Antonia Losacco, Presidente Aspat Basilicata: troppe criticità per i tetti di spesa delle strutture private accreditate. Di seguito la nota integrale.
Tardività di intervento della Regione; incomprensibile il calcolo di tetto per il 2018 sulla base del fatturato 2015/2016/ 2017, solo per alcune branche; mancanza di indicazioni sui controlli dell’operato delle strutture. Sono alcune delle osservazioni critiche dell’ l’ASPAT Basilicata – Associazione Sanità Privata Accreditata Territoriale – in riferimento alla delibera di Giunta n.316/2018 (Determinazione per l’anno 2018 dei Tetti di spesa per le strutture private accreditate) contenute in un documento inviato alla Quarta Commissione del Consiglio Regionale oltre che al Presidente Pittella, all’assessore Franconi e ai direttori generali del Dipartimento Salute, di Asp e Asm.
La presidente dell’Aspat Basilicata, Antonia Losacco in primo luogo, rileva che la Delibera n. 316/2018 risulta emanata con grave ritardo: per gli operatori economici del sistema sanitario, infatti, risulta particolarmente difficile operare una seria e ponderata attività di programmazione sanitaria al buio, ovvero in assenza, all’inizio dell’anno, della indicazione delle risorse economiche messe a disposizione dalla Regione Basilicata. Proprio per tale ragione, a causa delle evidenti lungaggini e difficoltà procedurali che rivengono dal sistema attualmente vigente, l’ASPAT Basilicata ha già evidenziato l’opportunità di utilizzare un meccanismo facente leva sul c.d. “Tetto Mobile”, in virtù del quale il fabbisogno soddisfatto dalle strutture relativo all’ultimo anno sarebbe riconosciuto l’anno successivo. Antonia Losacco sostiene che l’utilizzo del c.d. Tetto Mobile, peraltro, consentirebbe alle singole strutture sanitarie di operare in un sistema flessibile con margini di crescita per quelle strutture che soddisfano maggiore fabbisogno sanitario, posto che i criteri adottati sin ora dalla Regione fotografano valori economici inferiori rispetto a quelli realmente posti in essere da ciascuna struttura. Al contempo, l’ASPAT Basilicata chiede che sia inserito, il principio della durata triennale dei contratti, al fine di consentire alle singole strutture di organizzare il proprio lavoro lungo un arco temporale più ampio di quello attuale.
Quanto alla determinazione del tetto per l’anno 2018, premesso che, la composizione dei tetti di spesa deve avvenire attraverso una contrattazione che tenga conto dei LEA, del diritto di libera scelta del cittadino e del reale fabbisogno assistenziale originatosi da tale diritto e compatibile con le risorse disponibili e il corretto uso delle stesse, nel documento si rileva, preliminarmente, che il fatturato del 2017 rappresenta il dato più recente, che meglio fotografa, per ciascuna struttura, l’attuale fabbisogno assistenziale. L’utilizzo di altri e diversi criteri, oltre che privo di qualsiasi fondamento normativo non rispecchierebbe il reale fabbisogno. Non si comprende quindi, per quali motivi la Regione Basilicata ha invece calcolato il tetto per l’anno 2018, prendendo in considerazione non soltanto il fatturato per il 2017, ma anche quello relativo agli anni 2016 e 2015. Peraltro, dalla lettura della Delibera si è appreso invece che, per i laboratori di analisi, la Regione Basilicata ha adottato un criterio differente di calcolo rispetto a quello adoperato per le altre strutture sanitarie, prendendo in considerazione, appunto, il solo fatturato prodotto nell’anno 2017. Tale modus operandi che sancisce, di fatto, un diverso trattamento tra i laboratori di analisi e le altre tipologie di strutture è del tutto irragionevole e lesivo del principio di parità di trattamento tra tutti gli operatori del settore. Di qui la richiesta di adottare anche per le altre strutture sanitarie i criteri di calcolo utilizzati per i laboratori di analisi.
Quanto alle incertezze relative all’avvenuto raggiungimento del tetto, dalla lettura della Delibera, in relazione al reale fabbisogno e a tutela dei Lea e del principio di continuità assistenziale, non si comprende quali condotte dovrebbero tenere le strutture all’esaurimento del budget assegnato. L’ASPAT, ha chiesto inoltre chiarimenti precisi ed univoci da parte della Regione Basilicata sulla materia dei controlli e sulla c.d. appropriatezza dell’operato delle strutture.
È evidente che la presenza di un adeguato sistema di controlli, in uno con una definizione, a monte, delle regole volte a definire tassativamente le regole di condotta strutture consentirebbe a ciascun operatore di svolgere la propria attività in un sistema autenticamente concorrenziale e, per l’effetto, di migliorare, sotto il profilo qualitativo ed economico, la propria produzione. Si chiede, pertanto, l’individuazione e l’emanazione di linee-guida in tal senso.
Inoltre sulla dichiarata Competitività collegata ad eventuali risorse aggiuntive , ASPAT Basilicata chiede l’individuazione di idonei criteri che siano collegati ad un sistema di premialità assolutamente connesso alla C.O.M. (capacità operativa massima delle strutture).
Infine, l’Aspat Basilicata ed i propri Associati, hanno diffidato la Regione Basilicata ad “eseguire l’accordo di cui al Verbale del 16 febbraio 2018, evidenziando che, in mancanza, adiranno le competenti Autorità al fine di far eseguire correttamente le sentenze rese dal Tar per la Basilicata e di tutelare pienamente gli interessi delle strutture Associate”.
Mag 11