L’assessore all’innovazione del Comune di Matera, Enzo Acito risponde al professore universitario materano Giovanni Schiuma, già vice sindaco e assessore all’Innovazione del Comune di Matera dopo la polemica che ha coinvolto l’Amministrazione Comunale di Matera e l’Università degli Studi di Basilicata a seguito delle sollecitazioni da parte del Comune di Matera di liberare l’immobile di San Rocco occupato dall’Unibas per trasferire tutta l’attività didattica nel Campus universitario in via Castello, in fase di ultimazione. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione da Enzo Acito, la replica di Giovanni Schiuma e la prima nota inviata dal professore universitario, già assessore all’innovazione e vice sindaco di Matera.
Ci aspettavamo la difesa di ufficio dell’Università della Basilicata da parte del suo prof. Schiuma ed è arrivata puntuale.
È arrivata puntuale ma, se vogliamo, anche intempestiva dopo la risposta, odierna, del Sindaco che, nel conservare il corretto rapporto istituzionale, smorza le polemiche chiedendo esclusivamente di poter inaugurare il prossimo anno accademico 2018-2019 in uno dei simboli significativi di Matera 2019: la nuova sede del Campus.
Ma il prof. Schiuma, nella sua arringa difensiva ci addita come gli incapaci di raccogliere il frutto del suo lavoro strategico e visionario, imputando a questa amministrazione, ed al sottoscritto che ha avuto il compito di sostituirlo, la incapacità di programmazione e pianificazione strategica.
Non mi risulta che abbia lasciato nulla di impostato come pianificazione strategica durante il non trascurabile periodo del suo assessorato;
Non mi risulta che sia andato oltre semplici incontri con le associazioni di categoria per farci le sue lezioni, molto accademiche e poco reali, di cosa significhi un piano strategico, salvo poi non capire, noi poveri mortali, quali sarebbero stati i passaggi successivi.
Chiede, dall’alto della sua sapienza accademica, a noi poveri mortali, il conto di quanto sia stato fatto dopo il suo lavoro, impostato ma mai da nessuno riscontrato, e forse, parlo evidentemente solo per me, ancora non capito.
Ma si sa non tutti hanno il numero giusto di neuroni e soprattutto non tutti li usano alla stessa maniera; dovrà perdonare, il professore, se è circondato da esseri umani con vuoti neuronici.
Passiamo ai dati concreti.
Se il professore avesse contestato il bando pubblicato, in italiano ed in inglese, sul portale del comune di Matera dal 16 marzo scorso e ne avesse evidenziato le carenze e la mancanza di visione, gli avrei perlomeno riconosciuto il diritto di contestare le nostre scelte strategiche e le nostre visioni sul futuro e sull’innovazione;
ma, mancandone i riferimenti, è evidente che non conosce neanche l’esistenza di questo bando;
se avesse, il professore, letto i documenti allegati al bando, da cui scaturisce una strategia, avrebbe percepito che non siamo interessati a fare da affittacamere o, come dice l’accademico, a mettere targhette dietro le porte ma abbiamo un percorso che riteniamo di voler portare avanti anche senza l’Università della Basilicata.
Se il professore avesse chiesto alla segreteria della Rettrice, avrebbe avuto la risposta che l’Università della Basilicata è stata invitata, con lettera ufficiale protocollata in data 12 gennaio 2018, a firma del Sindaco, a far parte del “Comitato promotore per l’ideazione di un strategia di sviluppo tecnologico e per l’innovazione del comune di Matera e del territorio sovra regionale limitrofo”.
Se le università Federico II di Napoli, Università di Bari, Politecnico di Bari, Università di Lecce e l’Università di Pavia hanno già inviato la propria richiesta di adesione formale;
se il Consiglio Nazionale delle Ricerche, la Svimez, l’ISTAT, Confindustria Basilicata, Pensiamo Basilicata, Confapi Matera, il Centro di Economia Digitale della Sapienza di Roma, DiCultHer (Digital Cultural Heritage con presidente il prof. Gianmaria Ajani, Rettore dell’Università degli Studi di Torino) e Small Valley hanno anche loro inviato la propria richiesta adesione formale;
se il Consiglio Nazionale delle Ricerche ha già ufficializzato, ben prima della scadenza del bando di San Rocco (31 luglio 2018) di voler aprire una propria sede nell’immobile di San Rocco come sede del nodo E-RIHS (European Research Infrastructure for Heritage Science) in qualità di capofila di un’infrastruttura di cui fanno parte 15 Stati membri dell’Unione Europea più Israele, nel nuovo ambito multidisciplinare della scienza del patrimonio culturale, naturale e archeologico.
