Con la riconferma di Carmine Vaccaro a segretario regionale per i prossimi quattro anni si è concluso a Tito il Congresso della Uil di Basilicata. I 200 delegati, in rappresentanza di oltre 30 mila iscritti), al termine di due giorni di dibattito (con la partecipazione dei segretari generali nazionali Carmelo Barbagallo e organizzativo Pierpaolo Bombardieri), hanno inoltre eletto la segreteria regionale (Anna Carritiello, Franco Coppola, Antonio Deoregi, Giuseppe Pietrantuono, Vincenzo Tortorelli e Bruno DiCuia) e i 77 componenti del Consiglio Generale Regionale. Completano gli organismi dirigenti il Presidente del Consiglio Generale Regionale (Michele Delicio) e la direzione regionale (21 componenti). La prima novità organizzativa e di strategia è rappresentata dalla costituzione di una nuova “cabina di regia” chiamato governo ombra sociale che avvalendosi del Centro Studi Sociali e del Lavoro diretto da Giancarlo Vainierisi articolerà in veri e propri dipartimenti regionali con definizione elaborativa e funzionale.
Questa nuova UIL, come insieme l’abbiamo cambiata con la missione di scrivere “Una nuova geografia dei valori”– sottolinea Vaccaro – diventerà centrale nelle prospettive di futuro della Regione e dei ceti, per primi quelli popolari, che sono inquieti e inappagati. Un modo per riaccendere partecipazione e protagonismo civile. Una formidabile alchimia sociale tra generazioni, luoghi e professioni. Vaccaro lo definisce un polo d’intrepidi e di risorse intelligenti per il lavoro, la cura e la comunità a Mezzogiorno.
Il congresso ha approvato la nuova strategia della Uil che ruota intorno ad un nuovo grande patto progettuale, per convincere i decisori politici a non disperdere le risorse in mille rivoli e micro lobby ma concentrarle su fattori strategici con quattro idee-progetti: il sostegno agli investimenti e alle assunzioni nel settore privato, coerente con l’effettiva specializzazione intelligente dei territori; l’infrastrutturazione materiale e immateriale funzionale a tali specializzazioni, soprattutto in ambito urbano; il rafforzamento della capacità amministrativa; la definizione di sedi di governo stabili della politica. Sono i punti centrali di un unico disegno di sviluppo che dovrebbe emergere con chiarezza anche nella dimensione locale e regionale e con la conquista di accordi e di patti attuativi.
Questa – dice Vaccaro – è una sfida ancora attuale e viva nella nostra regione. E per far avanzare un Mezzogiorno nuovo, più moderno, più centrale, che si alimenti di un meridionalismo nuovo e di un pensiero e di un’azione meridiana dentro le sue parti vitali abbiamo bisogno di un sindacato che si fa soggetto ed attore dello sviluppo. È questo il modello di sindacato a cui vogliamo ispirarci. E noi, come UIL Basilicata, ci stiamo provando.
Infine il richiamo al bene comune:Bisogna puntare al bene comune. E il “Bene comune” – ha concluso – vuol direcoltivare una visionelungimirante, investire sul futuro, preoccuparsi della comunità dei cittadini, anteporre l’interesse a lungo termine di tutti all’immediato profitto dei pochi, prestare prioritaria attenzione ai giovani, alla loro formazione e alle loro necessità.
Quattro idee intorno adun nuovo grande patto progettuale, per convincere i decisori politici a non disperdere le risorse in mille rivoli e micro lobby ma concentrarle su fattori strategici: il sostegno agli investimenti e alle assunzioni nel settore privato, coerente con l’effettiva specializzazione intelligente dei territori; l’infrastrutturazione materiale e immateriale funzionale a tali specializzazioni, soprattutto in ambito urbano; il rafforzamento della capacità amministrativa; la definizione di sedi di governo stabili della politica. E’ in sintesi il messaggio – racchiuso nella parola d’ordine “Una nuova geografia dei valori” – lanciato dal Congresso della Uil di Basilicata che si è aperto nel pomeriggio a Tito alla presenza di 200 delegati in rappresentanza di oltre 30mila iscritti(più 8% rispetto all’ultimo anno) e alla presenza del segretario generale nazionale Carmelo Barbagallo.
