Se un rilancio economico verrà, come tutti auspicano, che questo venga dall’agricoltura, da quell’industria sotto al cielo che è stata dei nostri padri e che per anni è stato il modello trainante della fatica dell’uomo e dell’economia di questa terra, questo è il mio modesto appello politico.
L’auspicio si rivolge a chi governa la politica agricola e a chi, con giudizio e sapienza, sa incidere e può influire sul delicato tema della vacillante economia del settore. Sono convinto che mai momento è stato più propizio, spesso dalle ceneri germogliano fiori, la naturale crisi industriale del salotto, il periodo di recessione, la contrazione dei mercati, ci offrono la possibilità di iniziare dal nulla e creare le condizioni per affrontare una nuova stagione di interventi in quel settore che ritengo trainante per il nostro territorio.
Proprio all’inizio del mio mandato politico mi sono fatto portavoce di un ordine del giorno per l’adeguamento ed il potenziamento delle infrastrutture nel comparto agricolo, approvato all’unanimità dal consiglio comunale di Matera.
La mia proposta ha avuto nascita, proprio perché credo che il rinvigorimento infrastrutturale ed energetico in agricoltura, che la nostra regione oramai da decenni auspica, fungerebbe da volano per l’occupazione e per la crescita economica del territorio. La vocazione agricola che fu dei nostri padri è andata persa, la politica Lucana con scellerate scelte oramai datate, ha fatto di tutto perché questo accadesse: massiccia industrializzazione della valle del Basento e naturale chiusura dei tanti mulini e pastifici che erano vanto mondiale di una città che, prima di essere patrimonio UNESCO era conosciuta nel mondo per la sua produzione cereagricola e pastaia;
industrializzazione nel settore del mobile imbottito, ed ancora una volta Matera salta alla ribalta mondiale: polo mondiale del salotto ed abbandono delle piccole economie agricole e delle aree rurali del nostro circondario, questo per accontentarsi dell’allora facile stipendiuccio da operaio.
Inutile dirvi come si siano concluse le vicende industriali annunciate, ovviamente non sono certo io, politico di nuova fascia a poter dare giudizi forse anche superficiali e poco competenti, ben altri analisti più accreditati saprebbero condire o distorcere questa realtà.
Da osservatore, da cittadino, da neo politico, penso che le scelte siano state sbagliate, l’Umbria, La Toscana non hanno fatto sbagliate scelte strategiche di totale abbandono del settore agricolo, al contrario l’hanno incentivato, non esiste allevamento o azienda agricola senza acqua potabile, ADSL, o strada d’accesso, non vi sono approssimative politiche regionali, ma una difesa palmo a palmo di quelle zolle quasi fossero sacre.
Noi siamo stati capaci di perdere persino il pane, quasi non interessasse ad alcuno, quasi ne fossimo sazi ed appagati per il prestigioso traguardo UNESCO, coniugare il fascino architettonico e rupestre con quello di una città ove per tradizione si fa il pane buono, non era il caso. Ma lodi ad Altamura, cittadina sorella che ha saputo cavalcare le opportunità di questo prezioso, durevole, ed eterno antico patrimonio della saggezza umana.
Questa breve digressione, fatta col solo intento della riflessione storica che ci deve permettere di riflettere sulle scelte politiche, ha l’intento di dare una scossa alla politica atendista ed a quella delle parole, per lasciar spazio ai fatti a quelli concreti, facciamo parlare gli imprenditori agricoli, ascoltiamo la loro voce e conosceremo una realtà fatta di promesse, di eterne ed estenuanti attese di aiuti, di contributi, di calamità, di debiti, di pignoramenti di terreni, di trattori scassati e di speranze per un tempo migliore. Si, di un tempo non solo atmosferico, ma anche quello della conta dei giorni dei ritardi burocratici e degli interessi che si accumulano, oltre a quello che gli si dia la possibilità di seminare e di poter sperare in un raccolto.
Bene ha fatto il nostro assessore all’agricoltura a fissare programmati incontri nel tavolo verde, spero si affrontino le questioni concrete, il parco macchine, la semina tardiva, la crisi del comparto cereagricolo, altri temi caldi che si aggiungono a quanto già detto, ma voglio fargli sapere che altri ostacoli dovranno essere superati, altri freni si frappongono: enti ed organizzazioni che, nati quali sostenitori del mondo agricolo, oggi guardano quasi con disinteresse e distacco questo mondo, fregandosene dei ritardi ritenendo che questo settore possa continuare a vivere nell’eterna emergenza.
Adriano Pedicini consigliare di Alleanza Nazionale
Il signor Pedicini non so se ne è al corrente ke il settore dell’agricoltura è stato il primo a risentirne gli effetti.
Già da ormai 4 o 5 anni, anzi, dall’ingresso dell’euro i nostri prodotti all’origine, vedi il grano, sono stati svenduti dai nostri agricoltori.
Quali sono le cause?
Beh, il governo ke dovrebbe prima di tutto salvaguardare il nostro prodotto, ha pensato bene di importare cereali dall’estero, ma non nella misura ke serve per garantirne il fabbisogno ma bensì tutto, e facendo calare il prezzo del nostro buon grano. I nostri poveri agricoltori hanno così dovuto svendere il loro prodotto pur a malapena di recuperarne le spese. Dico, il nostro buon grano, poikè tempo fa arrivò una nave carica di grano a Bari tutto contaminato, ma nonostante tutto il governo predilige questa economia estera…e quindi dico ke gli agricoltori ormai sono alla frutta (per rimanere in tema) caro Pedicini…pensane un’altra per favore…
Il consigliere Pedicini ogni tanto si diletta in interventi scontati come questo. Sono anni che i più avvertiti insistono sul rilancio del settore agricolo nella provincia di Matera e in tutta la Basilicata. L’ agricoltura e l’ambiente sono i settori cardine su cui si gioca il futuro della Basilicata, come del mondo. Chissà in quale mondo vive costui per fare simili dichiarazioni scontate. Anzichè perdersi in uscitedi principio, per quanto nobili, occorre impegnarsi fattivamente per il nostro territorio depredato da politiche miopi e da personaggi incpapaci e non all’altezza dei loro antenati…occorre voltare pagina, la storia lo reclama!
interventi fatti in questa maniera difficilmente possono essere presi in considerazione, fossi io un agricoltore mi sentirei offeso, xche sembra di capire che l’aiuto che si vuole dare al mondo agricolo nasce dall’esigenza di ripiegare (visto il periodo di crisi) su di un settore seppur strategico ed importante. Io sono del parere che questo settore vada aiutato a prescindere delle crisi varie. Ci vuole piu impegno.