BENEDETTO (IDV), INQUINAMENTO BASENTO CONFERMA NECESSITA’ AGGIORNARE ED ADEGUARE POLITICHE E STRUMENTI DI TUTELA AMBIENTALE E TERRITORIALE
“La nuova situazione di inquinamento per scarichi industriali accertato in un tratto del fiume Basento tra i comuni di Ferrandina e Pisticci conferma la mia posizione: è necessario evitare di “spezzettare” le varie emergenze ambientali che si registrano (o potrebbero registrarsi ancora) nei territori di entrambe le province. Per questo ritengo che l’obiettivo centrale su cui lavorare è quello di aggiornare ed adeguare le politiche ambientali regionali, approfondire ed emendare il ddl della Giunta sulla nuova Arpab, individuare strumenti e azioni che vadano bene in tutte le situazioni in cui è invocata la tutela e la salvaguardia dell’ambiente, del territorio e della salute dei cittadini, pur riconoscendo, in alcuni casi specificità e quindi differenti soluzioni”.E’ quanto sostiene il presidente del Gruppo IdV Nicola Benedetto sottolineando che “i dati questa volta comunicati tempestivamente dall’Arpab alla Prefettura sulle analisi di campioni di acqua del Basento e l’altrettanto tempestiva ordinanza del sindaco di Ferrandina confermano che la “lezione Fenice” è stata ben assimilata facendo in modo che ciascun ente istituzionale svolga responsabilmente i suoi compiti. Superare ritardi e sottovalutazioni riferite alle troppe aggressioni subite dal Basento, specie nel tratto Valbasento-Metapontino, con effetti devastanti sull’eco-sistema, come ci ricorda l’alluvione dei primi di marzo, non sarà facile ma dobbiamo provarci da subito con un crono programma di interventi che non possono che durare alcuni anni. E senza dimenticare l’emergenza sempre preoccupante della situazione dei torrenti Jesce e Gravina pur riconoscendo che un piccolo passo avanti è stato compiuto nei giorni scorsi dalle Regioni Basilicata e Puglia ma non per questo abbassando il livello di guardia (specie ad opera dell’Arpab).Abbiamo dunque bisogno di un progetto che affronti nella sua interezza il tema dell’ambiente (dallo smaltimento dei rifiuti all’inquinamento elettromagnetico, sino all’informazione territoriale), sfuggendo alla tentazione di considerare la protezione ambientale come una politica settoriale, integrando viceversa la dimensione ambientale in ogni processo di formazione delle decisioni, puntando decisamente sulla tutela del territorio, delle attività produttive e della salute. In sintesi, è necessario pensare ad una legge comunitaria regionale anche per procedere alla semplificazione delle procedure amministrative: elemento che determinera’ ripercussioni positive sull’intero sistema delle istituzioni locali, sull’attivita’ degli operatori economici e sulla vita dei cittadini lucani alle prese con piccoli-grandi problemi.Si tratta dunque di compiere scelte importanti per progredire rapidamente lungo la via della modernizzazione dell’ordinamento regionale. La Regione, dopo la modifica del Titolo V della Costituzione e le riforme dei Trattati dell’Unione europea, ha bisogno di adeguare con un unico provvedimento normativo alcune leggi al diritto europeo al fine non solo e non tanto di scongiurare il rischio che l’Unione europea contesti alla Regione l’infrazione di norme comunitarie con la conseguente applicazione di pesanti sanzioni finanziarie, quanto di compiere un passo fondamentale verso la modernizzazione della Regione anche in tema di ‘governance’, data la partecipazione delle realta’ locali all’esercizio delle competenze legislative regionali in riferimento ai doveri derivanti dell’Unione europea. Un’idea su cui lavorare in questa fase di verifica politica – conclude Benedetto – è quella di accorpare in un unico Dipartimento le deleghe e le funzioni amministrative riferite alla tutela ambientale e all’assetto del territorio per dare più coordinamento e più efficacia agli interventi da attuare”.
