Zes Ionica Taranto-Basilicata, Ludovico Vico (PD): “Quando, le giunte regionali di Puglia e di Basilicata, intendono deliberare i piani di sviluppo strategico da inviare al Governo?” Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Il ritardo nella delibera del Piano di sviluppo strategico (PSS) della Zona economica speciale (ZES) Ionica interregionale Taranto-Basilicata, da parte dei governi di Puglia e Basilicata, è incomprensibile, quanto ingiustificabile. Soprattutto perché è ancora ignoto lo stato della procedura da parte delle due Regioni. Già a marzo scorso, rivolgendomi direttamente al coordinatore delle Zes pugliesi, prof. Berlinguer, avevo segnalato che per la Puglia bisognava predisporre il Piano di sviluppo strategico per Taranto e per la Basilicata, separatamente dalla Zes Adriatica Bari-Brindisi. Ad oggi, non è dato sapere nulla di tutto questo, ed inoltre, riscontro che la Basilicata dal canto suo ha predisposto un piano di sviuppo non coordinato con Taranto attraverso la Puglia. Ribadisco: è necessario stilare un solo piano di sviluppo strategico per la Zes Taranto-Basilicata, la cui area dovrà essere di 2811 ettari, di cui 1750 per Taranto e 1061 per la Basilicata.
E’ noto a tutti che le Zes della Campania e della Calabria, controfirmate dal Governo Gentiloni, sono state già depositate presso l’Unione Europea . Atto che ha permesso alle due Autorità portuali di Napoli e Gioia Tauro, di esibire la costituzione delle rispettive Zes, al mercato cinese il 20 maggio scorso, in occasione della Fiera Transport & Logistic di Shanghai.
Il porto di Taranto e la sua Zes interregionale è un’opportunità inconprensibilmente sottovalutata e troppo spesso non compresa. Il punto centrale non sono solo le agevolazioni europee e regionali ai fini infrastrutturali e fiscali, ma soprattutto come la retroportualità sposterà le merci sul porto di Taranto. Sia chiaro che l’area di cui stiamo parlando va da Melfi a Tito, passando da Ferrandina fino alla Val Basento, verso la città di Taranto, per estendersi a Grottaglie, Martina Franca e Castellaneta ed infine al Centro intermodale di Francavilla Fontana. Questo è lo sviluppo di cui stiamo parlando ai fini dell’importanza del porto di Taranto, del sistema portuale, della logistica e delle politiche industriali e commerciali che stabiliranno gli assetti competitivi dello scenario commerciale nei prossimi 10 anni nel Mediterraneo e per l’Italia.
Così la retroportualità diventa un distretto che convoglia le merci verso il porto di Taranto, ai fini dell’export e nel contempo ai fini dell’import.
Per comprendere cosa rappresenta una Zes per un territorio, faccio mia la metafora utilizzata in occasione del recente convegno di Srm (Studi e Ricerche del Mezzogiorno) tenutosi a Napoli lo scorso 5 giugno: “Occorre non commettere l’errore di considerare la Zes il rimedio di tutti i mali della crescita. Essa è solo il martello di una cassetta degli attrezzi che deve contenere: chiodi solidi (le imprese), l’incudine (un porto efficiente con terminalisti, centri intermodali e/o aree retroportuali ben strutturati), la chiave inglese (un sistema burocratico solido), l’olio lubrificante (un sistema logistico di prim’ordine), un giravite (il sistema degli incentivi) e la tenaglia (il supporto delle istituzioni). Sono questi i tools (gli utensili, ndr) che devono girare insieme per far valere sul territorio di riferimento la Zes”.
Assessori regionali allo Sviluppo Economico di Puglia e Basilicata, Nunziante e Cifarelli, presidenti Emiliano e Pittella, e coordinatore dei PSS Berlinguer, facciamola funzionare subito questa “tenaglia”.