Sarà Giandomenico Marchese il nuovo amministratore unico di Acquedotto lucano. La sua candidatura è stata presentata da venti sindaci che rappresentano il 70% dell’assemblea, oltre che dal Governatore lucano Marcello Pittella che ha così deciso di puntare su uno dei suoi direttori generali. La presentazione delle liste, scaduta alle 17 di ieri, ha visto la sola presentazione di Marchese per la leadership di Aql, con la presentazione e l’insediamento formale che avverranno il prossimo 16 maggio. Acquedotto lucano è la più grande azienda pubblica lucana e tra i più importanti enti del Sud italia nella gestione del sistema idrico integrato. Un colosso che Giandomenico Marchese conosce bene, essendone già stato dirigente. Acquedotto Lucano è un sistema di infrastrutture collegate da più di 10 mila chilometri di reti idriche, a cui devono aggiungersi i 3.359 chilometri di condotte di acque miste o nere: in tutto 13.626 chilometri di tubi, oltre a 479 sorgenti, 66 pozzi, 178 impianti di depurazione, 142 impianti di sollevamento idrico, 93 impianti di sollevamento fognario, 829 serbatoi, 2 impianti di potabilizzazione e circa 2000 fontanine pubbliche. L’area gestita comprende 130 comuni, 575.000 abitanti e 287.000 utenti. Il capitale sociale è attualmente detenuto dalla Regione e da 119 Comuni che hanno versato simbolicamente un euro per ciascun residente. Aql inoltre conta 398 dipendenti tra Amministratori e tecnici.
Nicola Benedetto, consigliere regionale: per il PD l’occupazione delle postazioni e’ diventata un’autentica ossessione. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra readazione.
Capisco che l’attaccamento alle cose, quando gli uomini si avvicinano alla fine della propria esistenza, può rappresentare un fattore istintivo. Stessa cosa succede al Pd lucano per il quale mi sembra però sia diventata un’autentica ossessione. Mi riferisco all’imminente nomina di Giandomenico Marchese ad amministratore di Acquedotto Lucano. Come se l’elezione più recente del nuovo Presidente del Consiglio Regionale non fosse bastata a soddisfare l’appetito di poltrone, il Pd prosegue sulla strada dell’occupazione di ogni postazione di potere. E a nulla sarebbe valso il tentativo di opposizione e Comuni, “non annessi” dal Pd, di ribaltare il “gioco dell’occupazione” perché le regole sono saldamente nelle mani degli uomini del Pd, potendo contare sul 70 per cento della platea azionaria. Sia chiaro: non ho nulla contro il dott. Marchese, dirigente e funzionario della Regione da anni e di comprovata esperienza professionale. Piuttosto non capisco perché debba accettare una nomina che arriva a solo 6 mesi dalle nuove elezioni regionali che, sono certo, daranno una svolta politica e civile nella gestione della Regione e degli enti subregionali. So bene che l’incarico di amministratore dura tre anni ma con una nuova assemblea consiliare e una nuova maggioranza so altrettanto bene che molte cose cambieranno, specie per rendere moderno ed efficiente quella società che in questi giorni non sta certo brillando per capacità di intervento nella grave situazione di emergenza idrica dei comuni del Metapontino. Parliamo della società più importante della Basilicata per fatturato, appalti, dipendenti, utenze, che, a detta degli utenti lucani, ricorda molto l’Acquedotto Pugliese, l’ente sul quale il detto popolare più diffuso è “ha dato più da mangiare che da bere”. Ed è il caso di ricordare che nel referendum del 2011 il 97 per cento dei lucani votò per l’acqua “bene pubblico” e non certo per “bene del Pd”.
Nella foto Giandomenico Marchese
E’ il canto del cigno del PD