Il deputato Luciano Cillis e la senatrice Agnese Gallicchio del Movimento 5 Stelle in una nota lanciano un allarme che riguarda il territorio potentino: “Una Tecnoparco anche in Val D’Agri?”. Di seguito la nota integrale.
Abbiamo appreso da fonti istituzionali che si è concluso l’iter autorizzativo VIA – AIA relativo alla “Piattaforma di trattamento e recupero rifiuti” di proprietà della società Biwind S.r.l. (ex Eco Geodrilling S.r.l.) sita nel Comune di Paterno, a una distanza di 5,8 Km dal centro abitato, in località “Pietrasanta” (ai confini con il Comune di Marsico Nuovo).
Dalla documentazione tecnica presentata si evince che:
– si tratta di un impianto esistente da anni (autorizzato al trattamento di rifiuti non pericolosi) per un quantitativo annuo di 12.000 t/anno pari a 40 t/giorno;
– con l’autorizzazione ottenuta, l’impianto diventa idoneo anche al trattamento di rifiuti speciali pericolosi e quindi adatto al trattamento di:
o 1 cod. CER 01.05.05 (fanghi e rifiuti di perforazione contenente oli);
o 2 cod. CER 01.05.06 (fanghi di perforazione ed altri rifiuti di perforazione contenenti sostanze pericolose);
– i quantitativi totali dichiarati da trattare ammontano a 800t/anno pari a 2t/giorno;
– nel raggio di 1 Km dall’impianto sono presenti attività produttive, abitazioni civili, infrastrutture di grande comunicazione, opere di presa idrica destinate al consumo umano, riserve naturali, parchi, zone agricole;
– da indagine geologica svolta alla profondità di m.1,80 sotto l’area del piazzale risulta una falda acquifera;
– il trasporto avverrà tramite l’utilizzo di autobotti.
Nell’elenco dei trattamenti di tali composti o miscugli potrebbero essere inclusi, ad esempio, i seguenti:
D2 Trattamento in ambiente terrestre (ad es. biodegradazione di rifiuti liquidi o fanghi nei suoli);
D3 Iniezioni in profondità (ad es. iniezione dei rifiuti pompabili in pozzi, incupole saline o faglie geolitiche naturali)
D4Lagunaggio(ad es. scarico di rifiuti liquidi o di fanghi in pozzi, stagni o lagune, ecc.)
D6 Scarico dei rifiuti solidi nell’ambiente idrico eccetto l’immersione ecc.
«Questisono solo alcuni degli elementi emersi a seguito di una rapida consultazione – commentano i portavoce del Movimento 5 Stelle lucani Luciano Cillis e Agnese Gallicchio -, ma sufficienti per poter fare delle valutazioni in merito e porre qualche domanda a chi ha proceduto a tale autorizzazione».
«Era proprio necessario aggiungere un simile impianto in una zona come quella della Val d’Agri, già così pesantemente compromessa dalle attività estrattive? – domandano i portavoce -. Come mai le popolazioni locali vengono sempre sistematicamente tenute all’oscuro quando si tratta di prendere tali importanti decisioni? E a quali reali esigenze corrisponde una simile operazione?».
«Ci sembra chiaro cheun’autorizzazione che prevede il trattamento di sole 2 tonnellate di “fanghi” al giorno risulti alquanto ridicola – proseguono Cillis e Gallicchio – se non fosse che probabilmente è propedeutica per futuri aumenti di quantitativi di scarti da smaltire».
«È del tutto evidente – concludono i portavoce – che i veri “scarti pericolosi” sono rappresentati dalla politica lucana che, negli ultimi 20 anni, senza remore e solo per tornaconti personali, ha consegnato i destini di un intero territorio e delle sue popolazioni alle Multinazionali delle estrazioni ed alle loro logiche del profitto a tutti i costi».