CNA su Decreto Salva-Italia: “Bene sul 36%, ma non convince la proroga del 55% limitata ad un solo anno”.
Per CNA Installazione Impianti, mentre è positivo aver reso strutturale il 36%, la proroga di un anno della detrazione del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici, ed il suo successivo ipotizzato accorpamento con il 36%, non sono coerenti con il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità energetica previsti dall’UE
La disposizione prevista al comma 4 dell’articolo 4 del decreto, pur evitando la sospensione degli incentivi prevista al 31 dicembre 2011, interviene prorogando solo fino al 31 dicembre 2012 le detrazioni attualmente vigenti, ed inserisce, a partire dal 1 gennaio 2013, gli interventi di risparmio energetico e l’installazione di impianti da fonti rinnovabili nell’ambito delle opere ammesse alla detrazione del 36%.
“Come è stato più volte evidenziato – ha sottolineato Vincenzo Dottorini, Presidente Provinciale di CNA Installazione Impianti – le detrazioni fiscali del 55% hanno contribuito a favorire la crescita di un settore che, in assenza di tali strumenti, sarebbe stato bruscamente frenato dalla fase di crisi economica degli ultimi anni; le detrazioni – ha aggiunto – hanno favorito gli investimenti, l’occupazione e, avendo determinato l’emersione degli interventi spesso effettuati secondo pratiche di evasione fiscale, hanno apportato un contributo positivo al bilancio pubblico. Per proseguire tale percorso virtuoso – ha affermato il Presidente provinciale degli impiantisti CNA – sarebbe necessario garantire maggiore stabilità al settore, con una proroga di almeno tre anni, anche mediante una rimodulazione dell’incentivo con percentuali che variano in funzione dei risparmi energetici effettivamente conseguibili dai singoli interventi. Inoltre – ha concluso Dottorini – poiché gli incentivi per l’efficienza energetica sono funzionali anche al raggiungimento degli impegni che il nostro Paese deve rispettare coerentemente con le Politiche Europee in materia di sostenibilità energetica, non è condivisibile accorpare, a partire dal 2013, tali tipologie di interventi con le semplici ristrutturazioni edilizie”.
CNA-Fita invita la Committenza ad un serrato confronto sul caro gasolio e pedaggi
Il balletto sulle bozze del Decreto Legge è finito ieri miseramente e al termine di quella tumultuosa giornata la CNA-Fita registra, con preoccupazione, le determinazioni contenute nel D.L. che il Governo ha portato alla firma del Presidente Napolitano. Da mesi la nostra Associazione, in modo pacifico e con puntuale conforto di analisi e dati, ribadisce l’allarmante corsa al rialzo dei costi del gasolio e dei pedaggi autostradali che si ripercuote, direttamente, sulla gestione finanziaria corrente già pregiudicata dal credit crunch perpetuato dalle banche da un lato e dall’altro dall’allungarsi dei tempi di pagamento.
Con l’ulteriore aumento delle accise di oggi e il possibile incremento di gennaio dei pedaggi il clima è diventato rovente e la faticosissima pace sociale garantita fin qui rischierebbe di capitolare a causa dell’unico sfogo possibile: il fermo dei mezzi.
La CNA-Fita conscia della pericolosità della situazione ma altrettanto consapevole del drammatico momento che il Paese intero sta vivendo si appella alla Committenza tutta affinché possa con lei condividere un sommo atto di responsabilità finalizzato a motivare un confronto diretto per approfondire e chiarire le divergenze che ad oggi non hanno consentito l’incontro delle singole volontà. Carburante e pedaggi non possono dividere l’autotrasporto e la Committenza che invece devono preoccuparsi di superare l’attuale crisi economica.
C’è bisogno di tutti per uscire da questo pericoloso vicolo cieco e perciò la CNA-Fita ha invitato, presso la sua sede nazionale, le Committenze per un confronto volto ad individuare soluzioni immediate e concrete.