Carmine Vaccaro nella relazione ha spiegato la visione-UIL che – ha detto con la passione e l’impegno di tutti, dall’iscritto, al rappresentante aziendale, al segretario di categoria, ha contribuito a fare della UIL di Basilicata un’organizzazione essenziale e imprescindibile per dare vita e prospettiva ad un credibile progetto di cambiamento della Basilicata. Il lavoro di questi quattro anni ci ha visti impegnati con entusiasmo nella cura di una organizzazione sindacale nuova, più agile, più moderna, più grande e, soprattutto, più aperta. Ci siamo proposti di essere attori di una grande stagione di cambiamento ed abbiamo promosso processi d’innovazione già nel nostro stesso ambiente di lavoro e nelle relazioni dinamiche che intercorrono tra i diversi segmenti dell’organizzazione, provando a ridisegnare il profilo stesso del nostro sindacato, un grande soggetto sociale che ha cominciato a vivere con convinzione e passione l’obiettivo che consacrammo nel precedente Congresso regionale: quello, cioè, di contribuire a riscrivere la Basilicata.
Vaccaro, riprendendo i risultati del Rapporto del Csselpresentato ieri e le indicazioni di Giuseppe De Rita (segretario generale del Censis) ha indicato la nuova formula di impegno: stare con il lavoro attivo, stare dentro il lavoro che cambia. Un lavoro che cambia con tutte le difficoltà e le positività, dentro la “grande trasformazione” e la grammatica della fabbrica nuova, della produttività dell’organizzazione del lavoro, accrescendo l’esperienza sindacale associativa e la sua insopprimibile connotazione riformista. Di qui la proposta fortemente innovativa per un sindacato: la costituzione di una sorta di governo ombra con veri e propri dipartimenti regionali. Ed ha precisato: l’idea è quella di sessioni tematiche congiunte, tra segreteria regionale ed esecutivo, con l’apporto del Centro Studi. Una sorta di Direzione regionale allargata compartecipata dalle categorie ed a scorrimento fino a protagonisti del mondo dei delegati. Questa nuova UIL, come insieme l’abbiamo cambiata, penso sia centrale nelle prospettive di futuro della Regione e dei ceti, per primi quelli popolari, che sono inquieti e inappagati. In questo senso – ha detto il segretario – va ripresa con forza l’idea della circolarità come grimaldello positivo per aprire i meccanismi conservativi del potere, ormai posti in crisi da una nuova scena collettiva di partecipazione e di protagonismo civile.
Nella relazione non sono mancate riflessioni sulla situazione politica. Colpisce – ha affermato il leader della Uil lucana – la portata dello sconvolgimento elettorale del 4 Marzo scorso, vasto e penetrante, nelle grandi città ma anche nei centri urbani e nelle piccole comunità. Un cambiamento radicale, di orientamenti e preferenze, verso offerte politiche diverse dal centrosinistra che ha coinvolto, in modo esteso e trasversale, ceti di diverso profilo. L’analisi politica, ovviamente, esula dal nostro mestiere, ma ci pare chiaro che questo voto abbia espresso una grande attesa di novità e di mutamento e rivendicato una profonda discontinuità di logiche, di atteggiamenti, di ruoli. È stato giudicato e sconfitto, un blocco storico, un corpo politico-burocratico ed intellettuale, che ha esercitato una egemonia pluridecennale.E nel ribadire che la UIL sarà sempre dalla parte della Costituzione repubblicana aggiunge: non abbiamo pregiudizi verso nessuno, ma non possiamo non dirci preoccupati per il livello di degrado e di discredito cui un sistema politico fuori controllo sta portando le nostre istituzioni. Come non può non preoccuparci la vicenda che investe la parte politica di più forte impronta riformista e progressista. Mai –ha detto – la sinistra italiana era precipitata così in basso nel grado del suo consenso organizzato. La battuta di arresto della sinistra italiana tutta intera s’inquadra in un ciclo generale che vede la tendenziale e apparentemente irreversibile dissoluzione delle famiglie del socialismo europeo, e con esse l’uscita di scena della categoria stessa di “centro-sinistra”, che diventa inutilizzabile per anacronismo. Proprio il nostro modo di essere ci porta a dire che chi ha vinto è giusto che vada a governare purché metta al centro delle proprie politiche i problemi reali delle persone.
