Antonello Molinari, responsabile organizzativo provinciale di Potenza di Articolo Uno-Mdp-Liberi e Uguali, commenta il rinnovo dell’ufficio di presidenza del Consiglio Regionale di Basilicata e dichiara: “la risposta reazionaria di un sistema politico sconfitto dal voto del 4 marzo”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Finalmente il Consiglio Regionale di Basilicata ha proceduto al rinnovo del proprio ufficio di presidenza, ponendo fine all’indecente telenovela protrattasi per quasi un anno tra rinvii, litigi ed indecorose mancanze del numero legale.
Al neo Presidente Santarsiero ed agli altri componenti dell’ufficio di Presidenza formulo i migliori auguri di buon lavoro per gli adempimenti cui sono chiamati ad assolvere in questo ultimo scorcio di legislatura.
Purtroppo, alla chiara volontà di cambiamento ed al severo giudizio negativo sulla gestione della Cosa Pubblica a qualsiasi livello istituzionale, espressi nitidamente dal voto degli elettori lucani lo scorso 4 marzo, il partito che guida la Regione Basilicata ha sinora fornito risposte insoddisfacenti ed autoreferenziali, del tutto inadeguate a raccogliere l’esigenza di rinnovamento della politica e delle sue forme di rappresentanza.
Infatti, come se le elezioni politiche rappresentassero un mero incidente di percorso, il Pd, dopo il 4 marzo, ha premiato con rilevanti incarichi istituzionali i suoi due ultimi Sindaci di Potenza e di Matera, città in cui si sono avuti i primi segnali d’allarme sull’esaurimento della spinta propulsiva del centrosinistra lucano con due nette sconfitte alle elezioni amministrative.
Il mio è un giudizio politico che prescinde dalle qualità personali di Adduce e di Santarsiero, di cui ho il massimo rispetto, ma che chiama in causa la sordità di una classe dirigente politica che si comporta come quel contadino che, mentre la masseria stava bruciando, si rallegrava per esser riuscito a salvare i topi.
Ancora una volta, all’opinione pubblica e alle sue domande di cambiamento viene fornita l’immagine di una politica distante dai bisogni e dalle aspettative popolari, asserragliata nei propri Palazzi ed incline esclusivamente ad esercitare l’estenuante gioco dell’oca dei posizionamenti personali, con i medesimi volti che si spostano da una casella all’altra nei deleteri “incastri” del potere lucano.
Le ultime scelte compiute dal Pd, con l’avvallo dei residuali e variopinti “cespuglietti” che la settimana scorsa hanno “riempito” la stanza un tempo occupata da Antonio Luongo, dimostrano emblematicamente come tardi ad emergere la consapevolezza che il ciclo politico inauguratosi nel 1995 si sia definitivamente concluso e che occorra, invece, promuovere la più ampia partecipazione popolare per determinare in Basilicata una nuova stagione politica che si ponga l’obiettivo di rifondare un innovativo e competitivo campo progressista, democratico e civico, che assuma come fondamentali priorità programmatiche la dignità del lavoro, la salvaguardia dell’ambiente, la tutela della salute dei cittadini e vari concrete azioni per innescare virtuosi processi di sviluppo nell’intero territorio regionale.