Due agenti della Polizia Penitenziaria in servizio nel carcere di Matera, Felice Perniola, 55 anni, di Ginosa, e Luigi Clemente, 52 anni di Altamura si trovano agli arresti domiciliari con le accuse di peculato, corruzione, peculato in concorso e falso ideologico. I particolari sono stati illustrati nella Sala Palatucci della Questura di Matera nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato il vice Questore Luisa Fasano, il dirigente della Squadra Mobile della Questura di Matera, Fulvio Manco, il procuratore capo presso il Tribunale di Matera, Pietro Argentino, il comandante della Casa Circondariale di Matera, Daniela Capozzi, il pubblico ministero Annafranca Ventricelli e l’ispettore superiore Giuseppe Giasi, responsabile della I sezione della Squadra Mobile della Questura di Matera.
Le indagini sono state avviate dagli agenti della Polizia Penitenziaria di Matera che hanno rilevato comportamenti equivoci da parte di Felice Perniola, assistente capo della Polizia Penitenziaria in servizio presso il carcere di Matera. Dai fatti raccontati dai familiari dei detenuti è emersa una difformità nel peso dei pacchi consegnati ai detenuti. I controlli della Polizia Penitenziaria di Matera hanno permesso di accertare che la differenza di peso era di 3 chilogrammi per ogni pacco. Attraverso intercettazioni ambientali, audio e video, le testimonianze di un paio di signore detenute e attività di indagine avviate per dare riscontro alle indagini tecniche già effettuate nel carcere di Matera e dopo il sequestro del cellulare di Felice Perniola il 5 gennaio scorso lo stesso Perniola è stato arrestato in flagranza di reato mentre prendeva la somma di 250 euro da uno dei pacchi che un familiare aveva consegnato per farlo recapitare ad un detenuto. Gli agenti di Polizia Penitenziaria hanno accertato che Perniola aveva violato il regolamento per la verifica dei pacchi e il regolamento per la modalità di consegna dei pacchi ai detenuti. Dalle ulteriori investigazioni svolte è emerso che l’Assistente Capo Perniola, con mansioni di addetto al controllo dei pacchi destinati ai detenuti e consegnati dai familiari durante i colloqui, agevolava alcuni detenuti in cambio di denaro. In particolare, Perniola consentiva ai detenuti di ricevere pacchi e oggetti in numero superiore a quello stabilito dal regolamento penitenziario, omettendo anche di effettuare controlli sui pacchi. A seguito di perquisizioni e pedinamenti è stata quindi accertata l’appropriazione dal mese di ottobre scorso fino al 5 gennaio di beni destinati ai detenuti da parte di Felice Perniola. Questa operazione avveniva di comune accordo con il suo assistente capo, Luigi Clemente. In una intercettazione Perniola dice a Clemente che per quello che stavano facendo, ovvero l’appropriazione di beni destinati ai detenuti, non ci potranno fare niente perchè se lo viene a sapere la Procura si metteranno a ridere. Le indagini hanno permesso di accertare che erano stati falsificati anche i registri relativi all’ingresso dei pacchi destinati ai detenuti. L’operazione è stata condotta dalla Polizia Penitenziaria e gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Matera. Tre gli episodi che hanno determinato l’arresto di Felice Perniola e Luigi Clemente. Per il primo del 5 gennaio scorso sono accusati di peculato e a seguito di questa operazione sono stati accertati i reati di corruzione e falso ideologico. I pacchi destinati ai detenuti che venivano aperti da Perniola e Clemente contenevano alimenti, vestiti e denaro. Come previsto dalla legge l’inchiesta è stata segnalata al Dipartimento Amministrazione Penitenzaria (DAP), all’Autorità Giudiziaria competente e alla Procura generale della Corte dei Conti. Il gip è Angela Onorati.
Michele Capolupo
Arrestati dalla Polizia di Stato due agenti della Polizia Penitenziaria del carcere di Matera. Corruzione, peculato e falsità ideologica i reati di cui sono a vario titolo accusati. Di seguito la nota integrale dell’ufficio stampa della Questura di Matera.