Infine – ha concluso – mi pongo una domanda fondamentale:se il territorio prima lo si abita e poi lo si pensa o invece lo si pensa e poi lo si abita.Sono tra quelli che ritiene che il territorio non solo vada abitato ma anche pensato. Unavita sociale sana si trova soltanto, quando nello specchio di ogni anima la comunità èintera trova il suo riflesso, e quando nella comunità è intera le virtù è di ognuno vivono.
Bisogna puntare al bene comune. E il “Bene comune” – ha sottolineato – vuol direcoltivare una visionelungimirante, investire sul futuro, preoccuparsi della comunità dei cittadini, anteporre l’interesse a lungo termine di tutti all’immediato profitto dei pochi, prestare prioritaria attenzione ai giovani, alla loro formazione e alle loro necessità.
Il segretario della Uil, Carmelo Barbagallo non dà “ancora giudizi” sul governo giallo-verde. “Sono curioso – ha aggiunto – di confrontarmi e aspetto di incontrarli per verificare dal contratto all’applicazione cosa c’è”. A Tito (Potenza), dove nel pomeriggio è cominciato il congresso regionale della Basilicata della Uil, rispondendo a una domanda sul “super Mise” affidato a Luigi Di Maio, Barbagallo ha utilizzato una battuta: “Così non faremo due visite in due Ministeri”.
Congresso regionale Uil Basilicata, intervento governatore lucano Marcello Pittella
“La Basilicata ha bisogno di un “patto per il futuro”, in grado di restituire ai lucani, fiducia, speranza ed una nuova credibilità delle istituzioni. Un patto che recuperi onestà, ottimismo della fatica e lealtà reciproca, con l’unico comune obiettivo di portare la nostra regione nel futuro, una regione che è culla di cultura politica e deve valorizzare la tradizione e la competenza di una classe dirigente che ha lavorato con amore e passione per la propria terra”.
Con queste parole il Presidente della Regione Marcello Pittella ha introdotto il proprio intervento al 1° Congresso della Uil di Basilicata che si è aperto nel pomeriggio a Tito alla presenza di 200 delegati in rappresentanza di oltre 30mila iscritti (più 8% rispetto all’ultimo anno) ed alla presenza del segretario generale nazionale Carmelo Barbagallo.
Aderendo all’appello lanciato dal segretario regionale Carmine Vaccaro ad una maggiore sinergia ed alla capacità di costruire visioni in grado di unire il Paese, Pittella ha sottolineato la necessità di “un approccio più sobrio, più dialogante e più vicino alla comunità ed a quanti vivono situazioni si disagio. La politica è fatta di visioni ed idee ma anche di relazioni e rapporti. Dobbiamo riallacciare la capacità di costruire un dialogo con i cittadini, facendo perno su una maggiore capacità di ascolto. Oggi più che mai è necessario riaffermare e tradurre in pratica valori e sentimenti come la cultura dell’altro, la comprensione, la solidarietà. Valori, per molti anni, offuscati e smarriti nelle continue diatribe interne ai partiti che hanno determinato un corto circuito tra istituzioni, politica del fare e cittadini. Dobbiamo recuperare il nostro patrimonio di esperienza politica e nuove chiavi di lettura, indispensabili in un tempo in cui i 180 caratteri di un tweet possono demolire sforzi straordinari e quotidiani . Abbiamo l’urgenza di trovare un faro, un pensiero attorno al quale costruire, non una rivincita, ma una possibilità di futuro per il Paese e per la Regione. Ciò è ancora più necessario, considerata la straordinaria disattenzione nei confronti del Mezzogiorno d’Italia presente nel Programma di governo. Un programma, che valuteremo alla prova dei fatti, ma che pare riproporre l’antica e dannosa dicotomia degli investimenti al nord e del reddito di cittadinanza al sud.
