Fruttuoso e disteso il confronto dialettico di stamane in Comune tra i rappresentanti di Legambiente e il Sindaco di Matera, affiancato dall’Assessore Paola D’Antonio in veste di esperta in gestione verde urbano, sulla questione dei pini di via Lanera. Il Primo Cittadino, che è stato ringraziato per la sua disponibilità dalla rappresentanza guidata da Pio Acito ha ricordato, a dimostrazione della considerazione dell’Amministrazione comunale verso l’ambiente, la consistente cifra di 9 milioni e mezzo di euro messa in campo e destinata al verde pubblico cittadino. Il Sindaco si è detto indignato della sua foto appesa su ogni albero con la dicitura “Abbattiamo lui” e i rappresentanti di Legambiente si sono dichiarati estranei al gesto prendendo le distanze e stigmatizzando l’accaduto.
La D’Antonio ha ribadito la necessità di individuare, a seguito di un sopralluogo fissato per lunedì 7 maggio le specie che versano in condizioni meno critiche e quindi da preservare. Entrambi i rappresentati istituzionali, al termine della riunione, hanno sottolineato che fa testo l’indirizzo esplicitato nell’ultimo Consiglio comunale sul contenimento del numero degli alberi da abbattere e sul prosieguo dei lavori. Piena sintonia fra le parti.
Francesco Vespe, Presidente di Officina del Bene Comune
Non si trovano parole per definire l’andamento del Consiglio comunale (CC) del 27/04 riguardo la strage dei pini che si sta pianificando al quartiere di Lanera. 86 alberi sacrificati per dar vita ad una faraonica rotonda con annesso parcheggio a raso. Andiamo però con ordine per narrare il grottesco accadimento. Su sollecitazione dei consiglieri Sansone, Manicone, Materdomini, Buccico, D’Andrea ed altri 3, l’ineffabile presidente ha aperto le porte del C.C. per ospitare una breve discussione. La prima scorrettezza è stata quella di far parlare un comune cittadino a favore della mattanza chiaramente lì presente per sabotare la protesta. L’ineffabile Presidente, al contrario, ha impedito allo scrivente di intervenire ignorando le ripetute, vistose ed insistenti segnalazioni di voler intervenire. Sacrificato per favorire una dolosa quanto molto sospetta alternanza di “genere” nell’assortimentodegli interventi. Caro Presidente chi scrive ha ritenuto la sua indifferenza uno sgarbo tendenzioso quanto villano che inevitabilmente fa pensare alla presenza di un pre-giudizio ostile nei confronti dello scrivente. Ma cosa avrebbe detto Officina del Bene Comune ?
I. Oggi si parla tanto di economia circolare; ovvero di sistemi economici che riescono ad autogenerarsi in modo autonomo. Lo si riferisce spesso al flusso dei materiali tecnici, come il riciclo dei rifiuti, ignorando che esso riguarda soprattutto quelli biologici che vengono reimmessi nella biosfera. Di questa economia ciclica gli alberi, e non solo quelli dell’amazzonia, hanno una importanza fondamentale perché assorbono CO2e producono Ossigeno. Ecco perché è criminale tagliare indiscriminatamente giganteschi alberi nella città; a meno che non siano pericolosi o malati;
II. Quei Pini, autocotoni o no, fanno parte della pianificazione urbanistica del rione Lanera disegnato dagli architetti Fabbri & Coppa. Quindi di fatto sradicarli significa stravolgere la qualità di una pianificazione illuminata della nuova città che ebbe luogo a metà degli anni 50;
III. E’ vero che quei pini, con le loro radici emergenti, pongono problemi al manto stradale come ai suoi marciapiedi; ma soluzioni tecniche per risolvere il problema delle invadenti radici che spuntano finanche dal water di Adduce ci sono e sono state applicate già nella nostra città (vedasi la salita di viale Europa). Si ignora che essi attualmente fungono da preziosi dissuasori automobilisticinaturali!
IV. E’ una strategia ormai più che collaudata nella nostra città di lasciare nell’incuria più totale le aree verdi, rendendola così non fruibile. L’incuria delle zone verdi ne impedisce la fruibilità. La non fruibilità rende indolore la loro rimozione per i cittadini. La loro incuria e la loro non fruibilità rende quasi conseguenziale ed obbligata la loro eliminazione. Caro sindaco non ha senso gongolare per le classifiche stilate a tavolino che farebbero di Matera la città più verde d’Italia. Quello che conta è la fruibilità delle aree verdi da parte dei cittadini e questa fruibilità è praticamente nulla nella nostra città. Per questo motivo caro Angelo Cotugno hanno sempre risposto picche alla richiesta di disegnare un piano del verde. L’ineffabile sindaco “effettivo” conosce molto bene questa strategia, visto il suo passato speso nella cooperazione edilizia materana. A questa fase sillogistica di abbandono del verde ha fatto sempre seguito inesorabile un’ondata cementizia orgiastica. E’ ciò che è accaduto alla collina di Macamarda, , sotto la collina di Serra Rifusa (Acquario) od alla zona del mulino Dell’Acqua. A proposito di quest’ultima zona, il quadrilatero delimitato da via Potenza e via Cosenza avrebbe dovuto ospitare un giardino pubblico. Giardino che cedette il posto a nuove strabordanti cubature ingannando gli abitanti con la promessa pinocchiesca di realizzare un grande polmone verde sul lato opposto di Via Mattei. Basta far visita in quel quartiere per capire cosa poi è realmente accaduto. Sono promesse pinocchiesche che si rinnovano puntualmente e che hanno aleggiato nell’aria anche in quel C.C. Promessi dall’annoiato sindaco ben due ettari di parco nel momento in cui si progetterà P.zza della Visitazione.Praticamente un francobollo! Poverini! A forza di stare nel palazzo hanno perso il senso delle misure geometriche!
V. Il sindaco poi ignora che ad un ricercatore è garantita libertà della ricerca e lo stato di professionista a tutti gli effetti. Libertà e professionalità che consente di pronunciarsi con intatta autorevolezza anche al di fuori dell’ente di appartenenza! Una perizia poi che lo stesso Sindaco ha implicitamente messo in discussione quando ha ammesso che si potevano salvare 9 alberi e passare così da 86 a 75, appalesando così malferme conoscenze di aritmetica!
Poi quello che è accaduto in C.C. fra le varie componenti di esso ha dell’incredibile! La maggioranza aveva chiesto ai sottoscrittori del primo OdG di “asciugare” la loro proposta per poterla fare votare così anche alla maggioranza. Mentre essi si adoperavano perrivedere il loro OdG, la maggioranza oltraggiosamente, invece di collaborare come promesso, ha pensato di stilare un OdG alternativofrancamente vago ed annacquato anche se istituzionalmente corretto, che dà mandato alla giunta di verificare se si possa minimizzare il taglio dei grossi pini. Aleggiava in aula la paura di disporre una sospensiva dei lavori per non incappare negli strali del codice generale degli appalti dei lavori pubblici ed una sospetta sudditanza di organi eletti dai cittadini nei confronti della dirigenza comunale! Altro che il senato di Caligola!OdG approvato dall’assemblea, a dispetto degli sforzi encomiabili profusi dai primi proponenti. Una scorrettezza non solo istituzionale, ma anche e soprattutto umana nei confronti dei Consiglieri che avevano avuto l’ardire di porre la questione. Ai suoi tempi chi scrive avrebbe ucciso per molto meno!