“L’importanza delle relazioni sin da piccoli è il serbatoio per un corretto sviluppo psico-fisico e l’adempimento delle direttive Onu significa dare seguito ad una legge universale, incondizionata, esauriente ed eolistica. Un diritto, infatti, è sempre uguale ad un altro”.
Così il garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Vincenzo Giuliano, che, al cospetto del vice presidente del Consiglio regionale, Antonio Bochicchio, del difensore civico regionale, Antonia Fiordelisi e dei componenti il Comitato consultivo del Garante, ha presentato agli organi di stampa il risultato dell’attività svolta dal primo aprile 2017 al 31 marzo 2018, rimarcando come sia ormai “indifferibile il Regolamento del Consiglio regionale per il funzionamento degli organi di garanzia”.
Il vice presidente Bochicchio ha inteso porre in evidenza come: “Il lavoro svolto dall’Ufficio del Garante dell’Infanzia e l’Adolescenza è un lavoro preziosissimo che la Regione Basilicata sostiene sin dall’istituzione di questa figura con la legge n. 18 del 2009 e con la quale vengono riconosciuti tutti i diritti e gli interessi di bambini, bambine e adolescenti di ogni colore, religione, cultura ed etnia presenti sul territorio regionale. L’attività del garante Giuliano – ha detto Bochicchio – è un’attività attenta e puntuale portata avanti mettendo in piedi intelligenti sinergie con il mondo dell’associazionismo, con la scuola, con le famiglie. Sono tante le iniziative messe in piedi e che ho potuto visionare nella IV Relazione annuale. Iniziative di valore che hanno un obiettivo alto e importante: quello di adoperarsi per una piena attuazione dei diritti dei bambini, degli adolescenti e dei giovani che costituiscono la risorsa più preziosa, soprattutto in una regione come la Basilicata che vede decrescere in maniera significativa la sua popolazione. L’attività del Garante Giuliano è stata ed è un’attività molto utile anche per la formulazione di proposte e suggerimenti che ho trovato nella Relazione e dove vi sono dei dati che meritano certamente tutta l’attenzione del Consiglio Regionale. Mi soffermo brevemente su quello che lo stesso Garante indica come il più preoccupante, cioè il problema della limitata fruizione dei servizi per la prima infanzia nella nostra regione: solo l’8% dei bambini lucani tra 0 e 3 anni frequentano gli asili nido, un dato in flessione rispetto a qualche anno fa. Si tratta di una questione importante che merita, come dicevo prima, tutta l’attenzione della Politica perché va a mettere in discussione, come poche altre questioni, la piena attuazione dei diritti dei minori. Su questo come su altri aspetti che riguardano da vicino lo sviluppo pedagogico dei bambini il lavoro, gli stimoli e i suggerimenti del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza sono preziosissimi”.
“La condizione dei minori in Basilicata – ha sottolineato Giuliano – e la descrizione della condizione dell’infanzia e dell’adolescenza nella regione, partendo dal dato più preoccupante, è la limitata fruizione dei servizi per la prima infanzia (0-3 anni), facendo un rapido riferimento alle situazioni demografiche nel confronto tra l’ambito regionale e il livello nazionale, e richiamando alcuni dati significativi della struttura dei servizi in regione e della sua fenomenologia evolutiva, sulla quale si è sviluppata l’attività svolta. In relazione alla fruizione dei servizi per la prima infanzia, la condizione di bambine e bambini è, seppur in termini sintetici, è chiaramente resa dalla Deliberazione di Giunta regionale n. 28 del 22 gennaio 2018, avente all’oggetto: P.O. F.S.E. Basilicata 2014-2020 – Asse 2 Priorità 9iv – obiettivo specifico 9.3. – Azione 9.3.3. – Approvazione avviso pubblico buoni servizio per l’accesso ai servizi socio-educativi della prima infanzia – Anni socio-educativi 2017/2018 e 2018/2019. In estrema sintesi il dato dichiarato in Delibera è molto preoccupante: solo il 6,8% dei bambini 0-3 anni frequenta i servizi di asili-nido. E negli ultimi anni, si dice in Delibera, l’andamento di tale frequenza risulta in flessione, rispetto all’8% dei frequentanti secondo rilevazioni degli anni precedenti. Non sarebbe doveroso per tutti interrogarsi sulle motivazioni che determinano tali andamenti? E non sarebbe questa una grande opportunità per creare occupazione qualificata e liberare forze lavorative ed economiche? Non ad altro ma solo a questo obiettivo ha mirato la proposta presentata dal Garante, con la formulazione di una bozza di ‘disegno di legge di iniziativa della Giunta Regionale’, dal titolo “Sistema socio-educativo integrato dei servizi per la prima infanzia”.
