Venerdì 13 aprile 2018 dalle ore 19 presso il circolo culturale L’Atrio di Matera è in programma l’inaugurazione della mostra “Le pietre parlano? Forse che sì, forse che no” di Giuseppe Cardaci, a cura di Marina Alfieri e Claudio Vino. La mostra resterà aperta fino al 20 aprile 2018.
L’idea nasce dalla “location” in cui è ospitata la mostra: una particolare costruzione ricavata da una cavea nella roccia locale.
Le pietre parlano? Certamente. Il loro linguaggio non è facilmente comprensibile. Dopo millenni di silenzi, fantasiose interpretazioni (si pensi ai fossili considerati come scherzi della natura) e interessanti leggende, l’uomo ha timidamente interpretato i primi messaggi da millenni rimasti indecifrati. Poi col passare del tempo, indizi dopo indizi il quadro prende forma in un grandioso mosaico. Gli studiosi riuniscono le loro intuizioni e grazie alla comunicazione si formulano le prime ipotesi, per confluire poi in discipline. Nascono le Scienze Naturali, come la Geologia, la Paleontologia, la Petrologia, la Mineralogia ed altre non meno importanti per un nuovo linguaggio. La Chimica, la Fisica unite dalla Matematica faranno un tutt’uno e così finalmente, le Pietre ci possono parlare.
Lascio ai visitatori della mostra il piacere della scoperta, che davanti ad ogni scatto fotografico, diverrà sempre più intuitiva. Ci sarà poi un momento di riflessione per cercare di sentire la voce delle rocce che ci parlano: della loro nascita, della loro evoluzione e della ineluttabile fine.
La sentiremo davvero questa misteriosa voce? Forse che sì, forse che no.
Note sull’autore
Giuseppe Cardaci, siciliano di nascita, si è poi trasferito con la famiglia da Misterbianco a Mantova ancora bambino. Laureatosi presso l’Università di Modena in Scienze Geologiche, ha insegnato nei Licei e come professore a contratto presso l’Università di Pavia e Milano, nel campus di Mantova. Ha scritto articoli sulla didattica su riviste specializzate e racconti brevi alcuni pubblicati. Ha partecipato a concorsi nazionali di letteratura ottenendo menzioni e premiazioni.
Ha scritto e editato il libro “Compagni di Classe – dal 1952-57” in cui Giuseppe Cardaci anziché descrivere la sua esperienza d’insegnante, ha scelto di raccontare il viaggio di un alunno della scuola elementare ricostruendone il quadro di una quotidianità post bellica di una cittadina del Nord Italia.
La fotografia è sempre stata una grande passione che è stata coltivata fin da bambino. Spesso coglie in vari contesti gli aspetti naturalistici che a volte ci sfuggono. La sua prima mostra fotografica “Mencio si chiama” ha dei chiari riferimenti ai versi di Dante nella Divina Commedia, che ritraggono i luoghi incantati della Valle del Mincio, i Laghi di Mantova e la confluenza con il fiume.