Si è svolto in mattinata in piazza Mario Pagano a Potenza lo sciopero generale unitario indetto a seguito della morte del giovane operaio della Dalmine, Carmine Picerni. Di seguito anche il documento unitario Cgil, Cisl e Uil Basilicata sulle morti sul lavoro.
Il susseguirsi in breve tempo di due eventi tragici di infortunio sul posto del lavoro in poco meno di un mese, costati la vita a due giovani operai, ci chiama a una riflessione seria sul tema della sicurezza sui posti di lavoro.
Non solo la cronaca, ma anche i dati ufficiali (ultimo rapporto Inail del dic. 2017) ci parlano di un aumento in Basilicata del numero di infortuni denunciati: + 3,38% rispetto all’anno precedente (2015) e +4,18% rispetto al 2014. A una già fragile e inconsistente ripresa, caratterizzata da un aumento della precarietà non solo della qualità dei contratti ma anche delle condizioni di lavoro, sembra dunque accompagnarsi, e non casualmente, un aumento del rischio per i lavoratori.
Tutto ciò è inaccettabile. Sono molte le cose che si possono e si devono fare in tema di sicurezza. L’Italia è uno dei pochi paesi a non aver recepito la Strategia Europea per la Sicurezza sul Lavoro, dotandosi, come previsto, di una Strategia Nazionale che indichi le priorità sulle quali concentrare l’impegno, in modo sinergico e partecipato, da parte degli attori della prevenzione cioè le istituzionali e le parti sociali.
A maggior ragione è fondamentale agire immediatamente anche per l’approvazione di una legge regionale che metta al centro la prevenzione, unica strada da percorrere per fermare le morti sul lavoro, agendo in particolare per:
– rilanciare immediatamente l’attività del Coordinamento Regionale in materia di Sicurezza sul Lavoro (previsto dall’art. 7 decreto 81/2008) che in Basilicata non si riunisce da diversi anni e che rappresenta l’Organismo deputato alla sintesi di tutti gli aspetti inerenti la programmazione degli interventi di prevenzione, ma anche l’ambito dell’analisi puntuale delle dinamiche degli infortuni mortali, gravi e mancati;
– potenziare il sistema istituzionale della salute e sicurezza sul lavoro, anche prevedendo l’applicazione integrale e senza eccezioni da parte delle Regioni dell’articolo 13 comma 6 del DLGS 81 del 2008 s.m. (utilizzo dei proventi delle sanzioni per la prevenzione);
– destinare almeno il 5 per cento delle risorse del piano sanitario alla prevenzione;
– finanziare azioni specifiche e regolari da parte degli Enti per formazione e informazione in materia di sicurezza;
– istituire il registro regionale RLS/RLST/RLSS, a disposizione anche delle Organizzazioni sindacali, con la previsione di una sezione dedicata alle imprese che non hanno i RLS;
– istituire una banca dati INAIL regionale per un’analisi di secondo livello (oltre il dato numerico) sugli infortuni e le malattie professionali;
– prevedere linee guida specifiche e una maggiore vigilanza relativamente ai lavoratori e alle lavoratrici giovani, più esposti alla precarietà, anche attraverso l’abuso dei tirocini non curricolari, che, frequentemente, è associata a una minore salute e sicurezza sul lavoro.
Morte operaio Carmine Picerni, presidio dei sindacati, Ugl a sostegno sicurezza sul lavoro.
“Tutta l’Ugl è solidale manifestando a Potenza sulla sicurezza sul lavoro dopo le ultime morti bianche avvenute nella regione”. E’quanto dichiara il Segretario Confederale Ugl con delega alle politiche del lavoro, Stefano Conti, presente al sit-in di questa mattina con il segretario nazionale Ugl Claudio Giuliani, Giovanni Tancredi, Pino Giordano e Giuseppe Palumbo, sotto la Prefettura a Potenza.
“Purtroppo – prosegue il sindacalista – la Basilicata piange l’ennesima vittima sul lavoro che, va ad aggiungersi al libro nero del resto d’Italia come, l’ultima morte sul lavoro di un operaio che lavorava sui tralicci delle telecomunicazioni nella provincia di Agrigento due giorni fa’. Questo il risultato derivante anche da una politica di austerity e contenimenti dei costi che vede la sicurezza sul lavoro spesso penalizzata da questi tagli, con i risultati che abbiamo tutti davanti agli occhi. L’Ugl – ha concluso Conti – da sempre si batte perché la sicurezza sul lavoro sia un investimento delle aziende e non un costo in bilancio: la sicurezza dei lavoratori e’ una battaglia di civiltà”.
“Questi tragici avvenimenti devono portare a una riflessione urgente e importante sull’applicazione delle norme di sicurezza nei luoghi di lavoro e sugli investimenti e sposeremo qualsiasi iniziativa per riaffermare la priorità della sicurezza sul posto di lavoro” – hanno sostenuto tutti, segretari e dirigenti Ugl presenti al presidio a Potenza. “L’intento nel manifestare è per lanciare un messaggio chiaro a tutte le istituzioni preposte sollecitando nell’attuare reali controlli e vigilare maggiormente sulle condizioni di sicurezza dei lavoratori e dei posti di lavoro. Diciamo stop agli incidenti sul lavoro, la vita prima di tutto: non è ammissibile che nei primi tre mesi del 2018, in Basilicata, siano già sei le persone che hanno perso la vita sul posto di lavoro e nel 2017, ne sono morti venti. Serve cambiare registro, l’ipotesi dell’Ugl è che gli infortuni siano conseguenza della crescente pressione sui lavoratori, del continuo rincorrere scadenze e obiettivi, a fronte anche delle riduzioni di personale. Per questo sensibilizziamo l’opinione pubblica e Istituzioni perché, tutti insiemi, si possa prendere coscienza che la sicurezza viene prima di tutto. È giunto il momento – terminano i segretari Ugl – di iniziare dalla Basilicata un vero percorso che costruisca nel Paese una cultura della sicurezza sul lavoro. Attraverso appalti sempre di più al ribasso, utilizzo di manodopera in nero, pochi controlli, si alimenta l’illegalità e di conseguenza si aprono le porte anche alla criminalità, al banditismo imprenditoriale, tutto a scapito di chi lavora”.