Sul progetto della nuova stazione centrale delle FAL e quello più ampio di piazza della Visitazione si registra l’intervento di Vincenzo Viti, già parlamentare materano. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Non ci si può limitare a definire “questione di galateo istituzionale” la delega ad un soggetto aziendale di proporsi fra i pianificatori di un progetto intergerazionale cui la piazza è chiamata di là da venire. Nelle more,aggiungiamo,di un fervido lavoro nel quale nel frattempo il Comune si starebbe industriando. Pur se il galateo è stato gravemente offeso da una gestione selettiva e celebrativa di una scelta che riguarda la città e non solo un’Azienda ferroviaria. La “citta’” non c’era. Sono stati inopinatamente respinti cittadini che pur avevano manifestato interesse a comprendere e valutare.
Neanche il merito del progetto o la sua illuministica e la avveniristica “leggerezza” erano in discussione. Andavano raccordati i tempi e la sostenibilità complessiva della invenzione con la coerenza, a prova di cemento,del parco intergerazionale. Per una sorta di mistero buffo il parco intergerazionale comincia a realizzarsi per generazioni successive (forse per epoche).
Sarà davvero, nel nostro caso, la “prima stazione ferroviaria (?) che sorgerà da un parco urbano”? Due domande: non sarà piuttosto un parco a “sorgere” da una stazione ferroviaria? E poi, di quale ferrovia parliamo? Quella che si ferma a Lanera, un coito interrotto,pardon, un sogno incompiuto?
E poi quali riserve mentali (e non solo) si nasconderebbero dietro obiezioni di elementare buonsenso,forse la pretesa volpina di sviluppare ulteriori volumi su un’area già compromessa ? Non sembra un processo gratuito ? Una fuga in avanti meritevole di qualche preventivo chiarimento?
La verità è che mai si era registrata in forme così diffuse uno scollamento fra città e poteri amministrativi in una sindrome di ansieta’ che rivela la caduta di un orizzonte progettuale organico in vista di scadenze che appaiono ormai fatali.
Sembra frutto di “sussulti critici”, di flebili conati anarchici fuori tempo e fuori corso, la pretesa di un riordino nei modi di operare in un tempo che segna la morte della politica e percio’ l’avanzare di poteri altri,non neutri né innocenti, talvolta invasivi e situazionisti?
Un Sindaco che viene da un mondo alieno, raffinato, indifferente alle mediocrità delle contese politiche e delle insofferenze del popolo bue, non potrebbe fare finta di niente. Non dovrebbe. Ma questo è un altro discorso.