Speriamo che questa sia la volta buona. Il Csail distribuirà ai cittadini della Val d’Agri un “cornetto portafortuna”, il tradizionale e più conosciuto amuleto napoletano. E’ il commento-iniziativa del Csail in riferimento all’ennesimo annuncio di indagine epidemiologica decisa dalla Regione per analizzare lo stato di salute dei residenti in Val d’Agri, Valle del Sauro e anche della Val Basento.
Abbiamo perso il conto – dice Filippo Massaro, portavoce del Csail – del numero di indagini, studi, rapporti che ci sono stati nel corso degli anni per indagare gli effetti della produzione di petrolio sulla salute dei valligiani in particolare per la presenza del Cova di Viggiano e dopo lo sversamento di greggio. In passato ci hanno provato anche i medici di famiglia ma purtroppo le conclusioni non state all’altezza dei compiti assegnati. Così mentre la scienza fa passi da gigante con l’annuncio da Chicago che presto sarà possibile curare il tumore al seno senza far ricorso alla chemio, noi siamo ancora in attesa – continua – di dati scientifici rigorosamente reali e di indicazioni altrettanto rigorosamente scientifiche. Per ora prendiamo atto che la Fondazione Ricerca Biomedica esiste davvero dopo anni di silenzio assoluto e che condurrà l’indagine in 11 comuni , ad eccezione di Pisticci, tutti nel comprensorio petrolifero Val d’Agri-Sauro.
Il dato di partenza è che in Basilicata – secondo i dati resi noti dall’Aiom – sono state stimate 3.200 nuove diagnosi di cancro: il 40% del totale, ovvero circa 1.280 casi. ). I 5 tumori più frequenti in Basilicata nel 2017 sono stati quelli del colon-retto (500), prostata (400), mammella (350), polmone (300) e stomaco (150).
Potrebbe essere evitato seguendo alcune semplici regole. Una è costituita dall’adesione ai programmi di screening.
In proposito – sottolinea il portavoce del Csail – continuiamo a sollecitare progetti e programmi di potenziamento dell’ospedale di Villa d’Agri specie in direzione di prestazioni e servizi diagnostici. Se infatti la mammografia, indispensabile per individuare in fase precoce il tumore del seno, si è dimostrata virtuosa evidenziando percentuali superiori alla media italiana, le liste di attesa da noi non aiutano in alcun modo.
Medici ed esperti continuano ad insistere sul “corretto stile di vita”. Ma – afferma Massaro – non possono non allarmarci le continue notizie sui prodotti alimentari della Val d’Agri (ultima quella dei giorni scorsi che ha riguardato il latte) perché se non siamo sicuri dei nostri prodotti non ha senso predicare una corretta e sana alimentazione. Per questo aspettare tra i 18 e i 24 mesi per i risultati dell’indagine è decisamente troppo e comunque in questo lasso di tempo si può e si deve fare molto in termini di prevenzione e cura e, in primo luogo, rassicurazione sulle produzioni alimentari della valle.
Giu 04