Ha picchiato quotidianamente un’alunna disabile di nove anni a lui affidata. È finito così ai domiciliari, con l’accusa di maltrattamenti aggravati e continuati un insegnante di sostegno, Giuseppe Corbisiero, arrestato stamane dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Potenza, coordinati dalla locale Procura. Le indagini sono partite dalla denuncia della bambina, che frequenta una scuola primaria a Ruoti. A seguito della segnalazione sono stati sentiti molti degli appartenenti alla stessa classe ed è stato accertato che l’insegnante infliggeva ogni giorno, alla minore che gli era stata affidata perché affetta da invalidità motoria e cognitiva, sofferenze fisiche e morali. La piccola veniva insultata e malmenata, per futili motivi, con schiaffi, pizzichi e tirate di capelli. Ma anche altri alunni subivano trattamenti simili dall’uomo, che infliggeva loro punizioni per evitare che riferissero il fatto che in classe guardava sul suo pc foto a contenuto pornografico.
Picchia alunna disabile in una scuola di Ruoti, agli arresti domiciliari insegnante di sostegno Giuseppe Corbisiero. Nota Di Giacomo (SPP)
L’ installazione di impianti di video-sorveglianza h24 in ogni istituto scolastico e centro che svolge funzioni di servizi per anziani, disabili e bambini; pene severissime contro gli autori di violenze e maltrattamenti a cominciare dal licenziamento di quanti sono colti in flagranza di reato: sono le richieste ribadite da Aldo Di Giacomo, segretario generale del SPP (Sindacato di Polizia Penitenziaria) dopo l’arresto su ordine del Gip di Potenza dell’insegnante di sostegno con l’accusa di maltrattamenti ad alunna disabile di nove anni.
Come nel caso di Venosa di maltrattamenti e violenze a disabili ospiti di un Centro anche per questo fatto di cronaca – aggiunge – rivendichiamo assoluta severità per affermare la netta distinzione tra vittime e carnefici, distinzione che purtroppo nel nostro Paese è sempre più labile. Dissento profondamente dal parere contrario espresso nella precedente legislatura dalla 7° Commissione del Senato, sulla proposta di installare per legge telecamere di videosorveglianza in asili nido, scuole dell’infanzia e strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali per anziani e persone con disabilità, secondo la motivazione che la videosorveglianza «qualora sia necessaria, può essere disposta per iniziativa della magistratura, senza appositi provvedimenti legislativi» e che «prevedere per legge tale possibilità testimonierebbe il fallimento della scuola”. Quando interviene la magistratura è già tardi. Le famiglie che affidano i bambini a scuole pubbliche o private – sostiene Di Giacomo – hanno diritto di serenità e pertanto di prevenire i diffusi casi di violenza di ogni tipo. Ci sono esempi virtuosi nel nostro Paese di centri privati per l’infanzia che già adottano un moderno sistema di videosorveglianza consentendo, nel pieno rispetto della privacy, ai genitori muniti di app e password di guardare attraverso il telefonino o il pc in ogni momento della giornata cosa accade a scuola. E’ d’altronde questo un deterrente importante per gli insegnanti che nessuno vuole colpevolizzare nel loro complesso ma nemmeno, come è accaduto nell’ultima triste vicenda di Potenza, considerare gli autori degli atti di violenza di responsabilità minore rispetto a quanti commettono reati della stessa gravità e conseguenze su minori.
Nel ricordare che il S.PP. ha contribuito a raccogliere circa 2 milioni 300 mila firme in tutt’Italia a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare sulla legittima difesa, Di Giacomo annuncia: ci faremo promotori di un’analoga ma specifica proposta di legge di iniziativa popolare con il sostegno delle associazioni delle famiglie e di quanti vorranno sostenerla da presentare al nuovo Parlamento che ci auguriamo – conclude – dimostri ben altra sensibilità rispetto al Parlamento e aòl Governo precedenti.