’ del febbraio/marzo scorso che ha colpito la regione Basilicata ed in particolare l’area metapontina e’ stata firmata. Nelle prossime ore avremo il testo dell’ordinanza che utilizza le risorse stanziate nella manovra di agosto per 7 milioni di euro per mettere in sicurezza le infrastrutture danneggiate, mentre altrettante risorse sono state stanziate dalle Regione Basilicata. Con la nomina del commissario si potranno avviare gli interventi più urgenti di messa in sicurezza del territorio colpito dagli eventi calamitosi così da prevenire altri eventuali rischi idrogeologici”. Lo ha dichiarato il senatore del Pdl, Cosimo Latronico.
“L’emanazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri in attuazione della dichiarazione dello stato di calamità per l’alluvione dello scorso primo marzo rappresenta una buona notizia del governo Monti. Evidentemente la linea su cui si era attestata la Regione Basilicata, nel rifiutare la logica della tassa delle disgrazie, ha trovato nel nuovo governo quel ragionevole accoglimento che già si era avuto prima dagli uffici della Protezione Civile nazionale ma che una pervicace e cinica volontà dell’ex ministro dell’Economia e dei suoi collaboratori aveva bloccato. E questo risultato è da ascrivere alla grande azione che la Basilicata, tutta insieme, ha saputo porre in essere”. È il commento del presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo e dell’assessore alla Protezione Civile Rosa Gentile all’emanazione dell’OPCM che prevede l’utilizzo di 14,5 milioni di euro, di cui 7,5 della Regione, in gran parte fondi Fesr, e 7 del Governo, per far fronte alle spese necessarie per affrontare l’emergenza e ripristinare le infrastrutture.”Finalmente un passo in avanti – proseguono De Filippo e Gentile – ma la questione non è chiusa e dobbiamo continuare a lavorare per individuare i fondi per il ristoro dei danni ai tanti cittadini, agricoltori e imprenditori che li hanno subiti. Per questo – hanno concluso De Filippo e Gentile – stiamo lavorando su un orizzonte europeo e l’emissione dell’Ordinanza ci fa confidare nel fatto che avremo il Governo nazionale finalmente al nostro fianco”.
Aggiornamento dal presidio di TerreJoniche, nel quale il portavoce Gianni Fabbris portava avanti da quattro giorni lo sciopero della fame.
L’assessore Rosa Gentile è appena andata via dal presidio delle Tavole Palatine dove ha materialmente portato l’ordinanza per la Basilicata che aspettavamo da troppi mesi. Come avevamo deciso Patrizia Bitetti, una delle donne impegnate nel comitato l’ha letta in assemblea. Dunque l’ordinanza stavolta c’è e sono confermate le indicazioni che avevamo avuto dal SenatoreLatronico e dall’On. Ludovico Vico. Sabato 26 novembre alle ore 10 è convocata l’assemblea per prendere atto anche della situazione in Puglia e decidere della sospensione dello sciopero della fame da parte del Portavoce Gianni Fabbris.
COLDIRETTI: PREDISPORRE CON URGENZA UN PIANO D’INTERVENTO CONDIVISO
Il Presidente De Filippo, appena nominato commissario delegato per il superamento dell’emergenza derivata dall’alluvione del 1 Marzo, dia immediatamente il via alla stesura condivisa di un piano di interventi per il ristoro degli alluvionati, la messa in sicurezza del territorio e la ripresa delle attività zootecniche e agricole.
