“In uno degli ultimi rapporti di monitoraggio del Gruppo di lavoro CRC sull’attuazione della Convenzione sui diritti dell’infanzia, si evidenziava che in Italia:Un bambino su sette nasce in condizione di povertà assoluta; Uno su venti vive in aree inquinate e a rischio di mortalità; Uno su venti assiste a violenza domestica; Uno su cento vittima di maltrattamenti e che non sempre i pediatri denunciano (16%) per paura di perdere l’assistito; Uno su cinquanta soffre di una condizione che comporterà una disabilità significativa all’età dell’ingresso nella scuola primaria; Uno su cinquecento vive in strutture di accoglienza; solo il 12,6% possono usufruire dei servizi socio-educativi nei primi tre anni di vita (in Basilicata 6 bambini su 10) e Uno su dieci nell’età compresa tra 3 e 5 anni. La Basilicata poi, è tra le 7 regioni italiane con il più alto tasso di povertà educativa cioè quell’assenza di condizioni che priva i bambini delle opportunità necessarie per apprendere, sperimentare e coltivare le proprie competenze e aspirazioni. Inoltre detiene anche il più alto indice di bambini in età scolare obesi (13%) e sovrappesi (27%) ed ha una denatalità crescente che assottiglia sempre più la popolazione scolastica con gravi ripercussioni organizzative”.
Con questi dati il Garante dell’infanzia e dell’adolescenza di Basilicata, Vincenzo Giuliano, è intervenuto al quarto convegno nazionale dei Pediatri -SISPe – a Matera dal 10 al 13 maggio scorsi sul tema “Diventerò grande”, sviluppando il compito assegnatogli su: Bambini oggi. Quale futuro?
“Se aggiungiamo che i nostri bambini e adolescenti, ha continuato Giuliano, vivono in una società:
– in continua trasformazione culturale e strutturale, dove allo sviluppo di una razionalità tecnologica e scientifica non si accompagna una razionalità etica;
– in crisi per il crollo di fondamentali valori etici (bene comune, solidarietà, rispettoecc);
– afflitta da un consumismo ed edonismo imperante che tenta di ridurre sempre più l’uomo ad un inerte ricevitore di stimoli;
rischiano anche un graduale conseguente depotenziamento delle loro capacità e potenzialità, e l’aumento dei Bes (Bisogni educativi speciali) e dei Dsa (Disturbi specifici dell’apprendimento) ne sono una conseguenza.Da ciò emerge la necessità del rafforzamento e della valorizzazione della rete educativa, costituita nei rapporti di corto raggio dalla famiglia, e subito dopo a diretta integrazione e collaborazione di questa dalle Istituzioni scolastiche”.
“Ed è dalla lettura di questi fenomeni, ha concluso Vincenzo Giuliano, che è emersa la sollecitazione del Garante e dei Sindaci di Potenza, Matera, Venosa e Bella al governo regionale a trattare la questione con la presentazionedi un disegno di legge regionale riguardante il sistema regionale educativo della prima infanzia da 0 a 6 anni, nella consapevolezza che è nella prima età che l’attività educante può esplicare più efficacemente la sua azione, oltre ai risvolti di sostegno alle famiglie, alla natalità e all’occupazione con ricadute di risparmi in termini di costo per la pubblica amministrazione..”.