Siamo fortemente preoccupati dalle dichiarazioni recentemente rilasciate dall’Assessore all’ambiente del Comune di Matera.
In una recente intervista, infatti, l’Assessore Elettrico avrebbe dichiarato la sua idea di “trasformare i rifiuti urbani in energia”.
Va da se che questa dichiarazione apre la strada ad una unica interpretazione, ossia l’idea dell’Assessore (non sappiamo se sua o della nuova amministrazione) di procedere alla produzione di energia elettrica attraverso l’utilizzo di CDR (Combustibile Da Rifiuti).
La dichiarazione, a margine di una ben più tranquillizzante intervista sulla gestione dei rifiuti in città e sull’idea dell’amministrazione di procedere ad una raccolta differenziata “porta a porta”, cela invece, a nostro giudizio, l’avvio di un pericoloso percorso, ossia l’utilizzo di un inceneritore per Matera.
Ci sembra appena il caso di ricordare che la questione della “termovalorizzazione” (termine usato per indorare la pillola), presenta molti lati oscuri e preoccupanti.
Innanzitutto non risolve definitivamente il problema delle discariche, perché in natura, è risaputo, nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: l’incenerimento del CDR produce, allora, inerti, ceneri, carboni attivi, acqua inquinata, tutti residui che necessitano di trattamenti speciali in quanto altamente pericolosi, e vanno quindi stoccati in discariche speciali, la cui gestione è più complessa (e pericolosa) di quelle normali.
Tralasciamo il “piccolo” particolare del rischio a cui sarebbe sottoposta la popolazione per l’esposizione a fumi tossici; in ogni caso, e paradossalmente, meglio funzionano i filtri, e più tossici saranno gli inerti da trattare in discarica.
Qualcuno commenta che esisterebbe un vantaggio in termini energetici, dimenticando però che si commette un grossolano errore sul piano scientifico quando si parla di recupero energetico: se effettuiamo, infatti, un’analisi energetica dell’incenerimento scopriamo che rispetto al riciclaggio esso costituisce un macroscopico spreco di energia, sancendo la prematura "morte entropica" dei materiali trattati, intendendo con ciò che da essi non se ne potrà trarre nessun ulteriore beneficio energetico. Questo principalmente perché il contenuto di energia speso per produrre, lavorare, trasportare i vari materiali che compongono il rifiuto è di gran lunga maggiore di quel che se ne ricava dalla loro distruzione (cogenerazione); bruciare il rifiuto significa quindi rinunciare definitivamente a ciò che di buono potrebbero dare i materiali in esso contenuti se riciclati.
Il rischio è che, puntando su questa forma di gestione del rifiuto, si perda di vista la necessità del recupero di quella che, a tutti gli effetti, è una materia prima seconda, rinunciando al recupero ed al riciclaggio dei rifiuti: questo perché, fra l’altro, un buon CDR deve contenere materiali ad alto potere calorifico, ossia carta e plastica!
All’Assessore all’ambiente chiediamo, allora, di capire meglio il contenuto delle sue affermazioni, e di comprendere quali siano le reali intenzioni di questa amministrazione circa la gestione dei rifiuti solidi urbani, nonché di ritrattare quanto già affermato circa la “produzione di energia da rifiuti”.
Se il Comune intende proseguire sulla strada del recupero, del riciclaggio e della sensibilizzazione alla raccolta differenziata, troverà in noi validi e disponibili alleati.
Se dovessero, invece, essere confermati i nostri timori ci faremo immediatamente promotori di un Comitato cittadino che allontani dalla città questa sciagurata ipotesi.
La Sezione WWF di Matera