La Polizia di Stato ha tratto in arresto Perniola Felice e Clemente Luigi, assistenti capo del Corpo di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Matera, rispettivamente di anni 55 e 52 e residenti a Ginosa e ad Altamura, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari disposta dal Gip del Tribunale di Matera Angelo Onorati.
La notizia è stata data questa mattina, nel corso della conferenza stampa tenuta in Questura, direttamente dal Procuratore Capo della Repubblica presso il Tribunale di Matera Pietro Argentino. Alla conferenza erano inoltre presenti il P.M. che ha condotto le indagini AnnafrancaVentricelli, il Capo della Squadra Mobile Vice Questore Fulvio Manco e il Commissario Coordinatore della Polizia Penitenziaria Daniela Capozzi.
I due assistenti capo sono ritenuti responsabiliin concorso di peculato e di falsità ideologica continuati. Perniola, che era già stato arrestato per corruzione in flagranza di reato il 5 gennaio scorso, è accusato anche di corruzione continuata; quel giorno, in particolare sottrasse 250 euro dalla tasca dei pantaloni contenuti in un pacco destinato al detenuto, dopo essersi accordato in tal senso con un familiare.
La misura cautelare scaturisce da un’indagine avviata nel mese di ottobre del 2017 dall’attività di osservazione e controllo dello stesso Corpo di Polizia Penitenziaria, che aveva fatto emergere delle discrasie sul peso dei pacchi portati dai parenti ai detenuti riconducibili al Perniola.
Un primo approfondimento svolto dal personale del Corpo permetteva di accertare la presenza in alcuni pacchi di oggetti non consentiti e un peso di circa kg.3 in più rispetto a quello consentito.
Le indagini sono state successivamente affidatedal Pubblico Ministero competente alla Squadra Mobile di Matera–collaborata in ogni fase dagli Agenti della Polizia Penitenziaria materana –sia per la delicatezza delle funzioni svolte dai due indagati, sia per la necessità di raccogliere elementi probatori specifici al riguardo.
Sono state svolte attività tecniche di intercettazione ambientale audio e video a cui sono seguite altre attività, come pedinamentie appostamenti, nonché analisi su apparecchiature informatiche.
Sono state inoltre ascoltate a sommarie informazioni diverse persone ritenute probabilmente a conoscenza dei fatti. In particolare, è stato osservato un comportamento reticente da parte delle persone ascoltate, tranne nel caso di una signora che ha riferito di aver pagato delle somme per ottenere delle agevolazioni per il proprio compagno rinchiuso nel carcere.
Dalle ulteriori investigazioni svolte è emerso che l’Assistente Capo Perniola, con mansioni di addetto al controllo dei pacchi destinati ai detenuti e consegnati dai familiari durante i colloqui, agevolava alcuni detenuti in cambio di denaro.
In particolare, consentiva loro di ricevere pacchi e oggetti in numero superiore a quello stabilito dal regolamento penitenziario, omettendo altresì di effettuare controlli sui pacchi.
Si ritiene che le somme corrisposte per ottenere le “agevolazioni” fossero intorno ai 250 euro.
I due dipendenti oggi tratti in arresto, oltre a riportare attestazioni false sui registri, dai predetti pacchi prelevavano beni, tra alimenti e indumenti, allo scopo di appropriarsene.
Il Gip ha disposto l’ordinanza di custodia cautelare ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza emersi a carico dei due soggetti, attesa la gravità degli episodi criminosi e in considerazione della particolare perseveranza nella commissione di crimini dimostrata dai due mediante una sistematica e ben organizzata attività di sfruttamento illecito dei bisogni dei detenuti e dei loro familiari.
Sono stati altresì notificati Avvisi di Conclusione di Indagini Preliminari nei confronti di altri sette indagati.
La fotogallery della conferenza stampa (foto www.SassiLive.it)