Un elenco impressionante di violenze e soprusi che le donne subivano nel Medioevo, dai matrimoni o dalla clausura imposti alle figlie, fino a vere e proprie forme di inquisizione: uno “spaccato” della Storia raccontato nel libro “La violenza alle donne, una prospettiva medievale”, a cura di Anna Esposito, Franco Franceschi e Gabriella Piccinni, che sarà presentato a Matera lunedì 14 maggio nella sede di via San Rocco nell’aula Sassu alle ore 17.30, e a Potenza martedì 15 maggio al rione Francioso, aula Ippodamo, alle ore 11.30, nel corso di incontri organizzati dal Cug e dalla Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici.
Il volume suddiviso in tre parti (Tipologie, Storie e Confronti), racconta – ha detto una delle componenti del Cug, e docente dell’Unibas, Laura Scrano – i comportamenti violenti contro le donne, nei vari ambiti sociali e familiari, concentrandosi soprattutto sul basso Medioevo italiano. L’intento è quello di dare una dimensione prospettica a questa particolare forma di violenza che ha origini antiche e contribuire così alla comprensione di fenomeni che perdurano nel tempo, ancora oggi alla ribalta della cronaca in Italia e nel mondo, anche al fine di poterli prevenire. In supporto alla risoluzione adottata nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, designando il 25 novembre di ogni anno come giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, la presentazione di questo volume con lettura di brani salienti vuole indurre un’attenta riflessione sulla diversità di genere e alla sua concezione come reale opportunità per una società migliore, non più come pericolosa discriminante tra uomini e donne. Il tempo necessario perché tale concezione attecchisca a livello mondiale non sarà breve: si dovrà procedere con costanza e determinazione. “Le forme di violenza esercitate nel Medioevo contro le donne – si legge nella recensione del libro – compongono un catalogo impressionante: percosse in nome del diritto del marito a ‘correggere’ la moglie, del padre a costringere e punire la figlia, del padrone a battere la serva; ingiurie connesse al comportamento femminile; stupri, segregazioni, omicidi in nome dell’onore tradito; spoliazione di beni, a partire dalle eredità e dalle doti; matrimoni e monacazioni forzate; manipolazione delle coscienze e violenze inquisitoriali; maltrattamenti, prevaricazione e discriminazione nel mondo del lavoro. Concentrandosi soprattutto sul basso Medioevo italiano, il volume racconta come si vennero codificando i comportamenti violenti contro le donne, senza peraltro tralasciare i casi di violenza di donne contro altre donne o la loro risposta violenta nei confronti di chi le minacciava e aggrediva”.