L’Associazione Tolbà di Matera si occupa di assistere anche le famiglie rom e nel 1995 ha realizzato una scuola nel quartiere rom Xhinxhira di Giokastra, in Albania e pubblicato libri di storie e racconti sui rom. Nel 2007, l’Associazione ha partecipato ad un bando dell’Osservatorio Nazionale del Volontariato del Ministero della Solidarietà Sociale realizzando un progetto per l’avvio di un centro per gli adolescenti rom ed extracomuniari.
Il progetto avviato alla scuola media Torraca rappresenta l’atto finale di un processo di osservazione del fenomeno di stanzializzazione dei rom, dalla constatazione di disagio che spesso accompagna gli adolescenti immigrati al tentativo di dotare gli strumenti creativi per costruire percorsi di autorappresentazione che consentano di acquisire una maggiore conoscenza di se stessi e cercare di mitigare lo stigma di negatività che accomuna rom, migranti e adolescenti.
In questo progetto sono coinvolti 18 ragazzi rom, immigrati e locali, la scuola media Torraca di Matera guidata dal dirigente scolastico prof. Leonardo Iannuzzi, l’Associazione Volontari per l’ambiente di Matera, un musicista rom , un gruppo di suonatori di musica popolare, un esperto di letteratura per l’infanzia, una illustratrice professionista. Uno degli obiettivi del progetto è quello di creare percorsi didattici differenziati e formare un team di esperti di pedagogia interculturale e di cultura rom a disposizione della scuola e della comunità. Tra le finalità c’è anche quella di costituire un centro permanente per la conoscenza, la documentazione, la discussione e la raccolta di materiale idoneo all’approfondimento della cultura rom.
Francesca Canterino , dell’Associazione Tolbà, il 7 febbraio scorso ha presentato le linee Guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri.
Il prof. Vitantonio Baldassarre, dell’Università di Bari, ha sviluppato la tematica “L’autobiografia come metodologia formativa” sottolineando che “Raccontare se stessi costituisce comunque e sempre, dal punto di vista conoscitivo, un riappropriarsi della propria esperienza, della propria conoscenza e competenza; da un punto di vista emotivo-affettivo vuol dire assumere consapevolezza di quello che si è; dal punto di vista relazionale dà la possibilità di riconoscere le persone che nel corso della nostra esperienza di vita sono stati mentori o si sono rivelate elementi di inciampo”.
Nel secondo incontro, la dottoressa Dorothy Zinn, antropologa, ha disquisito su “Cultura e Intercultura”.
Nella giornata di lunedì 16 febbraio la dott.Ssa Stefania Pontrandolfo ha relazionato sul tema: “Di chi parliamo quando parliamo di “zingari”;
Questi i prossimi appuntamenti: il 19 Sabrina Tosi Cambini esporrà sul tema: “Concetti e pratiche dell’antropologia culturale nell’esperienza del lavoro sociale”, mentre il 20 febbraio toccherà a Carlotta Saletti Salza raccontare le vicende de: “I Rom e i Sinti e la scuola”.