“Celebrare il millenario della fortificazione della città di Melfi significa vivere un rafforzamento identitario di cui la comunità regionale è orgogliosa, ma anche animare un patos di appartenenza alla propria terra, identificandoci nei suoi simboli, come la cinta muraria, in una sorta di ermeneutica dei confini urbani e delle relazioni territoriali che si verificano nel corso della storia, ridisegnando funzioni e anche spazi sociali”. Lo ha detto il governatore lucano, Marcello Pittella, che oggi a Melfi ha concluso i lavori della giornata inaugurale delle celebrazioni organizzate dall’amministrazione comunale per ricordare il millenario della fortificazione della città di Melfi. “Le mura, necessità e sicurezza della forma giuridica della città medievale – ha detto ancora il presidente – andavano a caratterizzare un privilegio laddove disegnavano un limite fra il dentro e il fuori. Ma quel privilegio di allora – ha evidenziato – ci consegna oggi il fascino per gli occhi e per una rilettura della storia della città federiciana per eccellenza, costellata di protagonisti – uno fra tutti, il meridionalista Francesco Saverio Nitti – e di un protagonismo che a tempi alterni si è protratto fino ai nostri giorni. La Basilicata – ha proseguito Pittella – riconosce a Melfi quel protagonismo, con oggettiva attenzione al di fuori di ogni tipo di schema scontato o centralizzante, in una rilettura squisitamente lucana dei confini, baricentrica nel Mezzogiorno d’Italia, anche rispetto ai flussi commerciali. Melfi – ha detto ancora – è territorio di cerniera fra due regioni, punto focale su cui dobbiamo provare a scommettere per lo sviluppo dei prossimi anni, in una logica di programmazione e di cooperazione”. Il governatore ha poi ricordato che “la città di Federico II è grazie alla Fiat, in una sorta di ideale parallelo, capitale dell’automotive: una città di straordinario traino per gli indici di export non solo regionali, ma anche nazionali. E’ qui – ha messo in chiaro il presidente – che la Barilla e l’agroalimentare o la cultura del vino trovano fermento per catapultarci nel mondo. Ed è questo – ha aggiunto – un territorio che ha saputo incidere per cultura, anche politica, negli eventi storici nazionali. Melfi è culla di civiltà da custodire e da valorizzare in termini turistici, da rinnovare e rilanciare per il portato di esempi e di testimonianza di valori e passione civili, ben oltre la geografia dei confini. La politica può riconoscere un campo di riflessione per rimettere insieme, senza contrapposizioni, la virtù della corresponsabilità e della condivisione, riconoscendo ai territori vocazioni e potenzialità a cui guardare in una logica di comune sviluppo e non di chiusura perimetrale in limiti territoriali sterili e belligeranti. Stiamo vivendo – ha continuato – un tempo difficile e da Melfi può partire un grande monito tutto culturale, perché vi sia una sorta di riappropriazione di profondità in questa nostra società. Il millenario ci insegna che la storia non è una pietra immobile, ma uno stimolo a fare bene, a fare meglio, a rileggere quei vecchi confini non come un privilegio per pochi, ma come una straordinaria opportunità per tutti”. A chiusura del suo intervento, il presidente ha annunciato che “la Regione cofinanzierà i progetti di accompagnamento legati allo sviluppo culturale della città di Melfi e dell’intero territorio”, rimarcando “la bontà nel merito e nel metodo dell’iniziativa di celebrare il millenario”.