Se il CNR intende promuovere la costituzione di un hub dedicato alla ricerca di frontiera nel campo del digitale a Matera, Capitale europea della cultura 2019, quale promotore dello sviluppo e della crescita della città e più in generale del Mezzogiorno, sempre nell’immobile di San Rocco.
Se tutto questo è accaduto, qualcosa vorrà significare, vorrà dire che siamo oltre le targhette, oltre le stanze da affittare, oltre la povertà di idee di cui ci accusa il professore .
Se, dopo tutti i consensi sin qui ottenuti con lettere ufficiali, spicca il silenzio assordante e l’assenza dell’Università della Basilicata che non ha mai riscontrato, neanche per un eventuale diniego, la richiesta di adesione che il Sindaco ha inviato contemporaneamente a tutti i soggetti eccellenti prima elencati, qualcosa vorrà dire.
Abbiano, tra l’altro, incaricato Svimez di elaborare il piano strategico per gli investimenti e per impostare la ZES 2.0, la ZES sulla tecnologica che parte proprio da Matera, dalla vocazione digitale che stiamo impostando, senza, però, partire dalla fine del lavoro del professore, che peraltro non trovo da nessuna parte; se vuole lo inviteremo alla discussione pubblica a cui non farà mancare, certamente, il suo contributo.
Non siamo, dunque, professore all’anno zero, come un anno fa e, Le garantisco, siamo solo all’inizio del percorso.
Poi sarebbe interessante approfondire, con un dibattito pubblico, l’esistenza di un eventuale collegamento diretto tra la crescita di questa Città ed il contributo dell’Unibas; sono pronto, con l’umiltà che mi contraddistingue, ad ascoltare senza atteggiamenti preconcetti e senza presunzione.
Polemica Amministrazione Comunale di Matera-Unibas, il professore universitario Giovanni Schiuma replica all’assessore all’innovazione del Comune di Matera, Enzo Acito
Giovanni Schiuma (professore universitario): Il Comune di Matera senza coordinamento strategico con l’Università
L’ennesima riprova dell’assenza di pianificazione e coordinamento strategico dell’amministrazione comunale. L’amministrazione non ha saputo costruire un rapporto di collaborazione con l’università nella sua interezza come istituzione regionale deputata alla creazione e diffusione della cultura e delle competenze essenziali per lo sviluppo locale. Molteplici possono essere i fondamentali e non rinunciabili contributi che l’università può dare alla città di Matera, dal supporto alla redazione degli strumenti programmatici come l’oramai fantomatico Piano Stategico, piuttosto che il piano strutturale e i regolamenti di sviluppo della città; alla progettazione e implementazione di iniziative per costruire un ecosistema locale di innovazione e di competenze; per non parlare dell’essenziale ruolo che l’università gioca per i processi di internazionalizzazione e dell’ispessimento del mondo economico produttivo locale. Questi erano gli obiettivi che stavo perseguendo prima di dimettermi dal ruolo di assessore con la delega – tra le altre – all’università. Ed infatti da subito appena nominato avevo convocato un tavolo di coordinamento con l’università per garantire l’impegno e l’impiego delle migliori energie accademiche dell’Unibas; nonché per accompagnare in modo virtuoso l’uso del nuovo campus e concordare azioni sugli attuali contenitori. Purtroppo da allora il vuoto. Ma l’amministrazione è sembrata e sembra più interessata a gestire gli spazi già disponibili, piuttosto che costruire la trama del tessuto culturale e del capitale sociale indispensabile per riempire i contenitori di valore e di progetti sostenibili nel tempo. Lungo è l’elenco delle opportunità già mancate. La mia opinione – in accordo a come avrei operato – è che sarebbe stato necessario costruire un dialogo permanente e non occasionale per co-pianificare e co-progettare le azioni di sviluppo da mettere in campo – incluso le modalità di sviluppo dei contenitori che come proclamato dovrebbero essere destinati ai centri di innovazione. Occorre infatti ricordare che non basta mettere un’etichetta dietro la porta o assegnare degli spazi a dei soggetti perché questi si trasformino in un motore di sviluppo imprenditoriale e innovativo. L’esperienza di Basentech avrebbe dovuto fare scuola. Innumerevoli sono le esperienze internazionali di successo che l’amministrazione dovrebbe studiare ed usare come base informativa per assumere decisioni. È tempo che l’amministrazione si raccordi seriamente ad un gruppo di esperti per evitare azioni che potrebbero essere inefficienti o ancor peggio inefficaci e depauperanti delle opportunità e risorse della nostra comunità.
Nella foto www.SassiLive.it Giovanni Schiuma