Al termine di una “maratona” di circa 10 ore, pausa pranzo compresa, il Consiglio Comunale di Matera ha approvato il bilancio di previsione 2018-2020.
Dopo una lunga discussione sul Documento unico di programmazione (DUP) 2018-2020, approvato con quattro voti contrari dei Consiglieri Materdomini, Alba, Manicone e Fragasso e quattro astensioni dei consiglieri D’Andrea, Sansone, Sardone e Michele Paterino il bilancio di previsione per il triennio 2018-2020 è passato con 22 voti favorevoli e 4 contrari, quelli dei consiglieri comunali Buccico, Fragasso, Alba e D’Andrea.
Hanno votato a favore il sindaco De Ruggieri e i consiglieri comunali Lapolla, Rubino, Vena, Morelli, Toto, Di Lena, Bianco, Lamacchia, Tortorelli, Sasso, L’Episcopia, Adduce, Scarola, Antonio Iacovone, Tralli, Montemurro, Giuliano Paterino, De Mola, Pietro Iacovone e Lionetti. Assenti Sansone, Cotugno, Michele Paterino, Carlo Antezza, Sardone, Manicone e Materdomini.
Michele Capolupo
Antonio Sansone è uno dei sette consiglieri comunali che non hanno partecipato al voto per l’approvazione del bilancio. Di seguito le motivazioni che hanno spinto Sansone a prendere questa decisione.
Qualche tempo fa sentii dire da qualcuno che ‘una notte dai lunghi coltelli’ aveva tracciato il nuovo percorso della nostra città. Un percorso che preannunciava un auspicato cambiamento, una nuova idea di vivere la politica, visioni diverse rette da nobili principi. Avevo creduto in tutto questo, ammaliato da una persona di spessore culturale quale è il nostro sindaco, credendo di poter finalmente dare una nuova direzione al corso della nostra storia. Avevamo tutto per poterlo fare: entusiasmo, competenze, freschezza. Eravamo l’alternativa al passato. Eterogenei si, trasversali pure, ma con visioni condivise. Io fondamentalmente di sinistra ho sposato con entusiasmo questo progetto, tessendo con correttezza legami con tutta la nostra coalizione. Eravamo riusciti con il nostro programma a conquistare la fiducia dei materani ed io, in confidenza, non credo di essermi mai sentito così importante nel progetto e pieno di grandi responsabilità. Io di politica non vivo, ho fortunatamente il mio modesto lavoro, sono un elemento della società civile prestato alla causa, come la gran parte dei miei colleghi consiglieri. Non ho mai avuto ambizioni di carriere o aspettative personali se non quelle di tentare di lasciare qualcosa di concreto alla città, ai miei figli.
La notte passata però è stata per me un riavvolgere il nastro velocemente per capire cosa è stato fatto in quasi tre anni della nostra presenza. Sono mesi che non vivo serenamente questa situazione. Non c’è giorno che passi senza pensare che, probabilmente, non saremo ricordati come la migliore amministrazione degli ultimi decenni. Io ero uno di quelli, e lo dico con estrema franchezza, che non voleva un governo di unità municipale. Se non altro perché stavamo tradendo il mandato elettorale che i cittadini avevano rimesso nelle nostre mani. Saremmo andati a casa da soli? Forse sarebbe stato più onorevole e giusto nei confronti di tutti, delle nostre coscienze. Il gradimento in città è bassissimo e un mese fa, alle urne, i materani hanno scritto una nuova storica pagina. Chiamiamolo come volete. Voto di protesta, voto contro qualcuno, fatto sta che andando a ritroso – dalla nascita della costituzione – non credo che nemmeno la vecchia Democrazia Cristiana, nel suo massimo splendore, abbia mai superato la percentuale del 50% in città. Credo che il vento sia cambiato e guai a non voler cogliere quello che è accaduto. La consapevolezza della situazione è tornata prepotentemente nei pensieri dei materani. Chi non si prepara al cambiamento, chi non vorrà ammettere i propri errori, verrà spazzato via senza accorgersene.
Il governissimo è stato un governino, lo dico senza problemi ma con dispiacere.
La spinta auspicata si è tristemente spenta dietro limiti che trovano forma nella poca incisività operativa (tranne pochissimi casi) e incartamenti vari. Il sindaco, a mio modesto avviso, è stato poco presente sulle questioni prettamente quotidiane della città, preso dai mille impegni istituzionali e non delegando ad una persona ‘operaia’ la gestione delle cose, lasciando al caso tutto il resto.
L’ipotesi di un prossimo nuovo esecutivo, suggerito da più parti, credo non possa risolvere carenze e ritardi che ci siamo portati dietro da quasi subito. Nuove infrastrutture pressoché inesistenti, delle vecchie abbiamo solo dei fermi ‘storici’ di cui ormai abbiamo perso le tracce. Nessuna ricaduta lavorativa, tranne qualche occupato in più nel turismo, molto spesso stagionale. Una programmazione degli eventi inesistente, un cronoprogramma mai messo in piedi. Una gestione della viabilità che cambia ogni giorno senza un percorso netto e chiaro. Un abbandono delle periferie sempre più sconnesse dal centro città. Un polo universitario sempre più depotenziato che fa partire sempre più giovani dalla nostra città.
Le argomentazioni non mancano, come gli spunti di riflessione.
Ogni sera che rientro a casa, mia moglie dice che mi vede ‘invecchiato’ e stanco. A parte gli anni che sono passati che nessuno potrà restituirmi, il mio invecchiare è di spirito quello che invece ho sempre reputato un mio piccolo pregio. Non voglio e non posso continuare a vivere così per sempre, senza avere il fuoco della partecipazione acceso. E in questa mia situazione, ai margini del precipizio, tra cadere o sopravvivere miseramente non riesco più ad essere equilibrista. Capisco il nostro Sindaco, innamorato come tutti della nostra città, che sogna di traguardare il 2019 con la fascia tricolore. Probabilmente lo merita per tutto quello che ha creato con la cultura a Matera. Non può pero dimenticarsi di tutto il resto, non può lasciare per strada pezzi che l’hanno sostenuto. Non può tradire il suo elettorato che ha scelto lui, e solo lui, accordandosi ora, con la convinzione del bene cittadino, con chi democraticamente è stato escluso. Personalmente e l’ho ripetuto più volte al sindaco stesso mi sento tradito. Io che ho riposto la mia fiducia nelle sue mani, mi sento tradito. Io che ho creduto nelle sue visioni mi sono di colpo svegliato, come la scorsa notte, e ho capito che c’era ben poco di concreto di quella che era la nostra idea iniziale.
Spero che i rapporti personali non vengano intaccati e la considerazione, tra ognuno di noi, venga valutata con la correttezza e la trasparenza che ci ha contraddistinto sin dal primo incontro nel nostro Comitato 2020.
La politica passa e noi siamo di passaggio.
La politica è fatta di compromessi, dicono.
Dicono anche che sia sporca la politica, dicono.
Dicono anche che a volte la politica non sia fatta di persone ma di numeri.
Numeri freddi, come il bilancio comunale che si andrà ad approvare ma, questa volta, dopo 3 anni senza il mio sostegno.
La fotogallery del Consiglio Comunale di Matera (foto www.SassiLive.it)