"Sì, figlio mio, sono tuo padre… che ha passato tanti guai, tra la miseria vera e la falsa nobiltà"
Questo è il senso dell’ennesima rivisitazione di ‘Miseria e nobiltà’, farsesca rappresentazione teatrale scritta nel 1888 da Edoardo Scarpetta, padre di altrettanto famosi Edoardo, Titina e Peppino De Filippo, che presero il cognome dalla madre. Francesco Paolantoni e Nando Paone con la regia di Armando Pugliese, riportano sul palco in pieno splendore l’opera che vide protagonista nel 1954 il grande Antonio de Curtis in arte Totò, nella parte di Felice Sciosciammocca. Commedia allegra che si affaccia realisticamente su temi ancora attuali, come la tragedia della miseria, orfana a quei tempi della Social card e di una grottesca nobiltà sbandierata dietro un discutibile arricchimento, che pone i personaggi alla stregua dei titolati dal sangue blu.
Paolantoni si è confermato al Duni un grande attore di teatro ma se il pubblico puntava gli occhi sopratutto sulla sua performance ci piace sottolineare anche l’interpretazione straordinaria di tutti i colleghi che compongono questa nuova compagnia teatrale: Antonella Cioli, Giuseppe De Rosa, Antonio Ferrante, Ernesto Lama, Patrizia Spinosi, Imma Villa, Elisabetta D’Acunzio, Carlo Di Maio, Ivana, Maione, Lello Radice, Francesco Barra, Paola Beccanfuso, Antonio Fiorillo.
LA TRAMA DI MISERIA E NOBILITA’
Miseria e Nobiltà la spassosa commedia di Eduardo Scarpetta scritta nel lontano 1888, conserva intatta la sua freschezza e la sua vivacità, divertendo il pubblico da oltre cento anni. E’ la storia di Felice, povero scrivano squattrinato e del suo amico Pasquale, di mestiere salassatore, i quali convivono con le loro famiglie, nello stesso appartamento in condizioni miserevoli. La fame li perseguita insieme al padrone di casa al quale devono cinque mesi d’affitto arretrato. A risolvere la situazione interviene il marchesino Eugenio che, per ottenere la mano di Gemma, una ballerina del Teatro San Carlo, convince Felice e Pasquale a farsi passare per i propri parenti così da presentarli a Gaetano, padre di Gemma e cuoco arricchito, ed ottenerne la mano. Fingendosi nobili, Felice e Pasquale, si introducono in casa di Gaetano dando vita ad una serie di esilaranti equivoci alla fine dei quali, ovviamente, l’amore trionferà.
Interpretata anche da Eduardo De Filippo intorno al 1954 (occasione nella quale debuttò nei panni di Peppeniello anche il figlio Luca) Miseria e Nobiltà raggiunse la meritata notorietà quando sempre in quegli anni, fu portata sul grande schermo da Totò.
A riproporla oggi, è Francesco Paolantoni in una versione riadattata e diretta da Armando Pugliese con un cast di attori molto bravi che, con ammirabile equilibrio, danno vita agli spassosi personaggi della vicenda. Decisamente da citare, oltre a Paolantoni, anche Antonella Cioli nella parte di Luisella, Nando Paone in quella di Pasquale e Patrizia Spinosi nei panni di Concetta.
Uno spettacolo molto bello, con scenografie semplici ma efficaci, presentato in una versione che tenta di avvicinarsi il più possibile a quello originale di Scarpetta, che la concepì appunto farsa leggera e divertente col solo scopo di far sorridere e sollevare gli animi tralasciando la denuncia sociale di cui invece, a suo tempo, fu permeata la versione di Eduardo De Filippo.