Nel pomeriggio di lunedì 21 maggio presso la sala A del Consiglio regionale della Basilicata, si è svolto un interessante incontro alla presenza del presidente del Tribunale per i Minorenni di Potenza, Valeria Montaruli, dell’Associazione lucana dei tutori volontari di minori stranieri non accompagnati e di alcuni responsabili di comunità di accoglienza presenti sul territorio”.
A riferirlo è il Garante regionale dell’infanzia e dell’adolescenza, Vincenzo Giuliano,il quale ha sottolineato che “Le recenti modifiche apportate dalla Legge Zampa del 2017, la n. 47, e il successivo Regolamento attuativo ha disciplinato in maniera nettale procedure relative all’accoglienza, identificazione ed affidamento familiare dei minorenni stranieri che arrivano in Italia, privi di assistenza e di rappresentanza da parte dei genitori o di altri adulti”.
“In questi mesi – ha affermato- ho incontrato più volte i tutori che hanno evidenziato le numerose difficoltà riscontrate nello svolgimento della loro funzione,come ad esempio: il mancato rispetto del principio di prossimità territoriale tra tutore nominato e minore, l’impossibilità di godere di permessi di lavoro, l’inesistenza di una qualsiasi forma di rimborso delle spese sostenute e l’assenza di una polizza assicurativa per l’espletamento della relativa attività. Tutti questi aspetti sono stati ampiamenti discussi in sede di Conferenza di garanzia alla presenza dell’Autorità Garante nazionale, la quale si è fatta portavoce, attraverso un documento scritto, sottoponendo tali questioni al Parlamento. Come anche le difficoltà – prosegue Giuliano – manifestate dalle comunità sul poco tempo consesso per completare il percorso di integrazione di quei minori già prossimi al compimento del 18° anno; sarebbe opportuno – conclude – dare corpo a quella richiesta di modifica del sistema di accoglienza, protezione ed inclusione della nostra Regione, considerando le famiglie disponibili ad affiancare le comunità interessate”.
Antonia Bellettieri, presidente della neonata Associazione lucana dei tutori, ha riferito che “La difficoltà maggiore è stata quella relativa all’accesso del fascicolo personale del minore,al fine di reperire tutta la documentazione utile per poter poi redigere la relazione trimestrale da presentare al Tribunale per i Minorenni; ostacoli frapposti dagli stessi responsabili delle comunità.Inoltre, le visite presso le strutture di prima accoglienza vengono programmate in giorni ed orari non concordati preventivamente con i tutori”.
Anita Sassano dell’Associazione di promozione sociale Le Rose di Atacama ha posto l’accento sul fatto che “Il tutore viene nominato con molto ritardo e che tale figura, oltre a facilitare il disbrigo delle pratiche e delle procedure legali più urgenti, quali il permesso di soggiorno e la richiesta di protezione internazionale, deve essere essenzialmente una figura vicina al ragazzo e alle sue istanze e quindi in grado di ‘prendersene cura’. La presenza del tutore risulta dunque fondamentale per le strutture e gli operatori, al fine di monitorare che le eventuali disfunzioni non determinino gravi conseguenze sul progetto di vita del ragazzo, avendo sempre presente il superiore interesse del minorenne tutelato”.
La presidente dell’Associazione Human Flowers,Ligia Suarez, si è soffermata sull’importanza della figura del mediatore culturale “il cui compito – ha detto – non si limita alla figura del semplice intermediario linguistico ma deve rimuovere gli ostacoli culturali e favorire lo scambio e la comunicazione tra culture diverse”.
La Presidente del Tribunale per i Minorenni, Montaruli, ha comunicato che nei giorni scorsi è stato inviato a ciascun tutore il modello di istanza in cui si evince la espressa volontà da parte del tutore di essere iscritto nell’apposito Albo dei tutori.
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Infine, si è convenuto di chiedere al Prefetto di Potenza e Materadi convocare il tavolo istituzionale, istituito qualche tempo fa,per affrontare tutti insieme le criticità emerse ed appianare la disomogeneità di approcci e di pratiche, riferite ad es. alla difformità tra l’accoglienza effettuata in comunità e quella nei centri SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati).