Dopo Potenza ha fatto tappa a Matera, nella sala consiliare della Provincia, l’incontro “Sistema Basilicata. Giornate della trasparenza” organizzato dalla Regione Basilicata.
A introdurre I lavori Donato del Corso, Segretario generale della Giunta regionale e responsabile della Prevenzione della corruzione e della Trasparenza, e Katia Mancusi, Valutazione, merito e semplificazione della Regione Basilicata.
“Quando parliamo di piano per la prevenzione della corruzione parliamo di piano per la buona amministrazione”, ha detto Mancusi. E ha aggiunto: “Certo, il contesto nel quale ci troviamo ad operare non è facile. La attività di trasparenza e di prevenzione alla corruzione incide profondamente sul comportamento e sul ruolo che abbiamo all’interno della pubblica amministrazione. Ma siamo, fortunatamente, ad un punto di non ritorno nel riconoscere la centralità di questa attività, non solo come obbligo amministrativo, ma come necessità dei cittadini con cui dobbiamo dialogare per costruire un rapporto di fiducia. Per questa ragione abbiamo costruito la nuova mappatura dei processi ed abbiamo provato ad immaginare, oltre alle misure obbligatorie anche misure specifiche per il rafforzamento della trasparenza”.
Una testimonianza sul ruolo che ha la trasparenza e la prevenzione della corruzione nell’esperienza di Matera2019 è arrivata da Giuseppe Romaniello, manager amministrativo della Fondazione Matera-Basilicata2019.
“La trasparenza per noi è la capacità di dare le informazioni ai cittadini in tempi ragionevoli. La nostra Fondazione è condizionata da alcune sue specifiche caratteristiche. Fra le diverse fondazioni di partecipazione, ad esempio, siamo indubbiamente quella a più alta visibilità in relazione a obiettivi oggettivamente strategici. Un altro unicum è dato dai tempi rapidi con cui dobbiamo fare le scelte. Intorno a queste specificità ci siamo dati, insieme al cda, alcuni obiettivi immediatamente raggiungibili. Innanzitutto vogliamo consentire un monitoraggio civico della nostra azione. Sappiamo bene che la percezione della nostra attività si costruisce sulla qualità degli eventi e sulla quantità della spesa relativa a ciascun evento. Rispetto a questo abbiamo avvertito subito la necessità di rivisitare la sezione dell’amministrazione trasparente già nell’aprile dello scorso anno, a un mese dal mio insediamento. Abbiamo così messo a disposizione uno strumento che rende immediatamente visibile tutte le scelte dell’amministrazione con un limite che riguarda la staticità del dato. Oggi, anche alla luce della nostra esperienza, riteniamo utile, oltre che obbligatorio, raccontare gli impegni di spesa, ma perché quel dato sia significativo dal punto di vista della percezione, perché il cittadino si senta parte attiva, abbiamo la necessità di inserire quel dato nel contesto programmatorio. In questo modo il dato contribuisce a a fornire una informazione costruttiva. Ecco perché stiamo entrando in una seconda fase costruendo intorno alla amministrazione trasparente una capacità informativa più ampia, attraverso gli Open data. Lo faremo con l’approvazione del bilancio consuntivo a maggio e proponendo dati che diventeranno dinamici attraverso un apposito portale che sarà oggetto di aggiornamento mensile. Questa rappresenta la sfida che ci siamo dati per costruire una percezione costruttiva del lavoro che stiamo facendo. Non è più sufficiente raccontare il risultato, ma anche e soprattutto il processo su come arriviamo a quel risultato. Tutto questo aiuta anche a responsabilizzare gli operatori e a organizzarsi meglio. Raffinare gli strumenti della pianificazione sia in termini di azione, di risultati attesi, sia in termini di organizzazione della spesa è un nostro dovere. Per questo – ha concluso Romaniello – adotteremo il nostro modello di monitoraggio e valutazione, realizzato in collaborazione con Unibas, nel prossimo cda”.
Sugli aspetti normativi è intervenuto Ernesto Belisario, consigliere del ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione. “In un solo lustro – ha detto Belisario – abbiamo cambiato modello di comportamento. Le nuove norme ci impongono un cambio di passo che è già percettibile e che si muove non solo nella direzione degli interessi dei cittadini, ma anche nella direzione di migliorare la efficacia e la efficienza della pubblica amministrazione”.
Le conclusioni sono state affidate a Augusta Iannini, vice presidente Garante per la protezione dei dati personali. “La privacy – ha detto Iannini – non è l’altra faccia della trasparenza. C’è un bilanciamento di interessi quando fra i dati ci sono indicazioni personali, che non riguardano sono nome e cognome, ma la possibilità di individuazione dei soggetti interessati. E questo è ovviamente molto più facile in una comunità molto ristretta”. Dopo essersi soffermata su alcuni dati che non possono essere resi pubblici, Iannini ha spiegato le novità introdotte dalle nuove norme sul trattamento dei dati personali che entreranno in vigore a partire dal prossimo 25 maggio. Privati e pubblici sono equiparati anche dal punto di vista sanzionatorio. Nel codice della privacy l’autorità era molto presente, con il nuovo regolamento si punta tutto sulla prevenzione e su una maggiore responsabilizzazione del titolare del trattamento. E istituisce nuove figure come il data protection officer. “Le novità principali riguardano le regole sul trattamento dei dati personali che non potrà essere limitato nel tempo, ma funzionale al motivo per il quale sono stati raccolti. Il consenso del cittadino, inoltre, dovrà essere esplicito e le modalità di utilizzo dei dati dovranno essere spiegate in modo chiaro e semplice”.
All’incontro ha partecipato anche Saverio Sarubbo, consigliere provinciale con delega alla Trasparenza.