“Secondo i dati dell’Ufficio statistico regionale – ha riferito il Garante – nel decennio 2004-2014, solo la Basilicata decresce in maniera significativa, mentre la popolazione italiana cresce circa del 3 per cento circa e la popolazione delle regioni meridionali rimane sostanzialmente stabile. Il saldo complessivo della popolazione, che segnava in Basilicata più di 620.000 abitanti, al 2014 ha segnato 578.391 abitanti, e il dato demografico al 31 luglio 2015 segna 574.782 abitanti. Al 31 luglio 2016, secondo dati Wikipedia, risultano 571.582 abitanti, confermando il trend negativo che manifesta come la Basilicata perda da 2.000 a 3.000 abitanti all’anno. Tutto ciò potrebbe essere letto come una conferma di chi sostiene il dato della tendenza alla desertificazione sia della aree interne che dei comuni di minori dimensioni demografiche? Certo è che per scongiurare questo rischio è indispensabile partire dalle politiche per i minori da 0 a 18 anni. Le condizioni socio-economiche delle famiglie: se si considera la dimensione qualitativa della condizione dei minori in Italia, si osserva una situazione particolarmente grave in Italia, che è ancor più preoccupante in Basilicata. Il tasso di povertà relativa nelle famiglie con figli, dal 2007 ad oggi, è aumentata e, secondo i dati più recenti segna al 2016 addirittura il 21%, a fronte del 9,6% del 2007. La situazione è gravissima, perché è inspiegabile come una regione ricchissima di ogni risorsa materiale del suolo, del sottosuolo e dell’aria possa segnare indici di povertà così alti e possa correre rischi di depauperamento demografico, cui seguirà inesorabilmente la desertificazione del territorio (indice di densità demografica inferiore a 60 abitanti per Kmq). Secondo i dati Istat 2015, la povertà assoluta colpisce in Italia 4 milioni e 598 mila persone, il dato più elevato dal 2005: la povertà relativa si ha quando una famiglia di due persone spende in media da 1050,96 euro in giù. In Basilicata per la povertà relativa dal 2013 al 2015 registra rispettivamente il 24,3%, il 25,5% e il 25%. Quindi una famiglia su quattro è in condizioni di povertà. Un fatto questo che deve preoccupare tutti, se si nota che il dato lucano è nettamente superiore al dato medio italiano ma è anche significativamente superiore alla percentuale media meridionale: nel 2015 il dato della povertà nel Mezzogiorno è pari al 20,4% contro il 25% lucano”.
Per Giuliano “l’educazione di bambine, bambini e adolescenti è un’utopia necessaria, è la risorsa più importante da investire per produrre beni duraturi nella società. L’Educazione deve essere centro delle preoccupazioni e delle attenzioni del mondo degli adulti. L’educazione deve essere obiettivo focale e permanente dell’azione delle Istituzioni pubbliche. La società, nella sua complessità ed interezza, sul suo territorio, è comunità educante che costruisce nei bambini e negli adolescenti, giorno dopo giorno, il proprio capitale umano. Maturata, grazie alle tante esperienze acquisite ed alla rete delle relazioni che è stata intessuta con gli operatori sociali, una visione ampia e articolata del mondo delle bambine, dei bambini e degli adolescenti in Basilicata. Una conoscenza sufficiente per comprendere il sistema dei rapporti sociali entro cui essi vivono la loro esistenza, sviluppano la loro personalità e coltivano il loro futuro; per annoverare le problematiche, gli ostacoli, le criticità che persistono sul loro cammino ma anche per valutare quale immenso patrimonio di risorse umane sia rappresentato, per tutta la comunità regionale, dalla realtà dei minori e degli attori che gravitano su di esso. E con lo stesso compiacimento è stato possibile osservare un sempre più consapevole intensificarsi del dialogo tra il complesso mondo dei minori ed il sistema territoriale delle istituzioni pubbliche: Comuni, Province, Asp, Istituzioni scolastiche, Organi periferici dei Ministeri. In particolare è venuta sempre più migliorando la comunicazione con il Governo regionale, la cui attenzione verso le richieste provenienti dalla società civile ha trovato espressione in una serie di provvedimenti che, nel periodo considerato, hanno avuto riscontri di notevole rilevanza. Una nuova cultura, un nuovo sogno: umanizzare l’educazione, quale diritto universale e dovere inderogabile. Nell’epoca della ‘razionalità tecnologica’, al mondo dei minori, contrassegnato dai caratteri dalla spontaneità sensoriale, dall’immediatezza percettiva, dalla creatività fantastica, è richiesto un supplemento di esperienza e di conoscenza che riesca a conciliare gli impulsi talvolta contrastanti che giungono dall’ambiente circostante e a decodificare il cumulo confuso dei messaggi lanciati dagli strumenti di comunicazione di massa. La ‘pervasività senza confini spazio-temporali e senza limiti etici’ dei messaggi che attraverso la rete Internet pervengono ai sensi del fanciullo e dell’adolescente rischiano di agire con una forza talvolta dirompente sugli equilibri della sua personalità in formazione, e si crea il pericolo di reazioni impulsive, che collidono con la cosiddetta ‘razionalità tecnologica’”.