Emergenza acqua nel Metapontino, riceviamo e pubblichiamo il testo della lettera aperta inviata da Giuseppe Maiuri (Policoro Futura) a Comitato intercomunale Metapontino, M5s Policoro e Lega Basilicata. A seguire anche l’intervento del consigliere regionale Giannino Romaniello.
Alla luce del ripetersi della assurda criticità relativa alla non potabilità dell’acqua, aggravata da analisi sempre meno credibili, questo gruppo ritiene necessario lanciare un accorato appello alla compattezza.
E’ divenuta doverosa e non più procrastinabile l’esigenza di provare a lavorare tutti insieme, in maniera sinergica e condivisa.
Al netto dei colori, delle cariche e dei singoli partiti o movimenti di appartenenza, che spesso ci vedono dialetticamente contrapposti su tanti temi, è necessario in questo delicato momento storico fare rete per perseguire un comune obiettivo che metta al centro l’interesse prioritario dell’intero territorio rispetto ai gruppi che ciascuno di noi rappresenta.
Esigenza quanto mai evidente alla luce anche delle risultanze delle analisi ultime comunicate al Comune di Policoro da parte dell’ASM con foglio n°1/E del 10 Maggio 2018 da cui è inevitabilmente scaturita – in pari data – la nuova Ordinanza del sindaco n°5341 di divieto di utilizzo potabile dell’acqua.
La necessità di fare quadrato intorno ad obiettivi condivisi ed unanimi risiede non solo nella esigenza primaria di sapere cosa sia davvero accaduto all’acqua che abbiamo ingerito negli ultimi tempi, da quanto e con che conseguenze ma anche e soprattutto nell’intento di incalzare tutti insieme con determinazione e compattezza, coinvolgendo i cittadini, per concordare le iniziative e le attività più utili affinché d’ora in poi gli enti coinvolti a vario titolo si attengano scrupolosamente ai dettati normativi ¬ opportunamente recepiti dalla nostra legislazione (UE 2015/1787 riguardanti la qualità delle acque destinate al consumo umano).
Fondamentale la compattezza, dunque, anche per scongiurare il rischio di ricorso alla deroga ai parametri e alle frequenze di campionamento espressamente disciplinati dal DM 14 Giugno 2017 (in GU 18 Agosto 2017 n°192) che – sebbene prevista dalla legge ove dettata da una specifica valutazione del rischio – è per sua natura uno strumento di natura eccezionale.
Le deroghe, infatti, devono essere considerate come uno strumento da adottare in casi particolarmente critici da affrontare, per concedere più tempo alle autorità competenti di realizzare tutti gli interventi necessari per diminuire i valori oltre i limiti di legge e garantire acqua di qualità a tutti i cittadini.
Ed allora, insieme, tutti noi, spesso offesi e tacciati anche di essere populisti o “squadristi dell’ignoranza”, dobbiamo ricordare ai tanti professoroni che i contenuti normativi obbligano le Regioni in deroga a conformarsi ai valori fissati dalla norma, e non il contrario.
Se dopo molti anni in alcune regioni la deroga (per sua natura provvisoria) è diventata strutturale allora vuol dire che quei cittadini, residenti anche in territori a noi vicini, da troppi anni (carattere di cronicità) bevono acqua la cui qualità è quantomeno “discutibile”.
Noi tutto questo non lo vogliamo e soprattutto vogliamo riappropriarci di un sacrosanto diritto naturale che è quello a fruire di acqua pienamente potabile, la cui mancanza, in una terra come la Basilicata che ne è ricchissima, insieme ad altre storiche violenze ambientali, rappresenta l’emblema dell’inarrestabile declino e del colossale fallimento di una classe politica per troppi anni lontanissima dal territorio.
Per questo siamo chiamati a lavorare insieme, senza veti o gerarchie, ma in mezzo alla gente, con grande serietà, responsabilità e reciproco rispetto.
Noi ci siamo e, come voi, ce la stiamo mettendo tutta, ora vi chiediamo, e chiediamo a noi stessi, di non disperdere le energie ma di convogliarle insieme verso un unico obiettivo che tornerebbe a dare un minimo di dignità ai cittadini della fascia Jonica della Basilicata.
Emergenza acqua nel Metapontino, intervento consigliere regionale Romaniello
L’esplodere di nuovo della questione inquinamento acqua nel metapontino ripropone con forza e drammaticità la incapacità di chi, sia politico che tecnico ha di governare questioni così delicate e importanti per la nostra comunità.
È evidente che su questa vicenda non la si può buttare in politica ma è altrettanto vero che è intollerabile il fatto che strutture pubbliche non abbiano mai definito fra loro la condivisione di metodi e procedure nella lettura e lavorazione di analisi.
In parole povere, una Regione può ancora avere un ente, l’Arpab con laboratori non accreditati o ancora che l’azienda sanitaria di potenza non faccia analisi alle acque degli invasi da cui si attinge per soddisfare il bisogno idrico di una intera provincia.
Comprendo che il segretario del Pd si arrabbi e difende Pittella, ma mi chiedo: una regione può continuare a chiedere l’aiuto su tutto ciò che riguarda l’ambiente e la salute a strutture nazionali? senza porsi la semplice domanda che così non si può andare avanti?
Si ha consapevolezza che quanto denunciato da associazioni ambientaliste ed emerso da alcuni studi lo si deve valutare con spirito non di parte. Uno spirito che si è dimostrato incapace di dare risposte e convincere i lucani della bontà di alcune scelte fatte su petrolio, direzione di enti in una parola sul governo democratico della cosa pubblica nell’interesse dei lucani.
Quanto si è fatto dopo il primo allarme sulla questione acqua nel metapontino ?, che fine ha fatto il gruppo di lavoro o la commissione dichiarata da Pittella?
Pittella, la sua maggioranza ed i suoi nominati hanno contezza dei danni alla stagione turistica che questi fatti stanno causando come pure i pozzi di petrolio che sorgono a ridosso di aziende zootecniche come denunciato dalla trasmissione memo di rai due? se si diano un segno di esistenza.