“In Italia mentre la politica lotta per accaparrarsi le poltrone, la Polizia Penitenziaria, sempre più poca e sempre più sola, lotta per gestire l’inferno delle carceri. Si ritorna a parlare delle condizioni delle carceri lucane e questa volta riguarda quello di Matera, che nel pomeriggio di sabato 5 maggio, verso le 14,00, è stato interessato da una violenta rissa tra detenuti tarantini contro quelli baresi, sviluppatasi all’interno dei cortili passeggio, per motivi ancora in fase di accertamento.
Una delle ipotesi più accreditata è quella che la tensione creatasi ultimamente nel carcere di Matera è probabilmente dovuta alla
numerosa presenza di detenuti di origini pugliesi, in conflitto tra loro per diverse ragioni, ma soprattutto dalla prepotenza di voler
predominare ed avere la supremazia all’interno dell’Istituto penitenziario.
Ad ogni modo dalla ricostruzione dei fatti sembrerebbe che i detenuti tarantini abbiano avuto la meglio sui baresi, tanto che
fortunatamente per questi ultimi, fortemente colpiti da bastoni ricavati da oggetti che normalmente vengono consentiti all’interno
del Carcere, sono stati sottratti durante le percosse dal personale di Polizia Penitenziaria prontamente intervenuto e che è
riuscito a sedare l’evento critico seppur riportando conseguenze alla salute ancora in attesa di accertamenti.
A darne notizia è il Segretario Regionale del SAPPe – Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria – della Basilicata Saverio
Brienza, il sindacato più rappresentativo dei “Baschi Azzurri”, il quale si interroga su quali basi il Ministero della Giustizia e
quindi l’Amministrazione Penitenziaria vogliono porre in essere le condizioni più ideali per la gestione dei detenuti, nel momento
in cui anche le carceri lucane sono divenute delle vere e proprie giungle a causa del noto sovraffollamento, oppure a causa
della eccessiva promiscuità dei reclusi tra stranieri e italiani, tra soggetti appartenenti a diverse frange criminali oltretutto anche
in conflitto tra loro, con numerosi detenuti che soffrono di patologie psichiatriche, in strutture fatiscenti e senza le necessarie
condizioni di sicurezza sia strutturali che strumentali.
Il SAPPE ogni giorno registra eventi che accadono a causa delle gravi carenze di un sistema assolutamente fallimentare e chi
ne fa le spese è sempre e solo la Polizia Penitenziaria, costretta a sobbarcarsi la violenza di detenuti che non hanno nulla da
perdere e che la fanno da padroni in un contesto penitenziario che negli ultimi anni è stato troppo “ammorbidito” da una politica,
che invece di ascoltare la voce di chi lavora nelle carceri 24 ore al giorno ha voluto dare più attenzione alle pretese assurde di
Associazioni e Garanti dei detenuti.
La questione odierna di Matera dovrebbe far riflettere l’Amministrazione Penitenziaria , traendone le dovute considerazioni per
cominciare a progettare un sistema dell’esecuzione penale delle carceri diverso, più funzionale, più sicuro, ma soprattutto
incrementando il personale di Polizia Penitenziaria che allo stato attuale, al di là di quello che pensa il Sig. Ministro che lo ha
drasticamente ridotto con un D.M. del 2 ottobre scorso, a parere di questa Organizzazione Sindacale è assolutamente
insufficiente, e se oggi non è scappato il morto è solo grazie all’instancabile sacrificio dei “Baschi Azzurri”.
Saverio Brienza, nel concludere, innanzitutto auspica al personale di Polizia Penitenziaria di Matera di non aver riportato gravi
conseguenze fisiche durante l’operazione odierna e fa loro un plauso per aver sedato la violenta rissa senza conseguenze
irreparabili e si rivolge alla politica, la quale nel mentre loro lottano per accaparrarsi le poltrone, il Comparto Sicurezza è in
ginocchio ed in particolare la Polizia Penitenziaria, sempre più poca e sempre più sola, lotta per gestire l’inferno delle carceri!
Con cortese preghiera di diffusione