Nicola Benedetto, consigliere regionale IDV
Sull’inquinamento del Basento l’ambientalista materano Pio Abiusi ha inviato una nota alla nostra redazione che riportiamo integralmente.
Si è scoperta l’acqua calda
Nell’agro di Ferrandina vi è la Mythen SpA che il Ministero dell’Ambiente ha incluso nell’inventario nazionale degli stabilimenti suscettibili di causare incidenti rilevanti. La Mythen è uno stabilimento chimico – petrolchimico tra i più grandi in Italia con una capacità produttiva di 200.000 t/a di biodiesel 15.000 t/a di olio di soia epossidato, 25.000 t/a di glicerina pura, 2.000 t/a di fosfato monopotassico (dati 31-12-2009), sostanze altamente pericolose se immesse accidentalmente nell’ambiente. Proprio la Mythen è stata interessata da una strana vicenda, in epoca passata, e sulla quale non è stata fatta mai chiarezza, Il 19 Novembre del 2009 un quotidiano locale informava che erano stati scoperti versamenti inquinanti nel Basento in agro di Ferrandina. e che il Corpo Forestale dello Stato della Stazione di Salandra aveva deferito una ditta alle autorità giudiziarie. Un cittadino aveva segnalato lo scarico di acque reflue industriali di natura sospetta nel fiume Basento nei pressi della zona industriale di Ferrandina e che vi erano delle emanazioni maleodoranti. In un filmato Bolognetti, segretario regionale dei radicali lucani, raccolse una denuncia (Ottobre 2009) in cui si parlava di emanazioni maleodoranti provenienti della Mythen: strana coincidenza. Sempre il Bolognetti scopre un tubo corrugato nero che scarica acqua visibilmente inquinata in un fosso, egli afferma essere uno scarico della Mythen e che riversa liquido, apparentemente inquinato, nel vicino Basento e denuncia l’accaduto. La società controbatte affermando di disporre sia di una rete fognaria che di un impianto di depurazione, con cui provvede opportunamente a purificare le acque prima di riversarle nel Basento,il tutto autorizzato dalla Provincia di Matera a far tempo dal 2005. Nel suo blog l’Ex Assessore Santochirico, il 14 Novembre del 2008, i racconta di una visita fatta alla Mythen. Egli annota che “nel corso dell’incontro, il management dell’azienda ha fatto presente alcune criticità che non agevolano la produzione, come ad esempio la mancanza della rete fognante”.La Mythen ha, in realtà, un suo depuratore e le acque venivano, prima, scaricate in canaletta e poi nel Basento; le è stato chiesto di convogliarle in un tubo per favorire i prelievi di controllo. Accadeva, poi, che per incidentale interruzione della energia elettrica arrivassero al fiume acque non depurate, le fu prescritto di dotarsi di un gruppo elettrogeno per assicurare continuità nel funzionamento Allora tutta la vicenda finì in un assordante silenzio; questa volta, grazie ad Arpab che si è attivata anche nottetempo sono stati prelevati campioni di acqua nel fiume Basento a monte e a valle della Mythen , nonché allo scarico industriale della medesima azienda. Le analisi hanno permesso di accertare che gli agenti chimici che hanno determinato l’inquinamento riscontrato nel fiume Basento sono gli stessi contenuti nel “tubo” dello stabilimento. Erano cose risapete da lungo tempo; questa volta grazie alla pubblicazione dei dati, non più secretati, sono divenuti di dominio pubblico. Fenice a qualche cosa è servito! Ora , fermo restando le indagini in corso da parte della magistratura si vuole mettere “davvero “ in sicurezza il sistema fognario di Mythen o dobbiamo sempre sperare nella fortuna? La contaminazione potrebbe raggiungere anche la catena alimentare e non solo i poveri pesci che muoiono.
Pio ABiusi – Città Plurale Matera