Al netto degli errori che dobbiamo riconoscere ed analizzare, dobbiamo anche saper raccontare le cose positive fatte correggendole, emendandole, nell’ascolto paziente, ma anche riaffermando la condivisione di una responsabilità, perché le sorti dell’Italia, come quelle della Basilicata, si costruiscono a partire dal più piccolo comune. Una responsabilità non delegabile alla cultura dell’odio e del rancore, che in questi anni imperversa nella nostra regione, trasformandola in un minaccioso insieme di individualità e micro egoismi a cui sinergicamente dobbiamo opporre una barriera.
Barriera che possiamo costruire rispondendo alla imperante demolizione mediatica con la paziente rappresentazione dei tanti risultati ottenuti: dal reddito minimo di inserimento, alla battaglia epocale sulla forestazione che ha restituito dignità a tanti lavoratori e lavoratrici lucane , o ancora alle Zes, all’innovazione tecnologica ed ai dati turistici in costante crescita. Quattro anni fa abbiamo trovato una regione che registrava il 17,4% di disoccupazione ed oggi siamo al 12,8%. Un risultato che ci consente di fare massa critica e che potrà ulteriormente migliorare con i bandi in uscita”.
“Nonostante tutto ciò, una narrazione artata racconta di una regione fanalino di coda, afflitta da piaghe inguaribili. Abbiamo smarrito il sentimento di autostima che ci ha sempre distinto. La nostra – ha detto Pittella – è una regione meravigliosa che può e deve diventare faro del Mezzogiorno e dell’Italia, con l’impegno e la responsabilità di tutti, nella consapevolezza che i tempi sono difficili ma che bisogna tenere fede al patto di lealtà con i cittadini non vendendo loro sogni irrealizzabili. Io ci sono, io rispondo presente– ha concluso il Presidente- per costruire un “patto del domani” che accolga chi ha voglia di costruire una Basilicata del futuro ”. Erano presenti al Congresso anche gli assessori all’Agricoltura Luca Braia ed alle Politiche di Sviluppo Roberto Cifarelli.
Congresso regionale Uil Basilicata, intervento presidente di Confindustria Basilicata, Pasquale Lorusso.
Responsabilità e fattiva collaborazione, per il lavoro, lo sviluppo e il futuro delle nuove generazioni. E’ questo l’appello lanciato dal presidente di Confindustria Basilicata, Pasquale Lorusso, intervenuto nel corso del congresso della Uil di Basilicata, che si è svolto questo pomeriggio presso il Centro per la Creatività Cecilia Salvia di Tito, alla presenza del segretario nazionale, Carmelo Barbagallo.
Capacità di proposta, più che contrapposizione fine a se stessa. Com’è stato – ha evidenziato il presidente Lorusso – per il cosiddetto Patto della Fabbrica. “L’accordo interconfederale siglato lo scorso 9 marzo da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil rappresenta – ha spiegato – il più fulgido esempio di come il confronto, seppure serrato e non esente da momenti di difficile sintesi, rappresenti il percorso su cui muoversi per perseguire i reali interessi del Paese. Un accordo prezioso che mette il valore della persona al centro e che deve essere modello di relazione tra le parti sociali”.
Poi ha aggiunto: “La nostra principale missione è il lavoro. Lo abbiamo detto chiaramente anche nell’ultima Assemblea nazionale che si è svolta il 23 maggio. Una missione che facciamo ancora più nostra al Sud, dove quella occupazionale continua a essere le vera emergenza. Condividiamo i timori per una politica che possa rivelarsi incapace di elaborare un’idea di Paese all’altezza delle sfide del presente. Ed è per questo che siamo chiamati a dare per primi prova di responsabilità e maturità. Ci ritroviamo nella necessità evidenziata nella relazione di Carmine Vaccaro di abbracciare la spinta all’innovazione – in primis culturale per le nuove generazioni – come unica scelta possibile per non accumulare un ritardo irrecuperabile. In quella geografia di valori citata dal segretario Vaccaro – ha concluso Lorusso – siamo pronti a indicare le nostre coordinate per il perseguimento di nuovi e comuni obiettivi di crescita e sviluppo”.