Per illustrare le iniziative che Sanità Futura promuoverà nella nuova fase che si è aperta nell’attività delle strutture sanitarie private accreditate in particolare a seguito della deliberazione di Giunta regionale che determina per il 2018 i tetti di spesa per l’assistenza specialistica ambulatoriale (ex art. 25 LN 833/78), è convocata una conferenza stampa per venerdì 27 aprile con inizio alle ore 10,30 a Potenza presso la sede del Consiglio Regionale (Sala 3).
I dirigenti e gli associati a Sanità Futura spiegheranno le motivazioni dell’avvio di una nuova mobilitazione non solo a tutela delle imprese della salute, quanto per proteggere un minimo di diritti: il diritto alle cure, il diritto di libera scelta del cittadino, il diritto al lavoro e il diritto alla trasparenza delle scelte regionali, contro il non più sopportabile “gioco dell’oca” che si protrae ormai da anni senza fine. Tutto perché in assenza di regole i cittadini saranno sempre di più mal considerati, costretti a subire, come nel gioco dell’oca, assurdità burocratiche, disagi e inaccettabili liste di attesa.
Il disastro è alle porte e tra poco le strutture ambulatoriali inizieranno un’altra ondata di dannosi e inutili contenziosi e a lavorare solo privatamente con aggravio di costi per l’utenza e le casse pubbliche, con sicura perdita di posti di lavoro.
Questa volta l’effetto sarà catastrofico perché le strutture, anche se sostanzialmente sane, chiuderanno i bilanci in perdita. Tutto questo sarà fatale per molte imprese che non hanno alcuna colpa e che per di più devono subire in silenzio questo assurdo gioco dell’oca per evitare ulteriori danni da ritorsioni burocratiche.
Ribadiamo, in sintesi, la nostra posizione: più tutele per i pazienti e più garanzie per le strutture più piccole ma con maggiore potenziale di distribuzione territoriale; sana competizione che garantisce il diritto di libera scelta del luogo di cura e che premia quelle strutture che assicurano un’offerta di prestazioni ampia e di qualità; più controlli sull’appropriatezza e sugli sprechi. Insomma, vogliamo finalmente un sistema operoso e virtuoso nel settore della specialistica ambulatoriale, ci era stata data la parola che si sarebbe potuto fare, ma la parola non è stata mantenuta.
I Centri di Riabilitazione ex art. 26 devono smetterla di fare progetti disegnati sui propri spazi, sul proprio personale, spesso a partita IVA, e sul proprio modello di business, non disegnati per i reali bisogni degli utenti, e devono smetterla di scegliersi i pazienti più semplici lasciando a casa quelli più complessi, in un processo di reverse engineering (“disegno tutto in base a quello che ho e alla redditività che voglio ottenere con il minimo sforzo e il massimo ritorno economico”). La progettualità dell’intervento riabilitativo deve essere fatto in ASM, a tutela dei reali bisogni del paziente, per una reale ed efficiente ottimizzazione dei budget, altrimenti che tali Centri chiudano pure (in favore di nuovi soggetti da accreditare), non costituiscono certo una risorsa per il territorio e per la sanità lucana. Centri cui viene regolarmente autorizzato poi un extra budget e che attingono a fine anno anche a risorse private degli utenti, e che adesso magari si mobilitano in favore di millantati diritti dell’utenza. Il progetto riabilitativo ASM deve essere poi implementato dal Centro accreditato per quell’utente specifico, e non per altri “non aventi diritto” e monitorato costantemente dall’ASM per il mantenimento dell’accreditamento, e dalle Associazioni di categoria con audit interni verso i suoi associati. L’Associazione di categoria deve tutelarsi per essere poi credibile. Sollecito come utente chiamato in causa dal comunicato (che scrive di miei diritti) la Regione a mantenere un profilo alto come fatto ad oggi e, come ha fatto la Regione Lazio, a non consentire che le strutture sanitarie e riabilitative private accreditate abbiano lavoratori precari, lavoratori con partita IVA o contratti a progetto e simili con non un turnover che sconvolge e destabilizza utente e vanifichi terapie, turnover che magari cela vantaggi fiscali, non so, contro addetti e utenti, lasciando la possibilità di contratti più flessibili ai soli professionisti senior indispensabili per elevare la qualità delle prestazioni erogate. “Scriviamo un’altra pagina importante che porterà certezze per migliaia di lavoratori e una crescita della qualità dei servizi erogati con la disponibilità delle organizzazioni sindacali e datoriali”.