Nicola Ricciardi, Presidente dell’associazione Fisco e Territorio: “TARI: l’oppressione fiscale del Comune di Matera”. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Il Comune di Matera continua a chiedere soldi ai suoi cittadini. Dopo aver già incassato la TARI per l’anno 2017, si accorge di aver fatto male i conti e, come se nulla fosse, in questi giorni chiede– ma sarebbe meglio dire impone – ai materani un altro pagamento.Li chiama “Avvisi integrativi”, sostiene cioè che quanto pagato nel 2017 non è sufficiente e che è necessario che si paghi un’altra volta. Ora, prescindendo dal come sia possibile che la Capitale europea della Cultura per il 2019 non riesca a fare i conti e stabilire quale sia la TARI che cittadini devono pagare – cosa che farebbe sorridere se purtroppo non fosse vera – in questo caso la richieste del Comune è così assurda che i contribuenti, non dovrebbero nemmeno nemmeno prenderla in considerazione. E invece così non è perché non si tratta di uno scherzo e, per chi non paga, sono previste maggiorazioni, sanzioni, interessi tutte cose che ormai conosciamo bene. La nostra Associazione ha già messo sulla propria pagina Facebook“Fisco e Territorio” ormai da tempo un modulo di ricorso – totalmente gratuito – per opporsi a queste richieste del Comune ma purtroppo molto spesso le richieste del Comune sono di importo così basso che il cittadino, che pure avrebbe tutte le ragioni per fare ricorso, preferisce pagare una tassa ingiusta piuttosto che evitare le lungaggini di un procedimento tributario. Anche questo, temiamo, fa parte di una strategia dell’Amministrazione Comunale che proprio quei ricorsi vuole evitare; invece di chiedere l’intera somma a chi la TARI non l’ha pagata – cosa che richiederebbe uno sforzo maggiore, quello appunto di “stanare” i contribuenti morosi – il Comune ha pensato bene di chiederne un poco a tutti, piccole somme a chi onestamente la TARI l’ha già pagata. In questa maniera, il Comune ottiene lo stesso risultato, soddisfa le proprie casse dimenticando però che chi non ha pagato continua a non pagare e chi ha già pagato, continua a farlo.
Ma tutto questo non basta: dobbiamo infatti segnalare che il Comune di Matera si è anche “dimenticato” che esiste un cd. importo minimo che esclude la richiesta del Fisco, nel senso che per importi troppo bassi la legge impedisce di chiedere soldi ai contribuenti. Infatti, i cittadini sono “liberi” dalle tasse se il debito, come nel caso della TARI, non supera i 30 euro, come dal decreto legge sulle cosiddette semplificazioni fiscali 2 marzo 2012, n. 16, proprio per evitare eccessive vessazioni per i contribuenti che già troppe tasse pagano e costi eccessivi per il Comune che chiedendo somme troppo basse rischia di spendere per le proprie richieste più di quanto incassa.Ne consegue che solo se l’importo supera i 30 euro, il Comune potrebbe procedere all’accertamento, all’iscrizione a ruolo e alla riscossione per l’intero ammontare. In caso contrario, nulla dovrebbe notificare all’ignaro cittadino ma tutto questo, evidentemente, il Comune di Matera non lo sa.