Saranno ultimati entro la prossima estate i lavori di realizzazione del nuovo depuratore di Grassano. L’investimento, dell’importo complessivo di circa un milione di euro, consentirà di adeguare l’attività di depurazione alla normativa sulle cosiddette “aree sensibili” (ai sensi del decreto legislativo 152 dell’11 aprile 2006, nonché del Piano di tutela delle acque della Regione Basilicata).
I lavori sono stati avviati lo scorso mese di gennaio e prevedono il parziale utilizzo delle strutture in cemento armato preesistenti e la realizzazione di nuove opere per ottimizzare i processi della depurazione, grazie ai quali potranno essere abbattute le emissioni di azoto, fosforo e solidi sospesi.
Il depuratore di Grassano è situato in una zona rurale a valle dell’abitato, in località Marruggio, e scarica nel fosso Fontana, uno degli affluenti del fiume Basento. Il sistema di collettamento fognario cittadino è di tipo misto, in quanto raccoglie tanto le acque reflue domestiche, quanto quelle meteoriche e di ruscellamento e che come tali contengono inquinanti di vario genere; la portata delle acque destinata al depuratore può variare da 14 a 40 litri al secondo in caso di piogge.
Il progetto in fase di completamento da parte di Acquedotto Lucano prevede interventi sostanziali, in particolare per quanto riguarda l’ossidazione: ovvero, quel processo di tipo biologico utilizzato per rimuovere le sostanze organiche contenute nelle acque reflue. Inoltre, sarà costruito un impianto di sedimentazione (per abbattere azoto e fosforo), una condotta idrica per l’approvvigionamento di acqua potabile presso l’impianto, un sistema di essiccamento dei fanghi ottenuti dalla depurazione, ed il rifacimento dell’impianto elettrico.
I fondi necessari a realizzare l’investimento derivano in parte dal Fondo per lo sviluppo e coesione (delibera Cipe numero 60 del 2012 – Piano Sud) e in parte sono a carico della tariffa del servizio idrico integrato.
In base al decreto legislativo numero 152 del 2006 le “aree sensibili” sono ambiti territoriali caratterizzati da una elevata qualità ambientale il cui valore è attribuito dalle normative in materia di conservazione della natura, di tutela dei beni storici, culturali e del paesaggio; lo stesso decreto, inoltre, stabilisce che “l’acqua è un patrimonio naturale da conservare e usare in modo sostenibile, proteggendone gli usi a lungo termine per le generazioni future”.