Dopo 8 mesi dal disastro, l’OPCM (Ordinanza Presidenza del Consiglio dei Ministri) tanto attesa dagli alluvionati del metapontino è arrivata: il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, è stato nominato “Commissario delegato per il superamento dell´emergenza derivante dagli eventi” alluvionali del 18 febbraio al 1 marzo 2011 nel Metapontino. 14,5 Milioni di Euro stanziati per il superamento dell’emergenza e 45 giorni per stilare un piano d’intervento che ripristini le infrastrutture, metta in sicurezza area e cittadini colpiti, dia ristoro ed agevoli la ripresa delle attività economiche. Certo, i fondi stanziati sono solo una goccia nell’oceano, ma un primo ed importante passo per la ripartenza. Coldiretti Basilicata, si congratula con il Presidente per il raggiunto provvedimento di nomina, frutto anche dell’efficace azione fatta dai parlamentari lucani e dall’Anci Basilicata insieme alle Organizzazioni Agricole e dei cittadini, e chiede che si stili immediatamente un piano d’intervento condiviso, tenendo conto del documento presentato dalla Federazione lucana lo scorso ottobre dopo la riunione con i rappresentanti politici regionali e nazionali all’Hotel Palatinum. Vista l’esiguità delle risorse, è necessario al più presto convocare un tavolo tecnico per stabilire le priorità d’intervento, definendo le aree e le modalità. Bisogna tutelare in primis il presidio produttivo nelle zone colpite e scongiurare il pericolo di una nuova e devastante calamità. Come infatti si legge nell’ordinanza, il piano deve prevedere “la definizione di un quadro di azioni ed interventi di mitigazione del rischio idraulico e geologico, attraverso la stabilizzazione dei versanti, la pulizia e la manutenzione straordinaria degli alvei dei corsi d’acqua, delle opere di difesa idraulica, al fine della riduzione degli effetti dei fenomeni alluvionali”. È l´occasione per applicare definitivamente la Legge di Orientamento in agricoltura che prevede la stipula di contratti di manutenzione del territorio tra enti locali e imprese agricole. Sono proprio gli imprenditori agricoli, da sempre custodi reali ed attivi del territorio, i primi ad essere interessati che questo territorio venga salvaguardato. Un altro obiettivo fondamentale è agevolare la ripresa produttiva da parte delle imprese. Infatti, dopo aver quantificato, come si legge nell’OPCM, il “fabbisogno per la ripresa delle attività produttive ed economiche delle attività agricole, agroindustriali, agrituristiche, zootecniche da parte di imprese che abbiano subito danni ai beni immobili, mobili registrati, mobili non registrati, scorte, insediamenti produttivi, nonché per il ripristino della funzionalità delle opere e delle infrastrutture a servizio delle aree produttive”, è doveroso lavorare al rilancio dell’attività agricola della zona. La nomina del Commissario delegato deve anche significare completa attuazione con semplificazione per l´accesso ai contenuti delle delibere regionali adottate fin dall´inizio dall´Assessore Regionale Agricoltura ma che ad oggi sia per vincoli al momento non derogabili che per rispetto del patto di stabilità finanziaria, non hanno ancora permesso la esigibilità degli oltre 5milioni stanziati da parte dei coltivatori beneficiari. La nuova OPCM deve necessariamente ritrovare anche gli spazi di maggiore flessibilità degli interventi insieme ad una maggiore dotazione finanziaria. Così come da tempo proposto da Coldiretti bisogna predisporre un fondo adeguato che serva a fornire le garanzie necessarie tramite i Cofidi agricoli per consentire alle imprese di poter accedere al sistema creditizio e consentire la liquidità per la ripresa dell´attività produttiva. È necessario, infine, che il Commissario delegato, utilizzando l´autorità riconosciutagli, possa far accogliere dal Governo Nazionale la richiesta contenuta nell´ultima delibera di delimitazione delle aree colpite circa l’abbattimento dei contributi agricoli a carico degli autonomi e dei lavoratori.
“L´azione incessante- ha affermato Piergiorgio Quarto, Presidente Coldiretti Basilicata- attivata in questi mesi da parlamentari lucani, Anci, Regione Basilicata, Organizzazioni di categoria e cittadini nell’interesse della Basilicata, mi auguro continui. In questa fase, però, non bisogna agire solo sulla spinta dell’emergenza, ma, seguendo il monito del Presidente della Repubblica Napolitano, anche nell’ottica della prevenzione. Il 90% del territorio regionale è a rischio idrogeologico. Se i cambiamenti climatici che si manifestano con un aumento della frequenza di eventi estremi, la maggiore intensità delle precipitazioni e la relativa impossibilità di assorbire l’enorme quantità di acqua che cade in pochi minuti, sono un mix micidiale che aumenta il pericolo catastrofi, la diminuzione della superficie agricola utilizzata, l’abbandono di terreni agricoli montani, l’incuria e il disboscamento, hanno favorito il dissesto idrogeologico nella nostra Regione. Dai dati diffusi dall’Istat, infatti, negli ultimi 10 anni la Basilicata ha perso circa 51.000 ha di SAU per far spazio alla cementificazione. Sbarramento e deviazioni del corso dei fiumi uniti alla mancanza di pulizia e di cura per il suolo, hanno poi aggravato il già precario equilibrio del territorio lucano. Le ultime catastrofi di Liguria, Toscana e Sicilia, ci impongono di agire con celerità al fine di prevenire le calamità. Per questo, ora più che mai, bisogna investire e agevolare il rilancio del settore primario lucano, non solo per un fine puramente economico, ma soprattutto per salvaguardare e tutelare il patrimonio idrogeologico e l’incolumità dei cittadini.”
