“Il rapporto dei nostri giovani con le istituzioni e con la politica in generale, è un rapporto spesso complicato e difficile, che siamo però chiamati ad affrontare per cercare di ridurre o limitare quel sentimento di lontananza, a volte persino di ostilità, che pervade intere generazioni di ragazzi”. Lo ha detto il vice presidente del Consiglio regionale Antonio Bochicchio nell’incontro avuto oggi con gli studenti dell’Istituto “F. S. Nitti” di Potenza ed i loro colleghi francesi, tedeschi, polacchi e greci che si trovano per alcuni giorni qui in Basilicata nell’ambito del progetto Erasmus + Ka2 “Most” (Bridgesbetweenopenness, respert and identity) sulla formazione educativa ai valori europei, sul tema dell’integrazione fra i popoli.
“L’integrazione europea nasce e si nutre proprio da esperienze come queste, l’Erasmus è l’esempio più straordinario di come il sogno europeo possa essere vissuto come opportunità, come viaggio, come confronto, piuttosto che come semplice imposizione di regole o magari come ragionieristico rispetto di parametri finanziari”, ha aggiunto Bochicchio salutando gli studenti, i docenti e la dirigente scolastica Lucia Girolamo che ha partecipato all’incontro con il dirigente generale del Consiglio regionale Domenico Tripaldi e con Gianni Lacorazza dell’Apt.
“Il Consiglio regionale della Basilicata – ha detto ancora il vice presidente dell’Assemblea – è impegnato da tempo attraverso alcuni progetti in un proficuo rapporto con le istituzioni scolastiche. Tra le tante iniziative ricordo il percorso di cittadinanza attiva rivolto alle scuole di ogni ordine e grado per coinvolgere gli studenti in forme di incontro e dialogo con le Istituzioni regionali e che ha visto protagonista in passato anche alcune classi dell’Istituto Nitti”.
“In Basilicata e in tutto il Mezzogiorno – ha concluso Bochicchio – ci confrontiamo con il tema della disoccupazione giovanile. Molti ragazzi, una volta terminati gli studi, si vedono costretti a cercare fortuna al nord Italia o addirittura all’estero sulle orme di molti dei nostri avi, le cui storie sono ben raccontate all’interno del Museo dell’emigrazione lucana. La vera scommessa è invertire questa tendenza e fare in modo che ogni giovane che lascia la nostra terra dopo gli studi lo faccia per spirito di scoperta e di viaggio piuttosto che per necessità. E magari faccia ritorno con un bagaglio di esperienze spendibili da trasferire nel suo luogo di nascita”.