Organici infanzia e primaria, Paolo Laguardia, segretario Federazione Lavoratori della Conoscenza di Potenza: “In Basilicata diminuiscono gli alunni e aumentano le pluriclassi”. Di seguito la nota integrale.
I dati forniti dall’amministrazione scolastica in materia di organico per la scuola dell’infanzia e primaria ci forniscono un quadro impietoso della scuola lucana, che da un lato subisce l’ennesima riduzione della popolazione scolastica e dall’altro fa registrare un preoccupante aumento del numero delle pluriclassi.
Il prossimo anno scolastico perderemo circa 1.000 alunni solo tra infanzia e primaria, al netto dei numeri della scuola secondaria di I e II grado, ancora in fase di elaborazione.
A differenza dello scorso anno, quando il taglio colpì fortemente il segmento della primaria, quest’anno la riduzione ha riguardato anche l’infanzia, che perde 446 alunni (198 a Matera e 248 a Potenza). Il calo della scuola primaria si attesta invece sui 520 alunni (126 a Matera e 394 a Potenza).
A fronte del calo di alunni, che prosegue da diversi anni, e per certi aspetti in conseguenza di esso, si registra un aumento delle pluriclassi. In provincia di Potenza si passa dalle attuali 81 a 84 pluriclassi per il prossimo anno scolastico, di cui 6 sono uniche, cioè comprendenti alunni dalla prima alla quinta. Tra l’altro, con una evidente sperequazione rispetto al materano, dove il numero delle pluriclassi è contenuto nelle 20 unità.
Considerato che le classi attivate nell’organico di Potenza sono complessivamente 862, il 10% di esse sono costituite da pluriclassi: questo significa che quasi un alunno su 10 frequentante la scuola primaria è inserito in una pluriclasse, vale a dire all’interno di un modello didattico e organizzativo arcaico, chiuso ed asfittico, assolutamente inadatto alle necessità pedagogiche e didattiche dei nostri tempi, in particolare nella fase critica per la formazione rappresentata dalla scuola primaria
Un modello che, oggettivamente, al di là della buona volontà degli insegnanti che vi operano e si sforzano quotidianamente di individuare le strategie didattiche migliori per offrire agli alunni una formazione adeguata, riteniamo anacronistico e che pensiamo vada superato.
Anche perché, oltre ad essere pedagogicamente anacronistico, drena risorse di organico, dal momento che l’Amministrazione (anche comprensibilmente), al fine di facilitare l’azione didattica nelle scuole dove sono state create le pluriclassi, destina ad esse posti di organico potenziato (spostandoli da altre scuole prive di pluriclassi, ma che ne avrebbero altrettanto bisogno), ingenerando una spirale che invece andrebbe interrotta.
Questi dati, largamente prevedibili, dimostrano l’ennesimo fallimento delle politiche scolastiche della Regione Basilicata in materia d’istruzione, e soprattutto del recente piano di dimensionamento, che ha lasciato sostanzialmente irrisolti diversi nodi, tra cui la riduzione del numero delle pluriclassi, che pure era tra gli obiettivi del piano ed era stato fortemente sollecitato dalla nostra organizzazione sindacale.
Dopo l’incontro svoltosi ad agosto dello scorso anno per discutere delle linee guida del dimensionamento scolastico, la Flc Cgil, con un documento, prevedendo quanto sarebbe accaduto eritenendo troppo timidi i criteri stabiliti nelle linee guida, aveva chiesto un maggiore impegno in questa direzione,limitando l’attivazione delle pluriclassi ad aree particolarmente disagiate ed in particolari contesti oro-geografici.
Avevamo suggerito, parallelamente,di riorganizzare la rete scolastica in poli formativi: prendendo a riferimento le aree Pois (che disegnano in maniera più puntuale e precisa il territorio regionale rispetto agli ambiti territoriali), occorreva individuare i centri scolastici aggregatori e i comuni baricentrici su cui strutturare il servizio scolastico, raccordando questa scelta con il piano trasporti, con l’anagrafe dell’edilizia scolastica, con i servizi di mensa erogati dai comuni, con la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Avevamo anche proposto, dentroquest’ottica complessiva, che le Province promuovessero una forte azione politica di concertazione con i Sindaci, nella quale si mettessero da parte i localismi a favore di obiettivi comuni e condivisi.
Tutto questo non è accaduto, la politica, ancora una volta, ha abdicato alle sue prerogative e ci ritroviamo oggi con un problema che continua ad essere sottovalutato e che rischia di crescere esponenzialmente nei prossimi anni, dal momento che le proiezioni demografiche continuano ad essere negative.
A distanza di pochi giorni dal rapporto Save the Children, che colloca la Basilicata tra le 7 regioni italiane con il più alto tasso di povertà educativa, bisognerebbe interrogarsi su quanto peso abbia oggi una scuola mal disegnata e male assettata, fortemente disfunzionale, strutturata su modelli didattici antiquati, sulla triste condizione che priva migliaia di bambini e ragazzi delle opportunità necessarie per apprendere, per crescere e per affermarsi.
L’accesso ai nidi e ai servizi all’infanzia e poi una adeguata formazione primaria sono fondamentali, come dimostra il rapporto, nei processi di apprendimento e nella costruzioni di strumenti di resilienza. Quindi è nei primi segmenti di scuola che si sviluppano le potenzialità di ciascuno ed è lì che bisogna intervenire per affermare modelli di scuola di qualità, sia in termini di strutture che di modelli di apprendimento.
E’ di questo che dovrebbe occuparsi la politica, a partire dalla Regione Basilicata, che invece continua ad occuparsi di scuola solo in occasione delle emergenze, ma che sino ad oggi si è dimostrata incapace di affrontare i temi dell’istruzione e della formazione secondo una logica di programmazione degli interventi.
Occorre un grande dibattito pubblico sulla scuola, che sia capace di offrire un’offerta formativa adeguata ai bambini ed ai ragazzi della nostra regione, a maggior ragione nei territori a maggiore spopolamento e nelle zone a più alto svantaggio economico-sociale, creando le condizioni per il superamento le disuguaglianze di partenza.
Noi siamo pronti a dare il nostro contributo di idee e di proposte.
Paolo Laguardia, segretario Federazione Lavoratori della Conoscenza di Potenza