E’ in corso il restauro dei dipinti murali nella chiesa del Santo Spirito, situata negli Ipogei di Piazza Vittorio Veneto. A farsi carico dell’intervento di manutenzione conservativo, autorizzato dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata ed effettuato dalla ditta di restauro di opere d’arte Ocra srl (Opificio di conservazione e restauro di opere d’arte) di Rita Padula, Maristella Tarantino e Mariella Monteleone, è l’imprenditore materano Massimo De Salvo.
Il presidente di Confapi, insieme all’azienda di famiglia De Salvo srl e raccogliendo il testimone di Michele Corazza, amministratore di Corazza Assicurazioni, che lo scorso anno prese a cuore il recupero ed il restauro delle edicole votive di Vico Case Nuove, restituendo un importante simbolo della devozione mariana all’originario splendore, ha inteso dare continuità ad una iniziativa che vede protagonisti i soggetti privati.
Un impegno significativo, finalizzato a sostenere il recupero e la valorizzazione del patrimonio artistico di Matera, auspicando, a sua volta, che anche De Salvo possa cedere il testimone ad un altro imprenditore che si prenda cura di un’opera meritoria di restauro.
Tutto questo ben si coniuga con il particolare momento che la città con le sue tante “Meraviglie”, su tutte i Rioni Sassi patrimonio Unesco dal 1993, sta vivendo mentre si accinge a celebrare lo storico appuntamento che nel 2019 la vedrà insieme alla bulgara Plovdiv, Capitale Europea della Cultura.
Il Cenobio benedettino della chiesa ipogea del Santo Spirito, già documentato nel 914, ha subito ampliamenti con la costruzione delle tre navate. I lavori per il recupero urbano della piazza eseguiti all’inizio degli anni Novanta, con la riapertura del Fondaco e il recupero del suggestivo quartiere sotterraneo che comprendeva abitazioni, botteghe, neviere, cisterne, pozzi e palombari, ha portato alla luce anche una torre aragonese, già interrata nel XVI secolo, e parte della stessa chiesa. Nelle navate superstiti sono presenti interessanti brani affrescati del XIII e XIV secolo, messi in luce dalla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici negli anni 1999-2000.
Questi dipinti raffigurano in basso a sinistra una piccola Crocifissione, sul primo pilastro San Vito che si sovrappone ad un altro dipinto, di cui è visibile la veste riccamente ornata di perle, mentre sul secondo pilastro è ritratta una scena sacra in cui sono rappresentati tre personaggi. Sul sottarco il dipinto raffigurante Santa Sofia e nell’abside frammenti di affresco.
Gli affreschi erano stati protetti con un pannello di plexigass per evitare atti vandalici. I panelli, nel corso degli anni, si sono completamente opacizzati. Si è reso dunque necessario procedere alla rimozione delle stesse lastre in plexigass insieme ai rispettivi supporti metallici che alterano le caratteristiche della parete ed effettuare, ovviamente l’intervento di manutenzione conservativa dei dipinti.
Mag 30