Partendo dalla vicenda che riguarda il taglio degli alberi in via Lanera a Matera, Carmine Cocca, Presidente Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Matera, in una nota inviata alla nostra redazione sollecita una svolta verso una città più verde. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Le recenti cronache consegnano alla collettività una visione della Città di Matera ricca di forti contraddizioni e opinioni contrastanti. L’area del quartiere Lanera, ed in particolare la pineta, sembra essere diventata l’epicentro di un dibattito che deve necessariamente essere affrontato in maniera costruttiva e concreta al fine di chiarire il vero futuro che la città dovrà affrontare. Una città che, nel passato recente e non, ha trattato il tema del verde urbano relegandolo in un contorno senza valenza paesaggistica e sociale nel nome di altre priorità. Un tema che il nostro Ordine ha più volte sollevato chiedendo, spesso con insistenza, modifiche del regolamento sul verde urbano e azioni pianificatorie necessarie e lungimiranti, quali il piano del verde, che hanno trovato simpatie diffuse nelle varie forme di governo succedutesi ma mai hanno generato la tanto attesa svolta. Il problema, mi auguro non politico, è che le risposte sui temi ambientali trovano spesso riscontro a distanza di troppo tempo per “premiare” o “condannare” coloro i quali lavorano nella quotidianità. Oggi, purtroppo, si sta consumando una pagina di sintesi di tanti mancati interventi e di tanta mancata pianificazione che genererà … tanto malcontento perché la coscienza di ciascuno di noi vorrebbe alberi “sempre verdi”, alberi amici delle popolazioni e alberi metaforicamente perfetti in termini di assonometria ed estetica. Ma la natura, soprattutto se antropizzata, è imperfetta e possiede un altro “stile” che richiede tanta cura e manutenzione senza lasciare il passo ad alcuna disattenzione o peggio disinteresse. L’auspicio è che si sappia leggere in maniera professionale e obiettiva l’odierno contesto materano che attende da tanto tempo una svolta tecnico normativa con la collaborazione delle forze in campo e riconoscendo il dovuto ruolo ai professionisti che operano ciascuno per le proprie competenze. Fondamentale sarà la distinzione da porre in essere tra il ruolo da assegnare ai cultori della materia rispetto a quello ricoperto dai professionisti del settore e la conseguente necessaria collaborazione derivante dalla cultura ambientale, dalle forze sociali e dalla popolazione la quale non deve subire scelte irrazionali nel nome delle ordinarie manutenzioni. La selvicoltura è una materia chiara e la gestione delle alberature cittadine non ammette errori o distrazioni negli interventi! e l’azione sul territorio è fondamentale ma solo se si avrà la volontà di poter conservare un patrimonio ambientale in una città che non può permettersi di inventare cicli naturali o forme di gestione poco chiare, lungimiranti e coraggiose. Revisione del regolamento del verde urbano, aggiornamento dell’anagrafe delle piante, piano del verde, valutazione della stabilità delle alberature cittadine (con interventi di abbattimento dove strettamente necessari), adozione di corrette pratiche di potatura, censimento nel tempo di tutte le piantumazioni di sostituzione prescritte a seguito degli abbattimenti anche per verificarne l’attecchimento delle specie vegetali adottate e la riqualificazione delle periferie sono contingenze non più rinviabili per realizzare un serio cronoprogramma di interventi e di azioni per una città più decorosa e più verde, sempre se la si vuole pensare come tale! Un patto di lealtà tra politica e territorio e una risposta concreta ad una esigenza verde non più procrastinabile! Il ruolo della nostra professione di Dottore Agronomo Forestale è chiaro e ben definito e sono sicuro sarà, anche in questo contesto, decisivo per un risveglio naturale della città nella consapevolezza della importante missione di divulgazione, preliminare agli interventi, che appartiene ad ogni professione che si occupa di territorio e ambiente. Una vita professionale che si spende sul territorio e che deve lasciare il seguito ad iniziative positive pensando al traguardo del 2019 con la dignità di città verde ed ecosostenibile che si potrà concretizzare solo con una concreta volontà politica e una doverosa collaborazione dei soggetti competenti. Cultura ambientale e professione sono due lati di una stessa medaglia sulla quale è necessario avviare un leale confronto e una seria collaborazione. Buon lavoro a tutti noi!
finalmente parole sensate! solo che il 2019 non potrà essere il traguardo, è già qui, ma la partenza per buone pratiche e nuova sensibilità culturale. sarà così?? speriamo