ALLUVIONE METAPONTINO: DISTEFANO (CIA), ADESSO NUOVA LEGGE MANUTENZIONE TERRITORIO
“Il prossimo passo deve essere una nuova legge per la manutenzione del territorio”. E’ il commento del presidente regionale della Cia-Confederazione italiana agricoltori Donato Distefano all’emanazione dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri in attuazione della dichiarazione dello stato di calamità per l’alluvione dello scorso primo marzo nel Metapontino.“Con il provvedimento – aggiunge Distefano – il Governo Monti, rispetto al Governo precedente, compie un atto di giustizia sociale superando l’assurda situazione di disparità creata con gli agricoltori di altre regioni danneggiate anch’esse da eventi alluvionali, ma non possiamo fermarci ai primi interventi di ristoro, per altro parziale, dei danni subiti ben otto mesi fa, senza favorire la ripresa delle attività ed aziende agricole del Metapontino e soprattutto pensare alla prevenzione. Inoltre, la cosiddetta riforma della governance agricola deve diventare una priorità nell’agenda della verifica politica in corso alla Regione, facendo in modo che i Consorzi, riorganizzati, costituiscano le strutture fondamentali per attuare un programma territoriale di sviluppo rurale, in stretta sintonia con i titolari delle aziende agricole ai quali affidare compiti specifici di manutenzione. Bisogna adeguare i Consorzi a nuove attività riferite al riciclo dell’acqua, alla produzione di energie rinnovabili sino alla certificazione di qualità dei territori rurali”.
Nel sottolineare che la Cia, proprio in questi giorni che registrano nuovi tragici eventi alluvionali nelle regioni del Sud, ha deciso di “rispolverare” una proposta di iniziativa popolare «Ristrutturazione del territorio nazionale e potenziamento dell’agricoltura per il riequilibrio territoriale, produttivo e sociale” presentata alla Camera dei Deputati nel giugno del 1994 con la raccolta di oltre 65 mila firme, Distefano anche in qualità di vice presidente nazionale dell’Anbi (Associazione nazionale bonifiche impianti irrigui), sottolinea che gli eventi alluvionali nel solo 2010, dalle prime stime dell’Anbi, hanno prodotto danni per oltre 3 miliardi di euro; è stato calcolato che in 40 anni, dal 1950 al 1990, si sono persi 8,5 milioni di ettari di suolo (un consumo medio annuo di 213.349 ettari); nei quindici anni successivi, dal 1990 al 2005 sono stati persi ulteriori 3,6 milioni di ettari (un consumo medio annuo di 244.202 ettari). Il piano proposto dall’Anbi per il 2011 contiene 2.519 interventi per una spesa complessiva di 5 miliardi 723 milioni di euro, di cui in Basilicata 27 interventi per 105milioni 766 mila euro. Siamo consapevoli dell’entità della spesa ma – continua il presidente della Cia e vice presidente nazionale Anbi – è indispensabile individuare soluzioni idonee per il reperimento delle risorse se non vogliamo comunque spendere dieci volte di più nel giro di un triennio solo in termini di danni provocati al territorio e alle attività produttive, per lo più agricole, ed occupazionali. Pertanto, le azioni più urgenti da effettuare sono: sistemazioni idrauliche, regimazione di fossi e corsi d’acqua minori; rifacimento e ammodernamento delle reti di bonifica; realizzazione, adeguamento e rifacimento briglie ed altre opere di bonifica; realizzazione nuovi impianti idrovori; consolidamenti arginali, stabilizzazioni degli alvei e delle sponde. Nell’accordo programma tra Ministero all’Ambiente e Regioni – ricorda – sono previsti Programmi di Ambito Integrato con la mappatura dei bacini idrografici che specie nel Materano dove scorrono cinque corsi d’acqua rappresentano un rischio sempre vivo. Il programma di pulizia e sistemazione idraulico-forestale dei bacini fluviali è pertanto una necessità se non vogliamo assistere supinamente al ripetersi delle alluvioni”. “Si percorra la via della pulizia e dello scavo dei grandi e piccoli canali sui quali non si fa più manutenzione da 30/50 anni. Devono essere puliti gli alvei e dove necessario le sponde dagli alberi e dalla vegetazione che crea ostruzione e pericolo in caso di piena. Riguardo al settore agricolo, nello specifico si pensi alla rapida attuazione dei progetti, delle iniziative già mappate e individuate di cui all’accordo di programma Stato/regioni relativa alla valutazione ed alla gestione del rischio alluvioni di cui alla direttiva CE 60/2007 recepita in Italia con il D.lvo 49/2010; gestione unificata del piano di manutenzione e preservazione del territorio raccordando le varie competenze in essere con il pieno ed organico coinvolgimento delle aziende agricole e predisponendo i contratti di manutenzione e fornitura di servizi agro meccanici in ambiti definiti e mappati. Occorre porre immediato riparo e lavorare in tempi veloci –conclude Distefano – per costruire un sistema ambientale realmente sostenibile, valorizzando il ruolo primario dell’agricoltura quale volàno di riequilibrio territoriale, produttivo e sociale”.